Swiss Alpine Hotels

Nel 2015 una dozzina di alberghi della regione del Frutigland hanno avviato una cooperazione per ottimizzare la gestione delle attività e risparmiare tempo e soprattutto denaro («regioS 13»). Per quanto si sia ridimensionata, la cooperazione ha permesso di superare la pandemia.

Unire le forze

La gestione alberghiera sta diventando sempre più complessa e le piccole strutture a conduzione familiare sono messe a dura prova. Grazie alla collaborazione avviata sei anni fa che permette loro di raggruppare le ordinazioni, gli alberghi di Adelboden, Kandersteg e Frutigen possono beneficiare di buone condizioni di acquisto per beni e servizi. Questa soluzione offre sicurezza e invoglia a realizzare nuovi investimenti e cambiamenti. Il progetto, che inizialmente coinvolgeva undici alberghi, ora ne conta solo sette. La collaborazione è buona e particolarmente intensa nel settore del marketing e delle soluzioni digitali. Per quanto l’idea di impiegare il personale in varie strutture sia stata accantonata, il progetto continua ad incontrare vivo interesse anche oltre i confini regionali.

swissalpinehotels.ch

Strategia del turismo della Confederazione

Il 10 novembre 2021 il Consiglio federale ha adottato la nuova Strategia del turismo che definisce gli orientamenti futuri della politica della Confederazione in questo ambito. Gli obiettivi della precedente strategia (migliorare le condizioni quadro, promuovere l’imprenditoria, sfruttare le opportunità della digitalizzazione e perfezionare l’attrattiva e la visibilità dell’offerta turistica) hanno dato buone prove e saranno mantenuti, ma verranno completati dal nuovo obiettivo «contribuire allo sviluppo sostenibile». Per l’attuazione della strategia, la Confederazione continuerà a appoggiarsi sui quattro strumenti di promozione collaudati: lnnotour, Società Svizzera di Credito Alberghiero (SCA), Svizzera Turismo e Nuova politica regionale (NPR). Si punta inoltre ad aggiornare e rafforzare la promozione degli investimenti della Confederazione nel quadro della SCA e della NPR.

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Abitazioni secondarie tra sfide e opportunità

Pirmin Schilliger & Urs Steiger
La legge sulle abitazioni secondarie (LASec) entrata in vigore cinque anni fa si sta dimostrando un valido strumento per lo sviluppo sostenibile del turismo, come dimostrano alcuni studi realizzati per conto della Segreteria di Stato dell’economia (SECO) e dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE). L’attuazione delle nuove disposizioni si sta tuttavia rivelando estremamente impegnativa. Per garantire un avvenire al turismo, le regioni e i comuni interessati dovranno necessariamente intraprendere processi di adattamento anche complessi e cercare nuove soluzioni. È quanto emerge dai numerosi progetti, molto diversi tra loro, lanciati di recente in questo ambito.
Atmosfera autunnale a Flims (GR) © regiosuisse

L’11 marzo 2012 il popolo svizzero ha approvato l’iniziativa volta a limitare le abitazioni secondarie e i «letti freddi», ossia le abitazioni utilizzate solo per brevi periodi di tempo. L’iniziativa, che proponeva di limitare la percentuale di abitazioni secondarie al 20 per cento dell’intero patrimonio immobiliare, interessa direttamente circa 400 comuni, situati quasi esclusivamente nello spazio alpino. Per questi comuni l’accettazione dell’iniziativa è stata un vero e proprio shock. Quelli con un’incidenza di residenze secondarie particolarmente elevata (hotspot) temevano un crollo della loro economia.

Meno grave del previsto

L’impatto non è stato però così catastrofico, se non altro perché, dopo l’accettazione di stretta misura dell’iniziativa, ci è voluto del tempo prima che l’attuazione facesse sentire i suoi effetti. Su incarico della SECO e dell’ARE, gli esperti delle società di consulenza BHP, IC Infraconsult e Rütter Soceco 1 nonché della Scuola universitaria di Lucerna (HSLU) 2 hanno studiato in modo approfondito l’evoluzione effettiva del mercato delle abitazioni secondarie nel periodo compreso tra il 2013 e il 2019. L’analisi ha fornito risultati significativi. Stefan Lüthi, professore all’Istituto di economia aziendale e regionale (IBR) della HSLU, che ha esaminato le ripercussioni sulle imprese, spiega che subito dopo l’accettazione dell’iniziativa in molte regioni di montagna si è osservato un boom edilizio, essenzialmente perché il divieto di costruzione non si applicava ai progetti approvati prima della fine del 2012. Ovunque, ci si è affrettati a realizzare i progetti già autorizzati. Parallelamente, durante il periodo di validità delle disposizioni transitorie sono state presentate nuove domande di costruzione. Così, in molte località un numero considerevole di nuove abitazioni secondarie è stato messo sul mercato nel 2013 e nel 2014.

Una legge efficace

Il numero di autorizzazioni a costruire è sceso solo a partire dal 2015, ossia quando l’attuazione della legge sulle abitazioni secondarie (LASec) e della relativa ordinanza (OASec) si è concretizzata, stabilizzandosi poi, dopo l’entrata in vigore delle nuove disposizioni, nettamente al di sotto della media storica. Nel 2019, l’anno che ha preceduto lo scoppio della pandemia di COVID-19, nei comuni maggiormente interessati dalla LASec sono state rilasciate circa 2000 licenze di costruzione per abitazioni secondarie, circa tre volte meno rispetto agli anni del boom, tra il 2006 e il 2008. Stefan Lüthi avanza una conclusione provvisoria: «Globalmente, la costruzione di case di vacanza è in forte calo dall’accettazione dell’iniziativa sulle abitazioni secondarie». L’iniziativa, quindi, non ha arrestato il consumo di superficie, ma lo ha ridotto in misura significativa e ha favorito un utilizzo più parsimonioso del suolo.

