Come delle case abbandonate nella Valle di Muggio si trasformano in un villaggio per gli ospiti
Trasformare case abbandonate in un vivace villaggio turistico: è questa l’idea alla base dell’Albergo Diffuso Monte Generoso. Claudio Zanini, uno dei promotori del progetto, punta sull’identità regionale, la sostenibilità e la creazione di valore aggiunto per il territorio locale. La Nuova politica regionale (NPR) sostiene finanziariamente il progetto, consentendo così la realizzazione di un concetto alberghiero decentralizzato in una regione periferica. Scoprite nel video come, nel cuore del Ticino, una valle intera e la sua regione alpina traggono vantaggio dal turismo e gli ospiti diventano parte integrante della vita del villaggio.
Una piccola oasi nell’estremità meridionale della Svizzera: attraverso strade tortuose fiancheggiate da boschi, piccole cappelle e viuzze serpeggianti si raggiunge il villaggio di Scudellate nella Valle di Muggio. Un tempo colpito dall’emigrazione e minacciato, ora sta rifiorendo. Alle sue spalle il Monte Generoso, davanti la vista sulla pianura italiana. Nelle giornate limpide si vede lo skyline di Milano e, con una visibilità perfetta, con il binocolo si scorge persino il Duomo.
Ospiti nella vita quotidiana di una valle nella regione del Monte Generoso
Qui, all’Albergo Diffuso Monte Generoso, Claudio Zanini accoglie personalmente i suoi ospiti. Con calore e una filosofia tutta sua: quella di una vita tranquilla in armonia con la natura. Indirizza gli ospiti sui sentieri escursionistici giusti, si prende cura di loro, racconta, ride. «Non viaggio più, sono i viaggiatori che vengono da me. Durante la stagione parliamo quattro o cinque lingue e ascoltiamo storie da tutto il mondo». Spesso nascono amicizie e molti ospiti tornano.
L’Albergo Diffuso è un concetto di hotel decentralizzato che punta sull’identità regionale, la sostenibilità e la creazione di valore locale. Diverse infrastrutture nella regione del Monte Generoso, come ristoranti, hotel, B&B, ostelli, rifugi e negozi con diversi proprietari, sono riunite sotto un unico marchio. I servizi centralizzabili come il marketing, la comunicazione, ma anche gli acquisti, la logistica, i trasporti e l’accoglienza vengono raggruppati a vantaggio di tutti, perché in questo modo le singole aziende risparmiano sui costi.
Nel 2021 è stato avviato il progetto dell’Albergo Diffuso con la ristrutturazione dell’Osteria Manciana e dell’ostello di Scudellate. Negli anni successivi sono stati ristrutturati e aperti al pubblico il Panorama Lodge «La Casa dei Gelsi», la Capanna «Alpe di Caviano» e l’Hotel «Cà Nani». Quest’ultimo si trova in un altro villaggio della Valle di Muggio. Attualmente sono quindi cinque le strutture ricettive affiliate al progetto. A Scudellate tre delle strutture ricettive si trovano a pochi passi l’una dall’altra, mentre le distanze dalle altre sono leggermente maggiori. Gli ospiti che scelgono uno di questi alloggi dell’Albergo Diffuso non si limitano a pernottare, ma si immergono nella vita della regione con la sua ricca offerta naturalistica e culturale. Fanno la spesa nel negozio del paese, mangiano nel grottino, passeggiano nei boschi di castagni. Incontrano la gente del posto e scoprono molti luoghi in altri piccoli villaggi.
Il sostegno della Nuova politica regionale (NPR) come parte del percorso
Claudio Zanini, originario della regione, ha acquistato per questo scopo alcune case nel suo paese natale, vecchi edifici in pietra, alcuni dei quali quasi in rovina. La realizzazione di un progetto di questo tipo è impegnativa e richiede, oltre all’idealismo, anche risorse e un’attenta pianificazione. In questo senso, il progetto è stato decisamente rafforzato dal sostegno della Nuova politica regionale (NPR). Secondo Claudio Zanini, promotore del progetto, il contributo finanziario della NPR ha permesso di sviluppare gradualmente l’iniziativa e di realizzare le prime fasi.
La Nuova politica regionale è, secondo Zanini, «la base dell’intero progetto». Grazie al suo sostegno finanziario è stato possibile realizzare il progetto di ristrutturazione dei vecchi edifici e avviare l’attività dell’Albergo Diffuso.
Impatto turistico per un’intera regione
Anche Nadia Fontana Lupi, Direttrice di Mendrisiotto Turismo, vede il potenziale del progetto ben oltre i singoli pernottamenti. Nel video spiega: «L’Albergo Diffuso porta nuova vita nella valle e sul Monte Generoso. Non si tratta solo di turismo, ma di impulso economico, identità regionale e nuova consapevolezza per la popolazione locale».
Il progetto Albergo Diffuso è un esempio di come la Nuova politica regionale possa dare nuovi impulsi. Proprio nelle regioni periferiche come la Valle di Muggio si vede concretamente cosa può significare lo sviluppo regionale: si utilizzano le risorse locali esistenti, nascono nuove offerte, si rafforza l’identità della regione. Il valore aggiunto rimane nella valle e i villaggi ricevono nuovo slancio.
Attualmente l’Albergo Diffuso conta circa 80 posti letto. L’obiettivo è quello di costruire ulteriori infrastrutture nei prossimi anni e di sviluppare ulteriormente il concetto, con nuove case e soluzioni digitali per far prosperare ulteriormente la regione. A tal fine è necessaria una politica che continui a sostenere tali iniziative.
«La NPR ha un grande impatto e continuerà ad averlo anche in futuro», afferma Zanini.
Maggiori informazioni sulla NPR e su come promuove le idee progettuali nelle regioni:
Il programma di coaching di HotellerieSuisse e SECO ha ottenuto risultati significativi
Nella primavera del 2020, il settore alberghiero è stato duramente colpito dalla pandemia di Covid-19 e dalle misure di protezione adottate dal Consiglio federale. Per sostenere le aziende è stato lanciato il programma di coaching di HotellerieSuisse e SECO con il sostegno finanziario della Nuova politica regionale (NPR). Grazie a sessioni di coaching di più giorni orientate alle esigenze, centinaia di piccole e medie imprese individuali hanno potuto migliorare la loro sostenibilità futura. In occasione di un evento conclusivo a Thun, i partecipanti si sono incontrati e hanno scambiato le loro esperienze.
