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La SECO e i Cantoni sostengono le destinazioni turistiche nel riorientamento dell’offerta

Per molte destinazioni, il turismo invernale è d’importanza vitale. A causa dei cambiamenti climatici, in molte località si prevedono stagioni invernali più brevi nonostante l’innevamento artificiale. Per molte destinazioni, il turismo invernale è d’importanza vitale. Nell’ambito degli strumenti di promozione della Nuova politica regionale (NPR), di Interreg e di Innotour, la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) sostiene una serie di progetti che puntano ad aiutare le destinazioni turistiche ad adattarsi ai cambiamenti climatici.

Gli effetti dei cambiamenti climatici sulla copertura nevosa in Svizzera sono preoccupanti: dal 1970 a oggi, il numero di giorni di innevamento sotto gli 800 metri di quota si è dimezzato, mentre a 2000 metri si è ridotto del 20 percento. Secondo gli scenari climatici di MeteoSvizzera, questa tendenza si protrarrà nei prossimi anni e decenni. È probabile che sotto i 1500 metri di quota sarà sempre più difficile che le stazioni sciistiche rimangano redditizie (Funivie Svizzere, 2024). Questo è dovuto non solo all’innalzamento del limite delle nevicate, ma anche alla diminuzione del numero di giorni sufficientemente freddi per l’innevamento artificiale. A titolo di esempio, a Engelberg, a quota 1037 metri, il numero di giorni con temperatura massima inferiore a 0° C si è quasi dimezzato rispetto agli anni 1970, passando da poco più di 40 a poco più di 20 giorni (MeteoSvizzera, 2024). Ai cambiamenti climatici si aggiungono la crescente concorrenza internazionale e l’evoluzione demografica. Dall’inizio degli anni 1990 questi fattori hanno determinato un calo delle presenze nelle stazioni sciistiche (skier-days) di oltre il 30 percento a livello nazionale (Funivie Svizzere, 2024c).

I progetti illustrati di seguito presentano processi e soluzioni per gestire il problema della mancanza di neve e le opportunità e i rischi connessi per le destinazioni turistiche.

Progetto Innotour «Kompass Schnee»: garanzia di innevamento e cambiamenti climatici

In collaborazione con l’Associazione svizzera dei manager del turismo (ASTM) e Svizzera Turismo, Funivie Svizzere ha lanciato il progetto «Kompass Schnee». Finanziato da Innotour, il progetto mira a aiutare le destinazioni turistiche a definire strategie per affrontare i cambiamenti delle condizioni climatiche e di innevamento. Sulla base dei dati e delle proiezioni climatiche attuali e in collaborazione con il Politecnico di Zurigo e l’Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF), il promotori del progetto stanno sviluppando uno strumento destinato alle regioni di sport invernali per valutare le condizioni di innevamento attuali e future e definire misure di adattamento, tra cui l’ottimizzazione dell’offerta di sport invernali (p. es. attraverso l’innevamento artificiale e la modifica della durata della stagione), ma anche una maggiore promozione delle offerte che non dipendono dalla presenza di neve, come la cultura e la gastronomia. Nell’ambito del progetto è stata elaborata una scheda informativa sugli scenari climatici per l’inverno 2050 (Funivie Svizzere, 2024). «Kompass Schnee» si protrarrà fino al 2026. Ulteriori risultati verranno resi pubblici probabilmente nel corso dell’estate 2025 (Funivie Svizzere, 2024b).

Progetto Interreg «Beyond Snow»: alternative al turismo invernale puro

Molte stazioni sciistiche sotto i 1500 metri di quota dovranno riorientarsi strategicamente per ridurre la loro dipendenza dagli sport invernali classici. Il progetto Interreg «BeyondSnow» (2022-2025), finanziato nell’ambito della Nuova politica regionale (NPR), sostiene nove destinazioni turistiche di sei Paesi alpini particolarmente colpite dalla mancanza di neve. L’obiettivo è di aiutarle a impostare il percorso di adattamento e riorientamento. A partecipare come destinazione pilota per la Svizzera è la stazione di Sattel-Hochstuckli nel Cantone di Svitto, che nel 2023 è stata costretta a smantellare due dei tre impianti di risalita a causa di difficoltà finanziarie. Una decisione che ha suscitato viva emozione, come spiega Peter Niederer, vicedirettore del Gruppo svizzero per le regioni di montagna (SAB), che ha lanciato il progetto: Sattel-Hochstuckli è infatti una delle prime stazioni sciistiche nate nelle Prealpi e la pratica dello sci fa parte della tradizione locale. Per questa ragione si è deciso di coinvolgere sistematicamente nel progetto gli attori locali. Con la partecipazione della popolazione sono state individuate 22 misure per preparare la destinazione alle sfide future. L’accento è stato posto sulla destagionalizzazione del turismo, sugli investimenti in eventi e cooperazioni e sulla riduzione dei costi fissi. Parallelamente si punta a fare in modo che l’infrastruttura sciistica sia utilizzabile modo flessibile quando le condizioni di innevamento lo consentono. Le destinazioni sciistiche che partecipano al progetto traggono vantaggio dallo scambio di esperienze. A Sattel-Hochstuckli, per esempio, si sta pensando di organizzare un evento di ultra trail ispirato a Métabrief (FR), un’altra destinazione che partecipa a «BeyondSnow». In futuro sarà sviluppato anche uno strumento decisionale digitale accessibile al pubblico per aiutare altre destinazioni turistiche ad adattarsi in modo proattivo al cambiamento delle condizioni di innevamento attraverso il riorientamento e la diversificazione dell’offerta (SAB, 2024).