L’organizzazione di tutela dell’ambiente Helvetia Nostra non la pensa evidentemente allo stesso modo, come dimostrano i 1600 ricorsi che ha inoltrato tra il 2013 e il 2019 per opporsi a domande di costruzione. 687 di questi sono stati accolti in tutto o in parte, mentre 541 sono stati dichiarati privi di oggetto, per esempio perché nel frattempo la domanda di costruzione era stata ritirata. Inizialmente i ricorsi si sono focalizzati su progetti nel Cantone del Vallese. Con il passare del tempo il loro numero complessivo è diminuito nettamente grazie a una prassi di attuazione più consolidata e rodata.

Case di vacanza a Lenk (BE) © regiosuisse

Settore edilizio e immobiliare sotto pressione

Non si è verificata nemmeno la catastrofe economica paventata in seguito dell’entrata in vigore la LASec. La legge, infatti, non ha avuto ripercussioni evidenti sulla domanda nel settore alberghiero e paralberghiero. Stefan Lüthi rileva che ad essere più toccato dalla LASec è stato, senza grandi sorprese, il settore edilizio e immobiliare. Ma anche qui, il calo è stato inferiore alle previsioni. Se è vero che nei comuni contraddistinti da un forte mercato delle abitazioni secondarie l’attività edilizia ha subito un calo di circa il 20 per cento, è anche vero che le aziende più grandi e diversificate hanno resistito bene, sviluppando nuovi segmenti di mercato e ampliando il loro raggio d’azione alle aree di pianura. Inoltre, negli ultimi anni sono state investite maggiori risorse finanziarie nella manutenzione e nella ristrutturazione delle abitazioni secondarie esistenti. Il settore della costruzione ha beneficiato del boom di licenze e del boom edilizio – che hanno condotto addirittura a un’eccedenza di offerta – come pure delle deroghe concesse, che hanno permesso la costruzione di abitazioni secondarie in relazione con strutture ricettive organizzate. A questo si aggiungono molti progetti di risanamento avviati nel settore alberghiero nei quali è prevista, a determinate condizioni, la possibilità di convertire in abitazioni secondarie una percentuale della superficie utile principale della struttura ricettiva compresa tra il 20 e il 33 per cento.

Pacchetto di misure a effetto rapido

Il fatto che lo sviluppo economico nelle aree maggiormente interessate dalla LASec sia stato migliore rispetto alle previsioni è anche merito delle misure adottate dalla Confederazione, tra cui il pacchetto di misure in materia di politica del turismo approvato dal Parlamento nel 2015 con l’obiettivo esplicito di mitigare gli impatti negativi della LASec. Tra queste, il programma d’impulso turistico 2016‒2019 con il quale sono stati stanziati ulteriori 10 milioni di franchi in favore di Innotour, 38 milioni di franchi per la Nuova politica regionale (NPR) e un importo massimo di 150 milioni per crediti supplementari nell’ambito della NPR. Inoltre, il prestito supplementare di 100 milioni di franchi concesso nel 2011 alla Società svizzera di credito alberghiero (SCA) è stato prorogato fino al 2019.

Come precisa Lüthi, molti dei progetti di adeguamento avviati mirano a intensificare l’occupazione delle abitazioni secondarie e degli alberghi all’insegna del motto «Letti caldi anziché freddi». L’effetto collaterale auspicato è un’accelerazione del cambiamento strutturale in atto, ossia il passaggio da un turismo monostagionale a un turismo destagionalizzato. I nuovi modelli d’affari nati dal 2013 nell’economia privata, soprattutto nell’edilizia e nel settore immobiliare (vedi sotto), mostrano – parallelamente ai progetti di adeguamento sostenuti dalla Confederazione, dai Cantoni e dai comuni – che nello spazio alpino persistono reali possibilità, nonostante la LASec, di proseguire su una via promettente verso un futuro turistico sostenibile.

© regiosuisse

Nuove opportunità e possibilità grazie alla LASec

La società di consulenza IC Infraconsult ha cercato di classificare i progetti di adattamento e le nuove soluzioni secondo ambiti tematici e per ogni categoria ha selezionato esempi di buone pratiche che presentiamo qui di seguito 3.

  • Strumenti normativi e fiscali

Tassa di soggiorno a Grächen (VS) e Val de Bagnes (VS): il comune di Grächen ha modificato il regolamento sulla tassa di soggiorno con effetto dal 1° maggio 2018 e da allora riscuote un forfait annuale sulle abitazioni secondarie pari a 46 pernottamenti. Si tratta di una misura semplice dalla quale le autorità si aspettano un importante effetto leva, dato che la percentuale di abitazioni secondarie nel comune si attesta al 68 per cento. In caso di debole occupazione, infatti, il nuovo sistema comporta un forte rincaro della tassa, incitando i proprietari ad affittare le loro residenze secondarie il più spesso possibile. Finora, però, il nuovo modello di calcolo ha avuto solo parzialmente l’effetto sperato. Come previsto, i ricavi della tassa di soggiorno sono raddoppiati, ma il numero di pernottamenti è rimasto costante. Ciò nonostante, Roman Rogenmoser, CEO della società Touristische Unternehmung Grächen AG, stila un bilancio positivo. Il modello ha dato buone prove: il dispendio e i costi amministrativi legati alla fatturazione sono diminuiti progressivamente e l’organizzazione turistica dispone di entrate quasi costanti tanto nei periodi floridi quanto in quelli di crisi. Rogenmoser, tuttavia, rimane scettico sulla possibilità di una migliore occupazione delle abitazioni secondarie. Per molti proprietari affittare la propria abitazione a terzi è praticamente fuori questione, un modello comportamentale che potrebbe probabilmente essere cambiato solo ricorrendo a incentivi finanziari più importanti. È quanto sta cercando di fare il comune di Val de Bagnes, nel Basso Vallese, dove la tassa di soggiorno riscossa per i pernottamenti di terzi può essere dedotta dalla tassa forfettaria applicata alle abitazioni secondarie. Dall’introduzione del nuovo sistema tariffario, il tasso di occupazione delle seconde case in Val de Bagnes è aumentato.