«In realtà volevo preparare il mio pensionamento nell’ambito di questo coaching. Insieme al coach, però, abbiamo lavorato soprattutto sui nostri processi e procedure»
Ruth Thierstein del Boutique Hotel Matterhorn Lodge di Zermatt
È lei la voce di una delle quasi 300 aziende che negli ultimi anni hanno partecipato al programma di coaching di HotellerieSuisse. Nel suo intervento spontaneo continua: «Il risultato è che ora posso delegare molto al mio giovane direttore. All’inizio ci sono voluti molto coraggio e anche forza di convinzione, ma alla fine questo coaching è stato un regalo enorme per me e per il nostro hotel».
Nel corso di una breve tavola rotonda, Martina Anderberg, una delle coach coinvolte, ha descritto la sua esperienza lavorativa: «Molte aziende raramente hanno la possibilità, nella routine quotidiana, di affrontare le questioni davvero critiche. Per trovare il coraggio di cambiare rotta è necessario un sostegno esterno».
All’inizio della pandemia di Covid-19, nella primavera del 2020, il Consiglio federale ha adottato misure che hanno pesato fortemente sul settore ricettivo. Per sostenerle, nel febbraio 2021 la SECO ha lanciato, in collaborazione con HotellerieSuisse, il programma di coaching per il settore alberghiero. Il progetto è stato cofinanziato con fondi della Nuova politica regionale e mirava a rafforzare soprattutto le piccole e medie imprese individuali, come il Boutiquehotel Matterhorn Lodge. Il coaching è stato disponibile da aprile 2021 a giugno 2024.
Al programma hanno partecipato aziende provenienti da tutte le regioni del Paese, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese (da 10 a 60 camere). Particolarmente rappresentate erano le aziende delle regioni montane e rurali. È stato così possibile raggiungere un importante obiettivo del programma, ovvero quello di dispiegare i suoi effetti nel perimetro della NPR. Nel corso di un massimo di cinque giornate di coaching per azienda è stato possibile affrontare temi quali l’efficienza dei costi grazie a strutture di processo ottimizzate, una distribuzione di successo attraverso un posizionamento chiaro, una migliore presenza online con una strategia di digitalizzazione, l’attuazione coerente di misure di sostenibilità nell’ambito di una strategia globale o il rafforzamento del profilo dell’azienda attraverso l’employer branding.
L’offerta è stata molto apprezzata dalle aziende e giudicata estremamente utile. Il 75% delle aziende partecipanti ha dichiarato che il coaching ha influito positivamente sullo sviluppo della propria attività. Tra gli effetti collaterali positivi del programma figurano una maggiore apertura al coaching nel settore e nuovi impulsi per ulteriori investimenti e collaborazioni.
Inoltre, il coaching ha aiutato le aziende anche nella definizione della strategia. Se all’inizio del programma di coaching solo il 32% delle aziende disponeva di una strategia scritta, sei mesi dopo la conclusione era già il 54%.
«Onestamente, all’inizio ero scettico. È sempre una sfida trovare qualcuno che ci ascolti e capisca le nostre esigenze e le nostre sfide. Con questo coaching, però, abbiamo ottenuto risultati su cui oggi possiamo continuare a lavorare»
Ron Pêtre dell’Hotel Sonnenberg di Kriens
Il punto di vista esterno del coach è stato molto utile per riposizionarsi in modo nuovo e orientato al futuro. Lo ha confermato anche Peter Vollmer, gestore dell’Hotel Regina di Mürren, che durante il coaching ha approfondito i temi dell’employer branding e della digitalizzazione.
Efficienza e buon rapporto costi-benefici
Il costo totale è stato di circa 2,34 milioni di franchi, di cui 1,84 milioni sono stati finanziati dalla Nuova politica regionale (NPR) della Confederazione. HotellerieSuisse era responsabile dell’attuazione operativa del programma. Il rapporto costi-benefici è giudicato molto positivo: con i fondi stanziati è stato possibile sostenere un gran numero di aziende in base alle loro esigenze. Il programma di coaching ha quindi contribuito in modo sostenibile al rafforzamento e alla professionalizzazione del settore alberghiero svizzero e può servire da modello per future iniziative di promozione. L’ampia accettazione e i miglioramenti dimostrabili nelle aziende sottolineano il successo del coaching.
Alla domanda se questo progetto di successo potesse essere portato avanti, Barbara Friedrich, responsabile del reparto Membri & Sviluppo di HotellerieSuisse, ha spiegato che la sua associazione non è in grado di finanziare un programma di questo tipo senza fondi di terzi. Anche Martin Saladin, Capo della Direzione per la promozione della piazza economica presso la SECO, ha spiegato che non è possibile proseguire il progetto, poiché la NPR è concepita come finanziamento iniziale. Ha tuttavia sottolineato che la SECO mette a disposizione già da tempo diversi strumenti di promozione, anche in collaborazione con i Cantoni, per rendere possibili progetti di questo tipo. Per lui è importante che in futuro ci si impegni ancora di più per mettere in rete gli attori giusti e favorirne lo scambio, al fine di sviluppare strumenti che rispondano alle esigenze delle parti coinvolte. «Sono sempre disponibile ad ascoltare per imparare di più e capire meglio ciò che è necessario», ha concluso Saladin.
Puntata 5: Digitourism: la digitalizzazione del settore turistico vallesano
Puntata 5: Digitourism: la digitalizzazione del settore turistico vallesano
Negli ultimi tre anni Digitourism ha accompagnato sul cammino della digitalizzazione oltre 380 aziende del settore turistico del Canton Vallese attraverso 450 progetti. L’iniziativa, pensata tenendo conto della diversità e della frammentazione dell’industria turistica, ha favorito la creazione di una comunità prospera composta da oltre 500 membri. Collaborando con attori locali che dispongono di competenze in ambito digitale e grazie al sostegno della Nuova politica regionale (NPR) a livello cantonale, Digitourism ha contribuito a rafforzare le aziende coinvolte in termini di processi interni e visibilità, permettendo al tempo stesso la realizzazione di progetti non convenzionali, come lo sviluppo di giochi per dispositivi mobili per eventi quali la gara di corsa in montagna Sierre-Zinal. La NPR sostiene queste iniziative regionali al fine di promuovere la sostenibilità in ambito economico e di salvaguardare o di creare posti di lavoro.
Intervengono Jérome Salamin, responsabile del progetto Digitourism e Valentin Genoud, direttore aggiunto della gara di corsa in montagna Sierre-Zinal
Vous écouterez Jérome Salamin, chef du project Digitourism et Valentin Genoud, Directeur Adjoint de la Course Sierre-Zinal.
Sentieri del vino nel Weinland zurighese: sapori, know-how e innovazione digitale
Negli ultimi anni i sentieri tra i vigneti del Weinland zurighese hanno conosciuto un forte sviluppo anche per merito della Nuova politica regionale. Nuovi percorsi, esperienze enogastronomiche e tool digitali fanno della regione una meta escursionistica unica per chi ama il vino e la natura. In questo angolo idilliaco del Cantone di Zurigo, tradizione e modernità si sposano alla perfezione.