Una serie di inverni con poca neve ha reso inevitabile un riorientamento. Sattel-Hochstuckli nel febbraio 2023 (foto Thomas Egger, SAB).

Progetto Interreg «TransStat»: strategia sostenibile per il futuro dello sci nelle Alpi

Il progetto Interreg «TransStat» (2022-2025) coinvolge nove destinazioni sciistiche alpine in cinque Paesi e persegue un obiettivo simile a «Beyond Snow». Nelle destinazioni selezionate si sta sperimentando un approccio condiviso che coinvolge gli attori locali nell’ambito del quale vengono sviluppati scenari futuri per un turismo (sciistico) sostenibile. Questi scenari serviranno da base per impostare il processo di transizione. A tale scopo, «TransStat» sta creando una rete fisica e digitale di comprensori sciistici ‘in transizione’ per condividere conoscenze ed esperienze sul futuro. Un ulteriore obiettivo è quello di elaborare raccomandazioni politiche non solo per l’Arco alpino ma anche per i contesti regionali.

Progetto Innotour «Destinazioni resilienti al cambiamento climatico»: serve un approccio globale

Nelle destinazioni delle regioni di montagna i cambiamenti climatici comportano molteplici impatti che interessano direttamente il turismo. Il progetto «Destinazioni resilienti al cambiamento climatico» (2024-2026), promosso da Grigioni Vacanze (ente responsabile) e finanziato da Innotour, punta su un approccio complessivo. Martina Hollenstein Stadler, responsabile della sostenibilità di Grigioni Vacanze, spiega che l’obiettivo è fare in modo che le destinazioni turistiche affrontino in modo proattivo le sfide legate ai cambiamenti climatici. Precisa che il progetto non affronta solo la problematica della mancanza di neve, ma anche altri rischi e opportunità legati ai cambiamenti climatici. A titolo di esempio, per effetto delle estati sempre più calde nei centri urbani dell’Altopiano, le destinazioni di montagna devono prepararsi a un aumento delle presenze legato all’afflusso di persone in cerca di frescura (Serquet & Rebetez, 2011). D’altro canto, però, le precipitazioni sempre più intense provocheranno sempre più inondazioni e colate detritiche. Il progetto mira a garantire che le destinazioni partecipanti sviluppino un loro business model sostenibile a lungo termine. Nelle tre destinazioni pilota dei Grigioni (Lenzerheide, Engadin Samnaun Val Müstair e Vorderes Prättigau) è stato analizzato l’impatto diretto dei cambiamenti climatici sull’offerta e sono stati individuati i principali rischi e opportunità. Il team del progetto ha approntato una tabella di marcia e affiancherà le destinazioni nella prima fase di attuazione. Martina Hollenstein sottolinea che diventare resilienti ai cambiamenti climatici non è uno sprint, ma una maratona: «il nostro ruolo è avviare un processo che si protragga ben oltre la fine dei finanziamenti di Innotour». Il successo a lungo termine di una destinazione dipende anche dalla sua capacità di sfruttare le opportunità che si presentano.

I partecipanti al workshop organizzato nella destinazione Engadin Samnaun Val Müstair identificano le offerte e le infrastrutture colpite dai cambiamenti climatici (foto: Raphael Portmann).

La Nuova politica regionale (NPR) sostiene progetti di riorientamento del turismo

Il cambiamento può anche essere un’opportunità. La Nuova politica regionale (NPR), finanziata congiuntamente dalla Confederazione e dai Cantoni, offre alle destinazioni e alle aziende molte possibilità per cogliere le opportunità legate ai cambiamenti climatici. Finanzia per esempio studi di fattibilità per progetti di riorientamento dell’offerta turistica, come il Fideriser Heuberge in Prettigovia, o la riorganizzazione strategica di impianti di risalita, come quelli della società Wiriehornbahnen AG. Inoltre, mette a disposizione fondi per la pianificazione di misure concrete volte a promuovere il turismo estivo, ad esempio l’offerta di mountain bike nella destinazione Engelberg-Titlis, o per strategie turistiche integrate, ad esempio a Kandersteg.