  • Strumenti strategici e di pianificazione

Strategia territoriale «St. Moritz 2030»: la LASec, le direttive di pianificazione cantonali e la pressione ad agire hanno spinto il comune di St. Moritz a lanciare nel 2017 il progetto «St. Moritz 2030» con l’obiettivo di elaborare una visione e una strategia per lo sviluppo della destinazione attraverso un processo partecipativo che ha coinvolto la popolazione e gli ospiti. Per la località engadinese la sfida principale è rappresentata dal livello dei prezzi del mercato immobiliare. Le numerose abitazioni secondarie (quota: 57 %), peraltro care, costituiscono di fatto il riferimento di mercato, contribuendo così a far aumentare anche i prezzi delle superfici residenziali e commerciali, che diventano sempre più inaccessibili per gli abitanti e le imprese locali. Dall’adozione di «St. Moritz 2030» nel 2019, il comune ha sostenuto attivamente i progetti di costruzione che offrono alloggi o spazi commerciali a prezzi ragionevoli: a livello di pianificazione e di procedura, ma anche con incentivi di tipo normativo e attraverso una politica immobiliare più attiva. Il comune sta anche cercando di far aumentare l’offerta di «letti caldi» cercando il dialogo con i proprietari e promuovendo modelli di marketing e di alloggio mirati. Il municipale Reto Matossi è convinto che i processi abbiano contribuito a inserire il tema degli alloggi a prezzi accessibili nell’agenda strategica. Si tratta ora di dimostrare la validità della strategia in sede di attuazione, per esempio attingendo a terreni di proprietà comunale e ad immobili di proprietà privata per la realizzazione di alloggi a prezzi accessibili.

  • Nuove strutture operative e di governance

Erni Bau AG a Flims (GR): dopo l’entrata in vigore della LASec, l’impresa di costruzioni, che ha sede in uno dei comuni «hotspot» maggiormente interessati dal fenomeno delle abitazioni secondarie, ha rafforzato la sua strategia di diversificazione sviluppando ulteriori segmenti di mercato (p. es. risanamento energetico, trasporto ferroviario), nuove aree di attività (in tutto il Cantone dei Grigioni, SG, VS) e nuovi modelli d’affari. Tra le altre cose, ha creato un portafoglio immobiliare che comprende attualmente un centinaio di appartamenti in affitto. Il CEO Marc Grünenfelder ritiene che, con la strategia adottata, l’impresa sia sulla buona strada, anche perché si era già diversificata in precedenza. La Erni Bau AG trae vantaggio anche dalla sua vicinanza al centro urbano di Coira, dove negli ultimi anni ha potuto consolidare la sua posizione di mercato.

Al contrario, piccole imprese di costruzione nelle destinazioni turistiche periferiche sono state parzialmente costrette a ridimensionare la loro attività. Per esempio, in seguito all’entrata in vigore della LASec, la Freidig Bau AG di Lenk (Simmental) ha visto crollare fatturato, profitti e numero di dipendenti del 20-30 per cento, un dato che non tiene ancora conto del calo registrato nel 2020 a seguito della pandemia di coronavirus.

  • Comunicazione e gestione della conoscenza

Progetto Innotour «Marketing di destinazione grazie ai proprietari di abitazioni secondarie» a Davos/Klosters (GR): il progetto, condotto dall’Institut für Systemisches Management und Public Governance (IMP-HSG) dell’Università di San Gallo sotto la direzione del professor Christian Laesser, mostra come i proprietari di abitazioni secondarie potrebbero contribuire maggiormente al marketing di destinazione attraverso un sistema di incentivi e di servizi associati. Le singole misure e proposte, che si basano su test di mercato e workshop in varie destinazioni turistiche, includono eventi regolari di informazione e di incontro, sconti per manifestazioni e infrastrutture per il tempo libero e supporto organizzativo per eventi privati e aziendali o voucher per nuovi proprietari.

  • Offerte di prestazioni, piattaforme digitali

Piattaforma WarmesBett.ch: il progetto di piattaforma, lanciato nella regione Surselva già nel 2010 dalla Derungs Quinter Immobilien AG di Lumbrein (GR), funge da modello per altre piattaforme regionali analoghe. Con WarmesBett.ch, la Derungs Quinter AG offre un servizio completo di gestione professionale dell’affitto di appartamenti e case di vacanza senza che i proprietari si debbano preoccupare di nulla. Il servizio comprende tutto, dalla prenotazione al contratto, dalla consegna delle chiavi alla pulizia. Oggi la piattaforma propone 80 oggetti. «Abbiamo scelto consapevolmente di non sfruttare fino in fondo le potenzialità del mercato poiché sul piano logistico e del personale non siamo in grado di gestire una crescita supplementare», osserva il direttore Gian Derungs. Una grande sfida è trovare sufficiente personale di pulizia affidabile per i numerosi impieghi di breve durata. Derungs sottolinea che i momenti più critici sono a febbraio e a inizio marzo di sabato, quando gli inquilini di 50 o 60 appartamenti escono e ne entrano di nuovi. Malgrado le limitate possibilità di crescita, Derungs traccia un bilancio positivo e sottolinea che il modello di business ha dimostrato nel complesso di essere valido. Il coronavirus ha impresso un ulteriore impulso: il numero di pernottamenti generati tramite WarmesBett.ch ha superato quota 19 000 nel 2020, il 40 per cento in più rispetto all’anno precedente con lo stesso numero di letti.