I sentieri del vino del Weinland zurighese, regione che si estende sul territorio di venti Comuni a nord del Cantone di Zurigo, hanno subito una trasformazione negli ultimi quattro anni. Creati e segnalati nel 2011, gli otto incantevoli percorsi che si snodano tra i vigneti offrono anche l’opportunità di vedere da vicino il lavoro dei viticoltori. Con il passare del tempo, il vento, le intemperie e i macchinari agricoli hanno danneggiato i pannelli e i cartelli, rendendo necessario un intervento per rinnovare la segnaletica. Il progetto di rinnovo si è rivelato un successo per tutte le parti coinvolte e per la regione del Weinland zurighese.
Foto: ProWeinland
Un nuovo inizio per i sentieri del vino
Dopo un’analisi dettagliata degli otto itinerari, grazie anche alle nuove possibilità offerte dalla Nuova politica regionale (NPR), l’agenzia di management regionale ProWeinland ha deciso di ripensare completamente il concetto esistente nell’intento di creare un’offerta ancora più accattivante per gli escursionisti ma anche per i produttori della regione. Un passo fondamentale in questo senso è stato il coinvolgimento diretto di 16 aziende vinicole le cui tenute sono costeggiate dai sentieri. In collaborazione con queste aziende e con il supporto dell’associazione Zürcher Wanderwege, sono stati progettati nuovi percorsi che passano davanti alle cantine senza fare deviazioni. Il risultato è una combinazione perfetta di natura, enoturismo e contatto diretto con i produttori. Anche la segnaletica degli itinerari è stata migliorata in base alle disposizioni e alle direttive dell’associazione Zürcher Wanderwege.
Esperienze gustative lungo i percorsi
Un’altra novità del progetto sono le quattro offerte enoturistiche che permettono in particolare a gruppi di piccole dimensioni di degustare i vini locali in un’atmosfera conviviale. A tal fine, si è dato vita a uno stretto partenariato con una trentina di attività locali, come ristoranti, panetterie, macellerie e caseifici, per integrare le specialità regionali nell’offerta escursionistica.
Offerta Wine, Dine & Hike: su due percorsi – dalle cascate del Reno a Rudolfingen e lungo la Stammertal – gli escursionisti possono gustare in tre ristoranti specialità regionali accompagnate da due bicchieri di vino dell’azienda vinicola locale.
Offerta Wine-bag sull’itinerario Schiterberg e Flaachtal: gli escursionisti ricevono un «wine-bag» con formaggio, salumi, pane e un bicchiere per degustare i vini in varie postazioni. Sull’itinerario Schiterberg, il vino si sorseggia nelle tradizionali Räbhüsli, su quello lungo la Flaachtal nel pacchetto di degustazione è già compresa una bottiglia di vino.
Foto: ProWeinland
Impatto: numeri record e innovazioni digitali
Grazie al progetto, i viticoltori godono di maggiore visibilità e beneficiano del valore aggiunto creato, mentre gli escursionisti vivono un’esperienza unica.
Un’occhiata al numero di visitatori mostra che le novità hanno un effetto tangibile. Il numero di visitatori, che nel 2023 si attestava a 340, è quasi raddoppiato nel 2024. Un successo che ha spinto i promotori a portare avanti il progetto.
Dalla primavera del 2025, il sentiero del vino nella Stammertal sarà completato da un’innovazione digitale: l’app «mapstogo». Scansionando i codici QR presenti in otto punti lungo il percorso, gli escursionisti riceveranno informazioni sulla viticoltura, sulle particolarità regionali e su problematiche tipiche quali le malattie della vite o i parassiti. Questa trasmissione di conoscenze alla portata di tutti migliora la dimensione informativa e rende il percorso interattivo. A termine, tutti gli itinerari saranno integrati nell’app e anche altri attori regionali, come i musei, potranno beneficiare della piattaforma.
Foto: ProWeinland
Quando la tradizione incontra l’innovazione
La digitalizzazione valorizza la fruizione dei sentieri e rende più tangibile la viticoltura nella regione del Weinland zurighese. È un esempio riuscito di come un paesaggio rurale tradizionale possa ricevere un nuovo impulso dall’utilizzo dalle moderne tecnologie. Grazie alla stretta collaborazione tra viticoltori, aziende di ristorazione e operatori turistici, l’offerta resta dinamica ed è costantemente sviluppata.
Da tempo i sentieri del vino sono più di una semplice passeggiata tra i vigneti: sono un invito alla scoperta, alla degustazione e alla comprensione del territorio. Chi vuole scoprire il vino e i vigneti di Zurigo in tutte le loro sfaccettature vi troverà la combinazione perfetta di natura, specialità culinarie e innovazione digitale.
Anche se il Cantone di Zurigo è economicamente forte, due regioni soddisfano i requisiti per accedere ai finanziamenti nell’ambito della NPR: il Zürcher Berggebiet e il Zürcher Weinland. L’attuazione della NPR nel Cantone è garantita da due associazioni: Standortförderung Zürioberland e ProWeinland. Entrambe le associazioni sostengono i promotori di progetti esterni, ma possono anche lanciare progetti propri che soddisfino i criteri chiave della NPR e offrano un valore aggiunto alla regione.
La SECO e i Cantoni sostengono le destinazioni turistiche nel riorientamento dell’offerta
Per molte destinazioni, il turismo invernale è d’importanza vitale. A causa dei cambiamenti climatici, in molte località si prevedono stagioni invernali più brevi nonostante l’innevamento artificiale. Per molte destinazioni, il turismo invernale è d’importanza vitale. Nell’ambito degli strumenti di promozione della Nuova politica regionale (NPR), di Interreg e di Innotour, la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) sostiene una serie di progetti che puntano ad aiutare le destinazioni turistiche ad adattarsi ai cambiamenti climatici.
Gli effetti dei cambiamenti climatici sulla copertura nevosa in Svizzera sono preoccupanti: dal 1970 a oggi, il numero di giorni di innevamento sotto gli 800 metri di quota si è dimezzato, mentre a 2000 metri si è ridotto del 20 percento. Secondo gli scenari climatici di MeteoSvizzera, questa tendenza si protrarrà nei prossimi anni e decenni. È probabile che sotto i 1500 metri di quota sarà sempre più difficile che le stazioni sciistiche rimangano redditizie (Funivie Svizzere, 2024). Questo è dovuto non solo all’innalzamento del limite delle nevicate, ma anche alla diminuzione del numero di giorni sufficientemente freddi per l’innevamento artificiale. A titolo di esempio, a Engelberg, a quota 1037 metri, il numero di giorni con temperatura massima inferiore a 0° C si è quasi dimezzato rispetto agli anni 1970, passando da poco più di 40 a poco più di 20 giorni (MeteoSvizzera, 2024). Ai cambiamenti climatici si aggiungono la crescente concorrenza internazionale e l’evoluzione demografica. Dall’inizio degli anni 1990 questi fattori hanno determinato un calo delle presenze nelle stazioni sciistiche (skier-days) di oltre il 30 percento a livello nazionale (Funivie Svizzere, 2024c).