I cambiamenti climatici rappresentano una sfida importante per il turismo svizzero. Attraverso i progetti descritti, alcuni dei quali presentati anche nell’ultimo numero della rivista Insight di Innotour, la SECO si impegna a sostenere il settore del turismo nella ricerca di soluzioni. Oltre a finanziare progetti, la politica del turismo della SECO mira a sostenere l’adattamento ai cambiamenti climatici, per esempio attraverso lo sviluppo e il trasferimento di conoscenze nell’ambito del «Forum Turismo Svizzera».

Innotour promuove l’innovazione, la collaborazione e lo sviluppo delle conoscenze nel settore del turismo. Il programma concentra la promozione a livello nazionale. Questo significa che la maggior parte dei mezzi a disposizione è impiegata per finanziare progetti e compiti di coordinamento di portata nazionale. Parallelamente, con lo strumento dei progetti modello vengono promossi anche progetti di portata regionale e locale.

Interreg offre la possibilità di realizzare progetti transfrontalieri concreti per lo sviluppo delle regioni. La cooperazione è finanziata in numerosi settori dall’UE, dai Paesi confinanti, dai Cantoni, dalla Confederazione e da privati. La partecipazione della Svizzera è finanziata nel quadro della Nuova politica regionale (NPR). I contributi della Confederazione provengono dal Fondo per lo sviluppo regionale e devono essere utilizzati per progetti che contribuiscono a rafforzare la competitività delle regioni. I contributi dei Cantoni, di importo equivalente, possono invece essere destinati anche a progetti che non servono direttamente a creare valore o a sviluppare l’economia regionale.

Con la Nuova politica regionale (NPR), la Confederazione e i Cantoni sostengono lo sviluppo economico delle regioni di montagna, delle aree rurali e delle regioni frontaliere. Nel 2024 ha preso il via il terzo programma di attuazione pluriennale della NPR (2024–2031). Se da un lato le attuali priorità di promozione tematiche («industria» e «turismo») sono mantenute, dall’altro è prevista la possibilità di sostenere, a determinate condizioni, piccoli progetti infrastrutturali con contributi a fondo perso. Inoltre, tra i temi trasversali verrà dato particolare risalto all’economia locale, che andrà a completare l’orientamento alle esportazioni della NPR, allo sviluppo sostenibile e alla digitalizzazione.

Link/Fonti

MeteoSvizzera, 2024. Indicatori climatici.

NCCS, National Centre for Climate Services, 2024. CH2018 – Scenari climatici per la Svizzera.

Svizzera Turismo, 2024, Winter und Klimawandel.

Gruppo svizzero per le regioni di montagna (SAB), 2024. Progetto Beyond Snow.

Segreteria di Stato dell’economia SECO, 2024, Innotour – Progetti sostenuti.

Grigioni Vacanze, 2024. Progetto Destinazioni resilienti al cambiamento climatico, ultima consultazione: 15.12.24.

SRF News, Schweizer Radio und Fernsehen, 2024. Tourismus im Misox: Auf die Flut folgen die Annullationen, ultima consultazione: 10.01.25.

Funivie Svizzere, 2024. Factsheet Klimaszenarien Winter 2050 für die Schweiz, ultima consultazione: il 10.01.25 (disponibile in tedesco e francese).

Funivie Svizzere, 2024b, Fragen und Antworten zum Wintertourismus im Klimawandel, ultima consultazione: 10.01.25 (disponibile in tedesco e francese).

Funivie Svizzere, 2024c. Saisonbilanz 2023/24. Frequentierung der Skigebiete, ultima consultazione: 21.01.2025 (disponibile in tedesco e francese).

Interreg Alpine Space, 2024. TransStat – Transitions to Sustainable Ski Tourism in the Alps of Tomorrow, ultima consultazione: 21.01.25.

Kämpf, Richard, 2024. Proaktiver Umgang mit dem Klimawandel. EventEmotion, ultima consultazione: 21.01.2025.

Letteratura scientifica

Serquet, G., Rebetez, M. Relationship between tourism demand in the Swiss Alps and hot summer air temperatures associated with climate change. Climatic Change 108, 291–300 (2011). https://doi.org/10.1007/s10584-010-0012-6

Puntata: «Ticino a Te» – creazione di valore regionale

A fine 2024, il Ticino ha ottenuto il riconoscimento Cercle régional per il suo impegno nello sviluppo di catene di valore regionale. Questo risultato è da attribuire all’efficace lavoro di promozione e valorizzazione dei prodotti agroalimentari del territorio nella ristorazione e nell’albergheria locale svolto in particolare con i progetti «Ticino a Te» e «Ticino a Tavola». In questa puntata di «Regioni al microfono», Sibilla Quadri, direttrice del Centro di Competenze Agroalimentari Ticino, presenta i due progetti e spiega perché è importante promuovere la cooperazione tra tutti gli attori interessati e in che modo i progetti possano trarre vantaggio dalle risorse e dalle esperienze disponibili.