  • Progetti edili e immobiliari

Swisspeak Resort, Meiringen (BE): la LASec permette tuttora, a determinate condizioni, di costruire nuove abitazioni secondarie o appartamenti. Questa possibilità genera nuovi concetti ricettivi, come lo Swisspeak Resort di Meiringen. Il complesso, costato 30 milioni di franchi e realizzato in due anni, contiene 79 appartamenti e 426 posti letto ed è stato inaugurato alla fine del 2019. Il Resort è sorto su una zona turistica speciale creata negli anni 1990 e rimasta inutilizzata per 15 anni fino a quando la Resalpina GmbH ha preso l’iniziativa. Grazie al sostegno fornito dalla NPR in fase di concezione, la Resalpina GmbH ha sviluppato il complesso turistico fino alla costruzione, vendendolo poi al Mountain Resort Fund SICAV. Il fondo è gestito da Interhome AG, che ha già registrato un tasso di occupazione dell’80 per cento nel primo anno di attività. La società Resalpina GmbH sta progettando altri nove resort. Tuttavia, non è detto che nelle altre destinazioni i progetti vadano in porto così facilmente come a Meiringen: i quattro progetti più avanzati a Laxeralp (VS), Klosters, Arosa e Savognin (GR) sono attualmente bloccati da ricorsi.  

A manifestare un forte interesse per i nuovi concetti di resort sono soprattutto le ferrovie di montagna e le funivie, tanto che oltre il 40 per cento delle imprese di trasporto sono attive in questo settore. Se è vero che il concetto di integrazione verticale dove un operatore aspira a fornire un’offerta di vacanze completa non è nuovo, è anche vero che è stato ulteriormente incentivato dalla LASec. Uno dei pionieri in questo senso è il gruppo Weisse Arena di Laax (GR) con il suo «rocksresort».

© regiosuisse

Sulla strada giusta

Anche se la LASec non suscita entusiasmi ovunque, tutti gli attori del settore la giudicano positivamente sia nell’ottica della pianificazione del territorio che in quella ecologica. C’è un ampio consenso sul fatto che riuscirà a fermare la dispersione insediativa nei comuni interessati e a promuovere uno sviluppo sostenibile del settore paralberghiero, rafforzando e migliorando ulteriormente le qualità paesaggistiche e turistiche.

Alcune regioni e comuni, come Davos/Prättigau (GR) o la Val d’Anniviers (VS), hanno reagito in modo proattivo alla LASec; altri, come la località molto ricercata di Grindelwald, sono rimasti sorprendentemente calmi. Questo dimostra che la pressione e la disponibilità ad adattarsi variano molto da una regione all’altra. Le destinazioni turistiche che intendono continuare a crescere nel settore paralberghiero devono cercare nuove ricette. Ma è chiaro per tutti che non ci sono soluzioni facili: la strada verso un turismo di successo passa quasi sempre da un insieme composito di progetti e misure coordinati tra loro.

Intensificare le attività di comunicazione

Gli autori delle analisi di impatto hanno constatato che la conoscenza esistente sull’attuazione della LASec non sempre raggiunge i comuni interessati o i vari referenti. Raccomandano perciò di promuovere il livello di conoscenza tra questi attori e quindi di aumentare il più possibile la sicurezza a livello di programmazione. Gli esperti raccomandano inoltre alla Confederazione, ai Cantoni e ai comuni interessati di migliorare le condizioni di finanziamento dei progetti di adattamento con misure supplementari e prestazioni mirate in modo da aumentare la certezza della pianificazione.

Per accelerare l’adeguamento alla LASec e coordinare il cambiamento strutturale che ne consegue sfruttando nel contempo le opportunità, occorre ampliare le competenze delle autorità preposte alle autorizzazioni edilizie, dei promotori e dei committenti e svilupparne di nuove. Secondo gli studi di impatto, il modo migliore per farlo è utilizzare i canali di comunicazione consolidati delle associazioni di categoria e delle organizzazioni di promozione economica, avvalersi del sostegno degli Uffici federali coinvolti (SECO, ARE) e attivare gli strumenti di sviluppo regionale e turistico come Innotour, la NPR e la Società svizzera di credito alberghiero (SCA).

Dopo aver preso conoscenza del rapporto al Consiglio federale sulle analisi di impatto della LASec, la Confederazione ha riconosciuto che l’attuazione della legge e la base di conoscenze devono essere migliorate e sta pianificando le prime misure in tal senso. Tuttavia, non ritiene necessario modificare la legge, anche perché i processi di adattamento non si sono ancora conclusi.

In definitiva, tutti gli sforzi messi in campo dovrebbero favorire anche il cambiamento strutturale in atto da un turismo monostagionale a un turismo destagionalizzato e continuare così a sostenere il processo di trasformazione dei letti «freddi» in letti «caldi». Se questo processo si concretizzerà, le destinazioni diventeranno più sostenibili, maggiormente orientate al futuro e più resilienti.  