I progetti illustrati di seguito presentano processi e soluzioni per gestire il problema della mancanza di neve e le opportunità e i rischi connessi per le destinazioni turistiche.
Progetto Innotour «Kompass Schnee»: garanzia di innevamento e cambiamenti climatici
In collaborazione con l’Associazione svizzera dei manager del turismo (ASTM) e Svizzera Turismo, Funivie Svizzere ha lanciato il progetto «Kompass Schnee». Finanziato da Innotour, il progetto mira a aiutare le destinazioni turistiche a definire strategie per affrontare i cambiamenti delle condizioni climatiche e di innevamento. Sulla base dei dati e delle proiezioni climatiche attuali e in collaborazione con il Politecnico di Zurigo e l’Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF), il promotori del progetto stanno sviluppando uno strumento destinato alle regioni di sport invernali per valutare le condizioni di innevamento attuali e future e definire misure di adattamento, tra cui l’ottimizzazione dell’offerta di sport invernali (p. es. attraverso l’innevamento artificiale e la modifica della durata della stagione), ma anche una maggiore promozione delle offerte che non dipendono dalla presenza di neve, come la cultura e la gastronomia. Nell’ambito del progetto è stata elaborata una scheda informativa sugli scenari climatici per l’inverno 2050 (Funivie Svizzere, 2024). «Kompass Schnee» si protrarrà fino al 2026. Ulteriori risultati verranno resi pubblici probabilmente nel corso dell’estate 2025 (Funivie Svizzere, 2024b).
Progetto Interreg «Beyond Snow»: alternative al turismo invernale puro
Molte stazioni sciistiche sotto i 1500 metri di quota dovranno riorientarsi strategicamente per ridurre la loro dipendenza dagli sport invernali classici. Il progetto Interreg «BeyondSnow» (2022-2025), finanziato nell’ambito della Nuova politica regionale (NPR), sostiene nove destinazioni turistiche di sei Paesi alpini particolarmente colpite dalla mancanza di neve. L’obiettivo è di aiutarle a impostare il percorso di adattamento e riorientamento. A partecipare come destinazione pilota per la Svizzera è la stazione di Sattel-Hochstuckli nel Cantone di Svitto, che nel 2023 è stata costretta a smantellare due dei tre impianti di risalita a causa di difficoltà finanziarie. Una decisione che ha suscitato viva emozione, come spiega Peter Niederer, vicedirettore del Gruppo svizzero per le regioni di montagna (SAB), che ha lanciato il progetto: Sattel-Hochstuckli è infatti una delle prime stazioni sciistiche nate nelle Prealpi e la pratica dello sci fa parte della tradizione locale. Per questa ragione si è deciso di coinvolgere sistematicamente nel progetto gli attori locali. Con la partecipazione della popolazione sono state individuate 22 misure per preparare la destinazione alle sfide future. L’accento è stato posto sulla destagionalizzazione del turismo, sugli investimenti in eventi e cooperazioni e sulla riduzione dei costi fissi. Parallelamente si punta a fare in modo che l’infrastruttura sciistica sia utilizzabile modo flessibile quando le condizioni di innevamento lo consentono. Le destinazioni sciistiche che partecipano al progetto traggono vantaggio dallo scambio di esperienze. A Sattel-Hochstuckli, per esempio, si sta pensando di organizzare un evento di ultra trail ispirato a Métabrief (FR), un’altra destinazione che partecipa a «BeyondSnow». In futuro sarà sviluppato anche uno strumento decisionale digitale accessibile al pubblico per aiutare altre destinazioni turistiche ad adattarsi in modo proattivo al cambiamento delle condizioni di innevamento attraverso il riorientamento e la diversificazione dell’offerta (SAB, 2024).
Una serie di inverni con poca neve ha reso inevitabile un riorientamento. Sattel-Hochstuckli nel febbraio 2023 (foto Thomas Egger, SAB).
Progetto Interreg «TransStat»: strategia sostenibile per il futuro dello sci nelle Alpi
Il progetto Interreg «TransStat» (2022-2025) coinvolge nove destinazioni sciistiche alpine in cinque Paesi e persegue un obiettivo simile a «Beyond Snow». Nelle destinazioni selezionate si sta sperimentando un approccio condiviso che coinvolge gli attori locali nell’ambito del quale vengono sviluppati scenari futuri per un turismo (sciistico) sostenibile. Questi scenari serviranno da base per impostare il processo di transizione. A tale scopo, «TransStat» sta creando una rete fisica e digitale di comprensori sciistici ‘in transizione’ per condividere conoscenze ed esperienze sul futuro. Un ulteriore obiettivo è quello di elaborare raccomandazioni politiche non solo per l’Arco alpino ma anche per i contesti regionali.
Progetto Innotour «Destinazioni resilienti al cambiamento climatico»: serve un approccio globale
Nelle destinazioni delle regioni di montagna i cambiamenti climatici comportano molteplici impatti che interessano direttamente il turismo. Il progetto «Destinazioni resilienti al cambiamento climatico» (2024-2026), promosso da Grigioni Vacanze (ente responsabile) e finanziato da Innotour, punta su un approccio complessivo. Martina Hollenstein Stadler, responsabile della sostenibilità di Grigioni Vacanze, spiega che l’obiettivo è fare in modo che le destinazioni turistiche affrontino in modo proattivo le sfide legate ai cambiamenti climatici. Precisa che il progetto non affronta solo la problematica della mancanza di neve, ma anche altri rischi e opportunità legati ai cambiamenti climatici. A titolo di esempio, per effetto delle estati sempre più calde nei centri urbani dell’Altopiano, le destinazioni di montagna devono prepararsi a un aumento delle presenze legato all’afflusso di persone in cerca di frescura (Serquet & Rebetez, 2011). D’altro canto, però, le precipitazioni sempre più intense provocheranno sempre più inondazioni e colate detritiche. Il progetto mira a garantire che le destinazioni partecipanti sviluppino un loro business model sostenibile a lungo termine. Nelle tre destinazioni pilota dei Grigioni (Lenzerheide, Engadin Samnaun Val Müstair e Vorderes Prättigau) è stato analizzato l’impatto diretto dei cambiamenti climatici sull’offerta e sono stati individuati i principali rischi e opportunità. Il team del progetto ha approntato una tabella di marcia e affiancherà le destinazioni nella prima fase di attuazione. Martina Hollenstein sottolinea che diventare resilienti ai cambiamenti climatici non è uno sprint, ma una maratona: «il nostro ruolo è avviare un processo che si protragga ben oltre la fine dei finanziamenti di Innotour». Il successo a lungo termine di una destinazione dipende anche dalla sua capacità di sfruttare le opportunità che si presentano.
I partecipanti al workshop organizzato nella destinazione Engadin Samnaun Val Müstair identificano le offerte e le infrastrutture colpite dai cambiamenti climatici (foto: Raphael Portmann).
La Nuova politica regionale (NPR) sostiene progetti di riorientamento del turismo
Il cambiamento può anche essere un’opportunità. La Nuova politica regionale (NPR), finanziata congiuntamente dalla Confederazione e dai Cantoni, offre alle destinazioni e alle aziende molte possibilità per cogliere le opportunità legate ai cambiamenti climatici. Finanzia per esempio studi di fattibilità per progetti di riorientamento dell’offerta turistica, come il Fideriser Heuberge in Prettigovia, o la riorganizzazione strategica di impianti di risalita, come quelli della società Wiriehornbahnen AG. Inoltre, mette a disposizione fondi per la pianificazione di misure concrete volte a promuovere il turismo estivo, ad esempio l’offerta di mountain bike nella destinazione Engelberg-Titlis, o per strategie turistiche integrate, ad esempio a Kandersteg.
I cambiamenti climatici rappresentano una sfida importante per il turismo svizzero. Attraverso i progetti descritti, alcuni dei quali presentati anche nell’ultimo numero della rivista Insight di Innotour, la SECO si impegna a sostenere il settore del turismo nella ricerca di soluzioni. Oltre a finanziare progetti, la politica del turismo della SECO mira a sostenere l’adattamento ai cambiamenti climatici, per esempio attraverso lo sviluppo e il trasferimento di conoscenze nell’ambito del «Forum Turismo Svizzera».
Innotour promuove l’innovazione, la collaborazione e lo sviluppo delle conoscenze nel settore del turismo. Il programma concentra la promozione a livello nazionale. Questo significa che la maggior parte dei mezzi a disposizione è impiegata per finanziare progetti e compiti di coordinamento di portata nazionale. Parallelamente, con lo strumento dei progetti modello vengono promossi anche progetti di portata regionale e locale.
Interreg offre la possibilità di realizzare progetti transfrontalieri concreti per lo sviluppo delle regioni. La cooperazione è finanziata in numerosi settori dall’UE, dai Paesi confinanti, dai Cantoni, dalla Confederazione e da privati. La partecipazione della Svizzera è finanziata nel quadro della Nuova politica regionale (NPR). I contributi della Confederazione provengono dal Fondo per lo sviluppo regionale e devono essere utilizzati per progetti che contribuiscono a rafforzare la competitività delle regioni. I contributi dei Cantoni, di importo equivalente, possono invece essere destinati anche a progetti che non servono direttamente a creare valore o a sviluppare l’economia regionale.
Con la Nuova politica regionale (NPR), la Confederazione e i Cantoni sostengono lo sviluppo economico delle regioni di montagna, delle aree rurali e delle regioni frontaliere. Nel 2024 ha preso il via il terzo programma di attuazione pluriennale della NPR (2024–2031). Se da un lato le attuali priorità di promozione tematiche («industria» e «turismo») sono mantenute, dall’altro è prevista la possibilità di sostenere, a determinate condizioni, piccoli progetti infrastrutturali con contributi a fondo perso. Inoltre, tra i temi trasversali verrà dato particolare risalto all’economia locale, che andrà a completare l’orientamento alle esportazioni della NPR, allo sviluppo sostenibile e alla digitalizzazione.
Serquet, G., Rebetez, M. Relationship between tourism demand in the Swiss Alps and hot summer air temperatures associated with climate change. Climatic Change108, 291–300 (2011). https://doi.org/10.1007/s10584-010-0012-6
Puntata: «Ticino a Te» – creazione di valore regionale
A fine 2024, il Ticino ha ottenuto il riconoscimento Cercle régional per il suo impegno nello sviluppo di catene di valore regionale. Questo risultato è da attribuire all’efficace lavoro di promozione e valorizzazione dei prodotti agroalimentari del territorio nella ristorazione e nell’albergheria locale svolto in particolare con i progetti «Ticino a Te» e «Ticino a Tavola». In questa puntata di «Regioni al microfono», Sibilla Quadri, direttrice del Centro di Competenze Agroalimentari Ticino, presenta i due progetti e spiega perché è importante promuovere la cooperazione tra tutti gli attori interessati e in che modo i progetti possano trarre vantaggio dalle risorse e dalle esperienze disponibili.
«Siamo l’anello di congiunzione nella catena del valore della filiera agroalimentare ticinese»
Riunire tutti gli attori della filiera
Dal 2016 «Ticino a Te» si impegna a favore della cooperazione intersettoriale tra gli attori della filiera agroalimentare ticinese – agricoltura, trasformazione, distribuzione, ristorazione e albergheria. Sibilla Quadri, responsabile del progetto, sottolinea l’importanza di mettere in rete tutti i soggetti coinvolti. «Ticino a Te» dà visibilità ai produttori locali, consentendo loro di raggiungere una platea di clienti più ampia. D’altro canto, permette ai consumatori di scoprire i produttori attivi sul territorio e la loro offerta di prodotti.
Nell’ambito di «Ticino a Te» sono state promosse diverse iniziative, tra cui «Ticino a Tavola», un’iniziativa nata dalla collaborazione tra GastroTicino, il Centro di Competenze Agroalimentari Ticino (CCAT) e l’Unione Contadini Ticinesi, alla quale hanno aderito 103 aziende di ristorazione. I ristoratori che hanno aderito all’iniziativa si impegnano a proporre almeno un menù dia tre portate oppure quattro piatti composti almeno al 60 % da prodotti ticinesi e a riservare ai vini ticinesi almeno il 40 % della loro carta. Nell’ambito dell’iniziativa, ogni anno vengono serviti 400 000 piatti preparati con prodotti ticinesi. Questo genera un fatturato di 3,5 milioni di franchi, gran parte dei quali torna agli agricoltori e ai trasformatori attivi sul territorio sotto forma di indotto.
«Se si conosce l’origine di un prodotto lo si apprezza di più».