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Gli insegnamenti della legge sulle abitazioni secondarie

Pirmin Schilliger & Urs Steiger

Quali sfide sono chiamati ad affrontare comuni e regioni nell’attuazione della legge sulle abitazioni secondarie (LASec)? Il quadro legislativo offre anche nuove opportunità? Questi i temi su cui hanno dibattuto, in occasione della tavola rotonda regioS, Stefanie Lauber, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Zermatt (VS) e membro del gruppo di accompagnamento per l’analisi d’impatto della legge sulle abitazioni secondarie, Norbert Hörburger, docente alla Scuola universitaria professionale dei Grigioni e responsabile del perfezionamento professionale nel campo del turismo, e Heinrich Summermatter, presidente dell’Alleanza dei proprietari di residenze secondarie.

I tre esperti sono unanimi nell’affermare che, malgrado le limitazioni poste dalla LASec, le opportunità di sviluppo turistico sul mercato delle residenze secondarie restano intatte. Secondo il professor Hörburger, la LASec ha innescato un processo di riflessione sul tema delle abitazioni secondarie che sta già portando i suoi frutti. Sono stati introdotti incentivi per l’acquisto di vecchi appartamenti, che altrimenti sarebbero rimasti invenduti. Si cercano ora nuove idee e approcci innovativi, come per esempio modelli d’investimento per la costruzione di immobili sfruttati a scopi turistici. La loro implementazione richiederà tuttavia, a detta del docente universitario, grande perseveranza da parte di chi sviluppa i progetti. Il maggiore potenziale turistico sta nella trasformazione dei letti freddi in letti caldi ma i proprietari di residenze secondarie sono restii ad affittare i loro immobili nei periodi in cui non li utilizzano.

Norbert Hörburger Chur © regiosuisse

Heinrich Summermatter spera nel cambio generazionale e sottolinea: «La prossima generazione sarà molto probabilmente più aperta a un approccio diverso nell’utilizzo delle abitazioni secondarie». Il professor Hörburger è convinto che il tempo giochi a favore della locazione. A suo parere, è tuttavia fondamentale che ai proprietari di residenze secondarie venga offerto di affittare i loro immobili in modo semplice e conveniente, proponendo e impiegando nuovi modelli di gestione delle strutture. Dal canto suo, Stefanie Lauber attira l’attenzione sul numero crescente di proprietari di residenze secondarie che utilizzano i propri appartamenti per il telelavoro e si rammarica che manchi ancora un preciso status giuridico per questo tipo di situazione.

Heinrich Summermatter Lenk © regiosuisse

L’esperta auspica inoltre una legge più flessibile che tenga maggiormente conto delle particolarità comunali e regionali. A Zermatt suscitano preoccupazione per esempio l’andamento dei prezzi e la contrazione dell’offerta di residenze principali a prezzi ragionevoli. Nell’imminenza della stagione invernale, quando la popola­zione residente passa da 5700 a 7500 abitanti nel giro di poche settimane, la situazione risulta sempre particolarmente precaria. «Per molti lavoratori stagionali, trovare un alloggio a prezzi abbordabili è una vera e propria impresa», ribadisce Lauber. 

Stefanie Lauber Zermatt © regiosuisse

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In Iffwil im fruchtbaren Berner Mittelland bewirtschaftet Klaus Zaugg sechzehn Hektaren Boden, von denen ein Viertel Pachtland und rund 3,5 Hektaren Wald sind. Seit zwei Jahren wird der Hof nicht mehr als klassischer Familienbetrieb geführt, sondern als Biohof Zaugg AG. Was genau steckt hinter der landwirtschaftlichen Aktiengesellschaft?

«Unser Hof ist zwar flächenmässig eher klein, doch die Bewirtschaftung nach biodynamischen Grundsätzen gemäss Demeter ist ziemlich aufwändig. Hinzu kommt, dass wir unsere Erzeugnisse auch selber verarbeiten und vermarkten. Täglich gehen wir ‹z Märit›, im Wochenturnus nach Bern und auf sechs weitere Märkte in der Region. Wir verkaufen an unserem Stand mehr als 150 verschiedene Produkte, vor allem frisches Gemüse, aber auch Obst, Beeren, Molkereiprodukte, Fleisch, Konfitüre, Honig und noch vieles Weiteres. Wöchentlich bedienen wir rund 700 Stammkunden.

Wir beschäftigen 30 bis 35 Leute, die sich rund 1700 Stellenprozente teilen. Damit erreichen wir personell fast schon die Grösse eines KMU. Hauptsächlich aus diesem Grund haben wir uns 2019 vom Modell des klassischen Familienbetriebs verabschiedet und eine AG gegründet. Diese wird von einer fünfköpfigen Geschäftsleitung geführt. Die Organisationsform gibt uns den notwendigen Spielraum für unsere gesamte Wertschöpfungskette, zu der zum Beispiel auch Milchverarbeitung in unserer eigenen Hofkäserei gehört.

Ich selbst bin für den Gemüsebau verantwortlich, der im regenerativen Anbau erfolgt. Das bedeutet, dass wir den Boden nicht pflügen, sondern nur oberflächlich bearbeiten. In Zukunft möchten wir beim Anlegen der Felder mehr auf die Topografie achten. Ziel ist es, die Erosion und den Wasserabfluss möglichst zu stoppen. Wir pflanzen Baumreihen, die den Wind brechen und die Verdunstung reduzieren. Die Förderung des Wasserkreislaufs über das Mikroklima wird immer wichtiger, denn in den vergangenen Jahren gab es immer wieder Trockenperioden, sodass wir unsere Kulturen bewässern mussten. Der Klimawandel wird immer mehr zu einer Herausforderung. Zum Beispiel tauchen plötzlich neue Arten auf wie seit einigen Jahren die Kirschessigfliege, die unsere Beerensträucher befällt.