Non conta solo il prezzo
Alla domanda se i prodotti regionali possono reggere la concorrenza di quelli della grande distribuzione a livello di prezzo, Quadri risponde che se un prodotto industriale è stato fabbricato nelle stesse condizioni di un prodotto locale i prezzi sono spesso comparabili e cita come esempio l’allevamento rispettoso degli animali (p. es. polli) o la retribuzione dei lavoratori. Sottolinea però che molto spesso il confronto viene fatto tra prodotti fabbricati in condizioni totalmente diverse.
Un compito importante di «Ticino a Te» è proprio quello di far conoscere queste differenze a livello di produzione: in collaborazione con 90 mense scolastiche, il progetto si impegna a offrire agli allievi del Cantone piatti preparati con prodotti del territorio. Secondo Quadri, è importante che i bambini imparino ad apprezzare il valore dei prodotti regionali, visto che saranno i consumatori di domani. Il progetto punta anche ad avvicinare le persone, in particolare quelle che vivono in città, ai luoghi di produzione sul territorio. Quadri è convinta che se si conosce l’origine di un prodotto, lo si apprezza si apprezza di più.
Impatto a lungo termine
Non è un caso se il Ticino abbia ottenuto più di un riconoscimento per il suo impegno nello sviluppo di catene di valore regionale. La giuria del Cercle régional ha apprezzato in particolare la passione con cui «Ticino a Te» è stato lanciato e promosso ed è rimasta impressionata dall’impatto e dai risultati conseguiti con un budget limitato. Oltre ai finanziamenti cantonali, «Ticino a Te» ha potuto beneficiare di un finanziamento iniziale nell’ambito della NPR. Dal quinto anno di attività, il Centro di Competenze Agroalimentari Ticino (CCAT) è finanziato esclusivamente dal Canton Ticino.
Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia del Cantone Ticino, spiega: «Il CCAT è stato sostenuto come progetto pilota attraverso la politica economica regionale con l’intento di mettere in rete tutti gli attori presenti sul territorio (produttori, consumatori, trasformatori, ristorazione, turismo) e favorire lo sviluppo di progetti innovativi capaci di valorizzare la ricchezza agroalimentare del Ticino. Visti i suoi effetti positivi anche per la competitività del settore primario, il Cantone ha deciso di dare continuità all’iniziativa con un contributo ricorrente previsto dalla Legge cantonale sull’agricoltura».
Quadri sottolinea quanto sia stato importante il sostegno iniziale: «Il progetto ha potuto partire grazie ai fondi della NPR e del Cantone. È importante dare continuità al nostro lavoro per il futuro del Ticino. Serve molto impegno ma servono anche tante risorse finanziarie».
Il Centro di Competenze Agroalimentari Ticino (CCAT) gestisce, coordina e sviluppa progetti nel settore dell’agricoltura e dell’alimentazione. Dispone di un’ampia rete di contatti e punta a creare sinergie tra vari progetti. Grazie alle esperienze maturate nell’ambito dello sviluppo di «Ticino a Te» e della cooperazione con il settore della ristorazione, è un partner privilegiato per la promozione e la realizzazione di progetti di sviluppo regionale, in particolare di PSR.
Sapori regionali in albergo, a cominciare dalla prima colazione
Pirmin Schilliger
La prima colazione svizzera non si limita al bircher müesli: gli alberghi che puntano in modo mirato su prodotti freschi e specialità locali possono soddisfare anche i palati più esigenti offrendo loro, fin dal primo mattino, un’esperienza unica. Consapevoli di queste potenzialità, alcune organizzazioni del settore hanno lanciato il progetto Innotour «Colazione regionale sviz zera». I risultati dell’iniziativa, conclusasi a fine 2022, sono confluiti in un opuscolo, che ora funge da guida per tutti gli esercizi che vogliono profilarsi con prodot ti locali.
L’assortimento di pane proposto a colazione agli ospiti dell’hotel Kartause di Ittingen, in Turgovia, è allettante: trecce con o senza sesamo e pane di segale artigianale dal forno a legna, a cui si aggiungono pane a lievitazione naturale, pane Graham e quattro tipi di croissant. Il buffet offre inoltre mar mellate di mele, di albicocche e di more, formaggi (brie, for maggi erborinati, formaggi a pasta molle e a pasta dura), quark alle erbe, burro di caseificio, prosciutto di qualità, crema da spalmare a base di peperoni grigliati, anelli di mele, pane di pere e un bircher müesli artigianale. Tra le bevande spiccano il siero di latte con purea di fragole, la spremuta a base di erba di farro e il sidro di mele. Tutte le pietanze sono preparate al momento. «Quasi tutto è fatto in casa», sottolinea Valentin Bot, direttore del tre stelle superiore che punta sia alla clientela d’affari (organizzazione di seminari) sia a quella del tempo libero. La maggior parte degli ingredienti proviene dalla regione, escluso naturalmente il caffè. Prodotti industriali, come formaggi cerati, qui non se ne trovano.
Tradizione e tendenze
Il buffet con cui il team di Ittingen delizia gli ospiti ogni mattina è un esempio emblematico del progetto Innotour «Colazione regionale svizzera quale fattore di posizionamento», lanciato congiuntamente dall’associazione di categoria HotellerieSuisse, dalla Società svizzera dei cuochi (skv), dalla scuola alberghiera di Thun e dal Culinarium Alpinum, un centro di competenza per l’arte culinaria delle regioni alpine con sede a Stans (NW). Il progetto Innotour, durato due anni, si è concluso a fine 2022 e ha beneficiato di un aiuto finanziario della Confederazione pari a circa 100 000 franchi.
Per l’hotel Kartause di Ittingen, uno degli otto esercizi che hanno partecipato al test, non si è trattato di una novità assoluta. Il suo direttore, Valentin Bot, sottolinea infatti che la caratterizzazione regionale è una tradizione della struttura e gode da tempo di grande considerazione. Un numero cre scente di ospiti apprezza questo approccio e la domanda di prodotti gastronomici regionali è una delle maggiori ten denze del momento.
Nella preparazione della colazione turgoviese, l’albergo attinge ampiamente alla produzione propria. L’antico convento nei pressi di Frauenfeld possiede infatti un centinaio di ettari di superficie agricola, in parte coltivati a vigna, ortaggi ed erbe aromatiche e in parte occupati da boschi e pascoli, con bovini, maiali, pecore e galline, un alveare e addirittura un allevamento di trote; la struttura include inoltre un panifi cio, un caseificio e una macelleria. La stragrande maggioranza degli alberghi non dispone ovviamente di simili prerogative. Tuttavia, questo non ha impedito agli altri sette esercizi che hanno preso parte al progetto di porsi obiettivi ambiziosi in termini di caratterizzazione regionale.
Per ridurre le barriere all’ingresso per gli esercizi coinvolti, gli studenti della scuola alberghiera e quelli di una scuola professionale hanno svolto importanti lavori preparatori. Dopo aver identificato le varie specialità di ciascuna regione, hanno valutato l’offerta e la domanda ed effettuato analisi aziendali. Su tale base gli otto esercizi pilota hanno dato forma alle rispettive proposte. Questo processo creativo ha permesso di evidenziare uno spaccato sorprendentemente vario delle prelibatezze che si possono offrire per la prima colazione in Svizzera. Al progetto Innotour hanno partecipato i seguenti alberghi: Steinenschanze (Basilea), Grand Hôtel Les Endroits (La ChauxdeFonds), Saratz (Pontresina), Adler (Adel boden), Federale (Lugano), Paxmontana (Flüeli Ranft), Boutique Hotel (Chandolin) e il citato hotel Kartause (Ittingen).
Non tutte le aspettative degli esperti sono state soddisfatte sin da subito. A detta di Dominik Flammer, specialista di alimentazione e fondatore del Culinarium Alpinum, nelle colazioni avrebbero dovuto trovare posto anche prodotti espressione del territorio in grado di sorprendere gli ospiti, come il burro alle noci fatto con il latte delle mucche di razza grigia retica nei Grigioni, il burro di Evolène con sale affumicato delle saline di Bex in Vallese, senza dimenticare la vasta scelta di formaggi tipici come il Vacherin Mont d’Or e il Gruyère del Giura, le marmellate di ciliegie nel Cantone di Zugo o le selezioni di tè e tisane a base di erbe locali. Le proposte di Flammer si sono poi concretizzate in una seconda fase del progetto.
Uno sforzo economico che dà i suoi frutti
Le difficoltà principali del progetto sono state quelle connesse alla logistica. La maggior parte degli esercizi hanno dovuto riorganizzare gli acquisti e individuare fornitori locali e regionali adeguati. I maggiori costi da sostenere potrebbero rappresentare, anche in futuro, la principale barriera per gli alberghi che intendono introdurre la colazione regionale. Senza dubbio i prodotti di marca già pronti permettono di contenere le spese, ma Lukas Gasser di HotellerieSuisse, responsabile del progetto, dubita che una scelta al risparmio di questo tipo sia davvero così vantaggiosa e sottolinea come una prima colazione a base di prodotti regionali sia oggi uno degli elementi imprescindibili del pacchetto offerto da un albergo.
I risultati del progetto, incluse le proposte di colazione sviluppate dagli otto esercizi pilota, sono confluiti in un opuscolo di recente pubblicazione, che funge al tempo stesso da guida e supporto operativo. Una ragione in più per non rinunciare, d’ora in poi, a una colazione autentica e genuina in albergo.
Mobilità turistica per una destinazione sostenibile
Pirmin Schilliger
Per la regione Engadina-Samnaun-Val Monastero la mobilità sostenibile rappresenta un importante fattore di attrattività oltre che una caratteristica distintiva. Non a caso negli ultimi anni la regione ha lanciato una serie di iniziative innovative e progetti pilota che, a seconda dell’obiettivo perseguito, beneficiano del sostegno della NPR, di Interreg o di Innotour. Il vero salto di qualità per l’accessibilità della regione è stata l’apertura della galleria del Vereina della Ferrovia retica nel 1999. Da allora, l’organizzazione incaricata della promozione turistica Tourismus Engadin Scuol Samnaun Val Müstair AG (TESSVM) e quella competente per lo sviluppo regionale Regiun Engiadina Bassa / Val Müstair (EBVM) si adoperano, insieme ai comuni, per migliorare anche le offerte di mobilità regionali. L’ultima iniziativa in questo senso risale al 2022, con il lancio di una carta ospiti che consente di fruire gratuitamente dei trasporti pubblici regionali. La versione PLUS della carta include anche tratte transfrontaliere verso l’Italia, per esempio per raggiungere Malles Venosta (Alto Adige) attraverso il passo di Resia o il passo del Forno, oppure verso l’Austria in direzione di Nauders e Landeck (Tirolo). Da oltre dieci anni la regione garantisce inoltre ai turisti il trasporto dei bagagli sull’«ultimo chilometro», ossia tra la stazione ferroviaria e l’albergo o l’appartamento di vacanza.
Tra le principali offerte rivolte al turismo estivo nella Bassa Engadina figura una rete di oltre 2300 chilometri di percorsi per mountainbike e sentieri pedestri. In coordinamento con il progetto cantonale «graubünden bike», sostenuto dalla NPR, la regione sta sviluppando ulteriori offerte per mountainbike e percorsi di trail sulla base di un masterplan denominato TRAI(L)S VALS. Un altro progetto si focalizza invece sulle infrastrutture per le bici elettriche, in particolare sulla realizzazione di una rete di stazioni di ricarica.
Gli sforzi per rendere più sostenibile la mobilità stanno dando i loro frutti. Oggi circa un quarto degli ospiti raggiunge la Bassa Engadina con i trasporti pubblici. Si tratta di un risultato incoraggiante, ma il vero obiettivo è ancora lontano. Per questa ragione, le due organizzazioni TESSVM e EBVM hanno dichiarato la mobilità sostenibile compito strategico permanente.
Negli scorsi anni non è sempre stato facile viaggiare. L’evoluzione prima e dopo la pandemia mostra però che in Svizzera si tende a intraprendere viaggi sempre più lunghi e sempre meno sostenibili. Una tendenza che l’Accademia della mobilità del Tcs ha voluto contrastare lanciando il progetto «bleib hier» (resta qui), sostenuto anche dall’Ufficio di coordinamento per la mobilità sostenibile (como). Il progetto promuove una mobilità più lenta, più leggera e più locale e propone diverse offerte: vacanze a casa, microavventure nella regione e possibilità di campeggio con bici cargo. Il campeggio con bici cargo è la proposta che ha riscontrato maggiore successo.
Una gita in camper, un viaggio in autobus in Ungheria per far visita ai parenti, una giornata di sci o un viaggio in aereo in Irlanda: sono gli spostamenti che facciamo nel tempo libero a rappresentare la fetta più consistente del traffico totale in Svizzera e non tanto quelli quotidiani per andare al lavoro. Nel settore della mobilità, l’aereo è il mezzo di trasporto più inquinante, responsabile di ben il 18 % delle emissioni totali di gas serra in Svizzera. I viaggi a scopo di vacanza (escluso il traffico del tempo libero quotidiano) rappresentano il 55 % del totale delle distanze percorse nel tempo libero. Una percentuale in costante aumento.