Unsere grösste Aufmerksamkeit gilt einem gesunden Boden, denn er ist unsere eigentliche Lebensgrundlage. Aus ästhetischen Gründen und zur Förderung der Artenvielfalt haben wir im Laufe der Jahre eine vielfältige Hecke und Hochstammobstgärten gepflanzt. Zehn Bienenvölker, also rund 300 000 Bienen, sorgen dafür, dass die Äpfel, Birnen, Kirschen, Pflaumen, Zwetschgen und Mirabellen wachsen und gedeihen. Vielfalt ist uns auch auf den intensiv bewirtschafteten Gemüsefeldern wichtig. Dabei sind wir ständig am Ausprobieren von neuen Saaten und Sorten. Neuerdings ernten wir Süsskartoffeln und Borlotti-Bohnen, eine beliebte und gesunde Hülsenfrucht.

Nach getaner Arbeit geniesse ich es, über unseren Hof zu spazieren und den Blick über die Felder, Bäume und Hügel schweifen zu lassen. In dieser Landschaft, die für mich Arbeits- und Erholungsraum ist, bin ich ganz zu Hause. Ich überlege mir auf diesen Spaziergängen, wie sich die Landschaft hier weiter verschönern liesse. Hoffentlich enden unsere Hecken eines Tages nicht länger an der Hofgrenze, sondern sind Teil eines grossen Netzwerks. Wie ausgeräumt unsere Umgebung vielerorts ist, ist mir kürzlich während einer Reise in Norddeutschland aufgefallen. Wir besuchten eine Region, wo die Bauern der Natur offensichtlich noch mehr Spielraum lassen mit dem Resultat, dass die Landschaft dort deutlich abwechslungs- und artenreicher ist als bei uns.»

biohofzaugg.ch

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Rita Christen bei den Kletterfelsen in Moorschach Moorschach, den 10.04.2021 Copyright: Regiosuisse / Priska Ketterer

Ritratto «operatrice del paesaggio» Rita Christen

Mit Trockenmauern begrenzten die Bauern früher ihre Felder, und sie terrassierten damit steile Hänge. Lange Zeit prägten Trockenmauern das Bild vieler Landschaften. In der modernen Landwirtschaft mussten sie grösstenteils Rädern und Maschinen weichen oder zerfielen, da sie ihre Funktion verloren. Mit den Trockenmauern verschwanden auch viele wertvolle Biotope. Im November 2019 hat die UNESCO Tro­ckenmauern zum Weltkulturerbe erklärt. Das hat unzählige Projekte ausgelöst, so auch im Glarnerland. Was beim Wiederaufbau zerfallener Trockenmauern die eigentliche Herausforderung ist, weiss Daniel Kunz.

«Wir restaurieren in einem kleinen Team von sechs Leuten die zerstörten Trockenmauern entlang eines alten Geissenwegs. Unser Gelände befindet sich über dem Talboden, zwischen Mitlödi und Lassigen, unter dem Vorder Glärnisch. Das Projekt wird von Pro Natura und weiteren Umweltorganisationen finanziert.

Mauern ohne Mörtel zu bauen, ist meist reines Handwerk, das man nur in der Praxis lernen kann. Technisch gibt es dabei einen gewissen Spielraum, aber wir Trockenmaurer brauchen auf jeden Fall ein gutes Auge und eine gewisse praktische Begabung. Weil wir keine Bindemittel verwenden, müssen wir umso mehr auf die Statik und die Gesetze der Schwerkraft achten. Ausserdem versuchen wir, der Mauer ein bestimmtes Gepräge zu geben.

Als Einundsechzigjähriger bin ich eher ein spätberufener Trockenmaurer. Aber ich habe zeitlebens immer viel im Freien gearbeitet, zum Beispiel in der Landwirtschaft und auf der Alp. Dieses Projekt ist mehr als einfach ein Job, sondern mit Leidenschaft verbunden. Und mit wachsender Erfahrung macht der Trockenmauerbau auch immer mehr Spass. Jedenfalls gibt es mir ein gutes Gefühl, Landschaft auf diese Art gestalten zu können, auch wenn ich am Abend meistens todmüde bin. Aber weil ich nur am Montag, Donnerstag und Freitag als Trockenmaurer tätig bin, habe ich dazwischen genügend Zeit, neue Kräfte zu sammeln. Die Arbeit im Freien ist ein idealer Ausgleich zu meinem angestammten Beruf als Bewegungs- und Tanztherapeut, den ich jeweils am Dienstag und Donnerstag am Kantonsspital Glarus ausübe.

In unserem bunt durchmischten und ziemlich internationalen Trockenmaurerteam bin ich der einzige Einheimische. Die Landwirte vor Ort interessieren sich für unser Werk nicht sonderlich. Hauptsache, sie können die Felder links und rechts unserer Trockenmauern weiterhin intensiv bewirtschaften. Gutes Echo erhalten wir hingegen von den Leuten, die hier zufällig vorbeikommen. Sie finden die Trockenmauern am alten Geissenpfad, der heute offiziell auch ein Wanderweg ist, eine Bereicherung und sind begeistert. Schön wäre es, wenn wir unsere Trockenmauern später mit Hecken kombinieren könnten. Das wäre für die Artenvielfalt, vor allem für die Vögel, noch besser.

In meiner Freizeit bin ich meistens in der näheren Umgebung unterwegs, weniger als sportlicher Wanderer, sondern eher als gemütlicher Spaziergänger. Ich fotografiere, beobachte die Natur und mache auch mal ein Lagerfeuer. So kann ich die Landschaft, die für mich viel mehr ist als bloss eine Kulisse, intensiv geniessen. Ich kann darin auftanken und mich körperlich und geistig im Gleichgewicht halten.