Rispetto alla mobilità pendolare che è contraddistinta da tragitti sempre identici, quella ricreativa è estremamente diversificata, spontanea, e dipende molto dall’attività che si intende praticare o alla quale si vuole partecipare. È quindi molto difficile sviluppare strategie e pianificazioni per rendere sostenibile il traffico del tempo libero. C’è però una costante: la mobilità del tempo libero è dominata dal traffico individuale motorizzato, utilizzato praticamente per tutte le attività. La buona notizia è che si stanno delineando nuove tendenze nel comportamento di viaggio: gli svizzeri scelgono sempre più spesso di trascorrere le vacanze in Svizzera o nei Paesi confinanti.
Alla luce di queste considerazioni e degli sviluppi osse- rvati, l’Accademia della mobilità, una filiale del Tcs di Berna, ha lanciato nel 2020 il progetto «bleib hier» («resta qui») con l’obiettivo di sviluppare entro tre anni (fase pilota) modelli commerciali sostenibili per la mobilità del tempo libero. La domanda che i promotori si sono posti era come promuovere un approccio più frugale e più sostenibile, ma comunque arricchente, alla mobilità e al consumo nel tempo libero. Il motto del progetto era «più lento, più leggero, più locale».
Il primo elemento del motto si riferisce alla necessità di rallentare e promuovere la mobilità lenta come forma di viaggio a basso consumo di risorse. Si aggiungono poi gli altri due aspetti: quello del viaggiare più leggeri riducendo i materiali e consumando in modo più frugale, e quello del viaggiare locale focalizzato su brevi distanze e offerte regionali. Jonas Schmid, responsabile del progetto, dichiara che per essere interessanti le attività del tempo libero non devono per forza implicare lunghe distanze e alti consumi.
Vacanze a casa e campeggio con bici cargo
Il progetto è iniziato nel 2020 con una serie di interviste a esperti e inchieste sul comportamento della popolazione svizzera nel tempo libero. In base ai risultati sono state sviluppate tre offerte principali: vacanze a casa (Homelidays), microavventure di prossimità e campeggio alternativo nella regione. L’offerta Homelidays è stata abbandonata durante la fase pilota per mancanza di domanda.
L’attenzione si è quindi concentrata sulle microavventure con bici cargo elettriche (carvelo) e su possibilità di campeggio alternativo nella regione. Il progetto ha puntato tutto sulla ciclomobilità elettrica (bici e bici cargo): l’offerta comprendeva tour in bici cargo elettrica attraverso la Svizzera, offerte per vacanze in famiglia con pernottamento, campeggio con bici cargo e microavventure con bici elettriche. In collaborazione con alcuni negozi della città di Berna sono state approntate bici cargo «a tema», come per esempio con stand up paddle gonfiabile, con attrezzatura da campeggio, con tutto il necessario per una grigliata o con rimorchio. Sono state testate almeno una dozzina di offerte.
In collaborazione con il campeggio Eymatt di Berna sono state proposte anche bici cargo elettriche con microcaravan con attrezzatura da campeggio e consigli di itinerario e pernottamento. Secondo Jonas Schmid, l’offerta di campeggio con bici cargo elettriche è stata senza dubbio il maggiore successo del progetto.
Emanuel Freudiger, TCS
Bilancio
Dopo la conclusione del progetto, nell’autunno 2022, è stato stilato un bilancio in base ai risultati e alle esperienze maturate. Ad eccezione dell’offerta di campeggio e di alcune offerte con bici cargo prenotabili per attività ricreative, durante la fase pilota non è stato possibile sviluppare nuovi modelli commerciali. Di positivo c’è però che l’offerta di campeggio con bici cargo è stata accolta molto bene. Questa iniziativa verrà estesa e ulteriormente sviluppata nei campeggi tcs di tutta la Svizzera.
La fase pilota si è svolta in piena pandemia. Secondo Jonas Schmid la situazione particolare ha avuto un enorme impatto sul progetto. «Da un lato ci offriva dei vantaggi, dall’altro però imponeva enormi restrizioni», racconta. A causa delle limitazioni imposte dalla pandemia le persone hanno dovuto ripiegare sulle offerte regionali, ma allo stesso tempo la concorrenza è aumentata in modo massiccio. Inoltre, era difficile promuovere il progetto nei media perché l’informazione era tutta focalizzata sui temi legati alla pandemia. Finita la crisi, la bilancia è tornata a pendere dall’altra parte: «Non appena è stato possibile viaggiare e volare senza restrizioni, la gente ha ripreso a farlo».
Emanuel Freudiger, TCS
Interessante per le città
A mo’ di insegnamento per progetti futuri, Schmid sottolinea quanto sia centrale la comunicazione: «Senza una presenza mediatica e senza piattaforme per diffondere le offerte, è estremamente difficile far decollare un progetto». È importante anche un intenso lavoro di messa in rete tra offerte turistiche e fornitori di mobilità attiva condivisa, per esempio tra offerte locali per il tempo libero e servizi di bici e monopattini elettrici condivisi, già ampiamente utilizzati nelle città.
«Ci siamo impegnati a fondo per creare partenariati con gli operatori turistici», spiega Schmid. Le organizzazioni di marketing turistico sono poco interessate a promuovere offerte locali destinate alla popolazione residente. «Devono generare pernottamenti, mentre per noi sono interessanti i piccoli partner locali, come quelli di Berna che offrono bici cargo per il tempo libero». L’elemento centrale del progetto «bleib hier» è la prossimità tra utenti e offerta. Anche la cooperazione diretta con le città è particolarmente interessante: «Le città vogliono essere e rimanere attrattive non solo per i residenti ma anche per i turisti. E poi, le offerte come quelle del nostro progetto sono interessanti per le città perché permettono loro di raggiungere gli obiettivi climatici». Un aspetto che diventerà sempre più importante nei prossimi anni.
In Valle Verzasca ha preso il via nel 2019 la realizzazione dei progetti previsti dal masterplan «Verzasca 2030». Oltre all’organizzazione di un servizio di minibus, sono stati portati a termine il progetto «Vera Verzasca», volto a promuovere la commercializzazione di prodotti alimentari e artigianali locali, e il progetto «Albergo diffuso» a Corippo. La struttura ricettiva decentrata, che dispone di una reception e di 25 letti distribuiti in cinque case storiche restaurate, ha aperto i battenti a maggio 2022. A Brione è inoltre imminente l’inizio dei lavori di costruzione del nuovo campeggio alpino: sessanta piazzole, una zona wellness e bungalow per i clienti più esigenti. Per quanto riguarda infine il progetto di maggiore entità, l’edificazione di un centro sportivo multifunzionale a Sonogno, è in corso la definizione del business plan e il cantiere dovrebbe aprire nel 2024.
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