Meine Ferien verbringe ich am liebsten in Portugal. Auf meinen Streifzügen in den Kork- und Steineichenwäldern im Alentejo beeindruckt mich immer wieder, wie sehr jede Landschaft ihren eigenen Charakter hat. Leider erlebe ich auch immer wieder, wie rücksichtslos mancherorts mit Landschaft umgegangen wird. Vielen Menschen fehlt offensichtlich das Gespür für die Qualitäten und Schönheiten der Landschaft.»

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Christelle Conne est à la tête de la Cave Champ de Clos, une exploitation transmise de génération en génération depuis le 15e siècle. Diplômée de l’École Suisse de tourisme, elle s’est d’abord consacrée au domaine de l’événementiel pendant une dizaine d’années, avant d’effectuer une reconversion professionnelle. Son vignoble comprend dix hectares situés entre Montreux et Lutry au cœur de Lavaux Patrimoine mondial de l’UNESCO.

«Cela va faire dix ans que j’ai repris l’exploitation de mes parents et je ne me lasse toujours pas du paysage. Nous avons cette chance incroyable d’avoir nos vignes en terrasse en face du lac Léman. J’y suis tous les jours et je trouve l’endroit merveilleux à chaque fois.

Mais ça ne se fait pas tout seul. La beauté du lieu est le résultat d’un effort quotidien. Je passe mon temps à lutter contre les maladies et à essayer de canaliser cette végétation qui part dans tous les sens. Il faut aussi entretenir les murs et les escaliers de pierre, régulièrement réaliser de la maçonnerie et contrôler les systèmes de drainage par exemple. Ma vigne reste avant tout un outil de travail qui me sert à produire du vin, mais je me sens fière de pouvoir contribuer au charme de Lavaux en exerçant mon activité professionnelle.

Cependant, les domaines en terrasse ne sont pas évidents à exploiter et une grande partie du travail doit se faire à la main notamment. Les coûts à l’hectare y sont nettement plus élevés que pour un vignoble plus plat. Malheureusement, nous ne pouvons pas répercuter ces coûts sur le prix des bouteilles de vin. C’est un défi que tous les vignerons de la région vont devoir relever ces prochaines années.

Le paysage de Lavaux reste néanmoins un atout pour mon exploitation. Il attire des touristes qui se disent époustouflés en arrivant. Après l’inscription de Lavaux au Patrimoine mondial de l’UNESCO en 2007, le nombre de vacanciers d’outre-mer a clairement augmenté. Avant la pandémie, je recevais des cars de plus de cinquante touristes plusieurs fois par semaine, car mon domaine fait partie du circuit touristique de plusieurs tour-opérateurs. Généralement, ils viennent de Berne et repartent rapidement pour Zermatt ou Chamonix. À Chexbres, nous les accueillons pour une visite de la cave et une dégustation de vins. Les ventes de vin par contre n’ont pas significativement augmenté.

Le fait que mon vignoble soit inclus dans le Patrimoine mondial ne me donne pas de contraintes particulières. Nous ne sommes pas considérés comme un territoire naturel, mais plutôt comme un territoire vivant. Les vignes en terrasses ont été construites par l’Homme et l’endroit va probablement se transformer dans le futur. À l’époque de mon grand-père, toutes leurs vignes étaient cultivées en forme de gobelet et il n’y avait pas d’herbe au sol par exemple. Aujourd’hui, le système de taille est différent ; les vignes sont en lignes et les terrains enherbés. Les connaissances technologiques et les méthodes culturales vont pouvoir continuer d’évoluer avec leur temps et ne pas rester figées dans un schéma qui serait complètement dépassé.

Si l’UNESCO ne nous donne pas de contraintes sur les modifications que l’on peut apporter sur notre territoire, nous autres vignerons devons par contre suivre de nombreuses réglementations ; notamment celles édictées par la Confédération sur la culture de la vigne ou le plan d’affectation régional de Lavaux (PAC Lavaux) mis en place suite aux initiatives de M. Franz Weber*.»

cavechampdeclos.ch

microgis.ch/MGonline/PACLavaux

* L’initiative populaire de Franz Weber a obtenu en 1977 la protection du vignoble de Lavaux. Le plan d’affectation cantonal de Lavaux (PAC Lavaux) est la réponse à une nouvelle initiative de 2014 qui voulait réduire les zones à bâtir de Lavaux.

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Lionel Tudisco travaille depuis 2012 pour l’administration de la Ville de Sion, capitale du Valais. Il a été responsable de «AcclimataSion», un projet pilote d’adaptation au changement climatique de la ville, soutenu par la Confédération entre 2014 et 2016.

« J’ai vécu quelques années sur l’arc lémanique, notamment pour réaliser mes études de géographie. Puis j’ai déménagé en Valais, lorsque j’ai été engagé par le Service de l’urbanisme et de la mobilité de la Ville de Sion. En revenant dans mon canton d’origine, j’ai pris conscience du paysage exceptionnel de la région et de son importance pour ses habitants. Je me rappelle qu’à cette période, le plan directeur communal – un document qui fixe les grandes orientations stratégiques de la ville sur les trente ans à venir – mettait en avant les spécificités du paysage sédunois avec un souhait appuyé de les conserver et de les valoriser tout en fixant des limites claires à l’urbanisation pour éviter les problématiques liées à l’étalement urbain. La Municipalité affirmait donc la particularité de Sion, un territoire ‹ entre ville et paysage ›, ça m’avait interpellé.

De fait, Sion a une identité paysagère très forte. Sa vieille ville date de l’époque médiévale. Avec les récentes fusions de communes de coteau, le territoire de la commune s’étend du centre urbain en fond de vallée jusqu’au montagnes, à 2000 mètres d’altitude. Il comprend par exemple deux coteaux parsemés de vignes ou de forêts, suivant l’exposition, des collines héritées de l’époque glaciaire, des châteaux médiévaux ou encore des lacs. Tout cela forme un paysage très varié, voire hétéroclite, qui concentre pratiquement toutes les problématiques suisses. Pour les spécialistes de l’aménagement du territoire et les urbanistes, c’est un territoire très intéressant à travailler.

Le paysage est pris en compte dans tous nos projets. Nous recevons quotidiennement des demandes de préavis pour de futures constructions. En appliquant notre règlement des constructions, nous devons parfois réaliser une pesée d’intérêts, nous questionner si c’est vraiment le bon endroit pour implanter ce genre d’affectation. Notre but est de tirer parti du paysage pour essayer de structurer le développement de la ville au mieux, tout en permettant aux nouveaux usages et changements en cours comme l’adaptation au changement climatique d’être considérés. Nous devons d’abord établir quelles sont les valeurs d’un territoire, les éléments en danger ou les éléments identitaires à préserver. Il s’agit ensuite de mettre en place des processus pour protéger ou non ces éléments-là. L’idée n’est pas de placer la ville sous cloche, elle doit pouvoir évoluer.

Nous avons d’ailleurs beaucoup travaillé sur la notion de changement perpétuel, notamment en développant avec la SIA une application de réalité augmentée qui montre l’évolution des espaces publics de la Ville de Sion au cours du dernier centenaire. À l’annonce d’une modification, il peut y avoir des réactions fortes et des blocages, car le paysage est hautement lié à l’émotionnel, à l’attachement culturel ou aux souvenirs qu’on en garde. Ces notions psychologiques sont importantes à prendre en compte pour accompagner les démarches de changement.

Dans le cadre d’‹ AcclimataSion ›, nous avons notamment développé des guides pédagogiques destinés à la population. Ils expliquent pourquoi il est essentiel d’apporter de la nature et du soin aux aménagements extérieurs dans les projets de transformation ou de conception d’un bâtiment. Pour moi, une des missions des collectivités publiques consiste à faire prendre conscience aux acteurs de la construction de leur responsabilité à l’égard du paysage et de ses valeurs naturelles et culturelles. Il n’y a pas seulement la ville qui soit responsable de créer des projets de qualité, les privés aussi ont un rôle à jouer, ce sont surtout eux qui font la ville. »

sion.ch/acclimatasion

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Itinerari di trekking nella Vallemaggia

Peter Jankovsky

La Vallemaggia vanta un grande potenziale di sviluppo regionale a vocazione paesaggistica del quale possono beneficiare non solo gli ospiti ma anche la popolazione locale. Nella realizzazione di progetti di sviluppo, gli attori si orientano al progetto paesaggio comprensoriale (PPC) che include una settantina di idee progettuali in ambito infrastrutturale e paesaggistico, attualmente in corso di realizzazione.

L’Alta Vallemaggia ha allestito un proprio piano di sviluppo locale (masterplan). Nei primi quattro anni sono previsti investimenti per 25 milioni di franchi, volti a finanziare una ventina di progetti turistici e infrastrutturali. Alcuni di questi – incluso lo stesso masterplan – sono sostenuti dalle risorse stanziate nell’ambito della Nuova politica regionale (NPR). La realizzazione del masterplan creerà lavoro anche per le piccole imprese regionali.

© regiosuisse

Il progetto faro del masterplan è la creazione della Via Alta Vallemaggia, un itinerario di trekking lungo 200 km che partendo dalle colline sul Lago Maggiore (Cimetta), risale per creste e pendii su entrambi i versanti della valle e in due varianti fino all’area alpina ai piedi del ghiacciaio del Basòdino.

Il progetto è in fase di attuazione. L’itinerario segue i sentieri esistenti, che sono stati risistemati o a tratti costruiti ex novo. Attualmente sono in corso i lavori di ristrutturazione e ampliamento della quindicina di capanne alpine presenti sul percorso. L’offerta di trekking ha riscontrato ampio successo già l’estate scorsa: la frequentazione delle capanne è stata alta, anche se bisogna considerare che l’offerta di posti letto era limitata a causa delle misure anti Covid-19. Quest’estate non è escluso che i pernottamenti in capanna raddoppieranno, toccando quota 1500. L’inaugurazione ufficiale della Via Alta è in programma il prossimo 24 luglio.

invallemaggia.ch/it/progetti

viaaltavallemaggia.ch

regiosuisse.ch/npr-it

La versione integrale in tedesco è consultabile qui.

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Paesaggio, patrimonio architettonico e turismo

I valori legati al paesaggio e al patrimonio architettonico costituiscono un notevole potenziale per il turismo svizzero. Secondo la strategia del turismo della Confederazione, sono alla base dell’attrattiva della piazza turistica svizzera. In collaborazione con l’Ufficio federale della cultura (UFC) e quello dell’ambiente (UFAM), la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ha commissionato l’elaborazione di un documento di base che evidenzia le potenzialità, le sinergie e gli assi di intervento per conservare e promuovere a lungo termine il patrimonio paesaggistico e architettonico e aumentare nel contempo il valore aggiunto nel turismo. L’intento è di contribuire a consolidare l’immagine della Svizzera quale destinazione turistica di pregio, caratterizzata da un paesaggio e una cultura vivaci e diversificati.

Documento informativo paesaggio, patrimonio architettonico e turismo