«Siamo l’anello di congiunzione nella catena del valore della filiera agroalimentare ticinese»

Riunire tutti gli attori della filiera

Dal 2016 «Ticino a Te» si impegna a favore della cooperazione intersettoriale tra gli attori della filiera agroalimentare ticinese – agricoltura, trasformazione, distribuzione, ristorazione e albergheria. Sibilla Quadri, responsabile del progetto, sottolinea l’importanza di mettere in rete tutti i soggetti coinvolti. «Ticino a Te» dà visibilità ai produttori locali, consentendo loro di raggiungere una platea di clienti più ampia. D’altro canto, permette ai consumatori di scoprire i produttori attivi sul territorio e la loro offerta di prodotti. 

Nell’ambito di «Ticino a Te» sono state promosse diverse iniziative, tra cui «Ticino a Tavola», un’iniziativa nata dalla collaborazione tra GastroTicino, il Centro di Competenze Agroalimentari Ticino (CCAT) e l’Unione Contadini Ticinesi, alla quale hanno aderito 103 aziende di ristorazione. I ristoratori che hanno aderito all’iniziativa si impegnano a proporre almeno un menù dia tre portate oppure quattro piatti composti almeno al 60 % da prodotti ticinesi e a riservare ai vini ticinesi almeno il  40 % della loro carta. Nell’ambito dell’iniziativa, ogni anno vengono serviti 400 000 piatti preparati con prodotti ticinesi. Questo genera un fatturato di 3,5 milioni di franchi, gran parte dei quali torna agli agricoltori e ai trasformatori attivi sul territorio sotto forma di indotto.

«Se si conosce l’origine di un prodotto lo si apprezza di più».

Non conta solo il prezzo

Alla domanda se i prodotti regionali possono reggere la concorrenza di quelli della grande distribuzione a livello di prezzo, Quadri risponde che se un prodotto industriale è stato fabbricato nelle stesse condizioni di un prodotto locale i prezzi sono spesso comparabili e cita come esempio l’allevamento rispettoso degli animali (p. es. polli) o la retribuzione dei lavoratori. Sottolinea però che molto spesso il confronto viene fatto tra prodotti fabbricati in condizioni totalmente diverse.

Un compito importante di «Ticino a Te» è proprio quello di far conoscere queste differenze a livello di produzione: in collaborazione con 90 mense scolastiche, il progetto si impegna a offrire agli allievi del Cantone piatti preparati con prodotti del territorio. Secondo Quadri, è importante che i bambini imparino ad apprezzare il valore dei prodotti regionali, visto che saranno i consumatori di domani. Il progetto punta anche ad avvicinare le persone, in particolare quelle che vivono in città, ai luoghi di produzione sul territorio. Quadri è convinta che se si conosce l’origine di un prodotto, lo si apprezza si apprezza di più.

Impatto a lungo termine

Non è un caso se il Ticino abbia ottenuto più di un riconoscimento per il suo impegno nello sviluppo di catene di valore regionale. La giuria del Cercle régional ha apprezzato in particolare la passione con cui «Ticino a Te» è stato lanciato e promosso ed è rimasta impressionata dall’impatto e dai risultati conseguiti con un budget limitato. Oltre ai finanziamenti cantonali, «Ticino a Te» ha potuto beneficiare di un finanziamento iniziale nell’ambito della NPR. Dal quinto anno di attività, il Centro di Competenze Agroalimentari Ticino (CCAT) è finanziato esclusivamente dal Canton Ticino.

Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia del Cantone Ticino, spiega: «Il CCAT è stato sostenuto come progetto pilota attraverso la politica economica regionale con l’intento di mettere in rete tutti gli attori presenti sul territorio (produttori, consumatori, trasformatori, ristorazione, turismo) e favorire lo sviluppo di progetti innovativi capaci di valorizzare la ricchezza agroalimentare del Ticino. Visti i suoi effetti positivi anche per la competitività del settore primario, il Cantone ha deciso di dare continuità all’iniziativa con un contributo ricorrente previsto dalla Legge cantonale sull’agricoltura».

Quadri sottolinea quanto sia stato importante il sostegno iniziale: «Il progetto ha potuto partire grazie ai fondi della NPR e del Cantone. È importante dare continuità al nostro lavoro per il futuro del Ticino. Serve molto impegno ma servono anche tante risorse finanziarie».

Il Centro di Competenze Agroalimentari Ticino (CCAT) gestisce, coordina e sviluppa progetti nel settore dell’agricoltura e dell’alimentazione. Dispone di un’ampia rete di contatti e punta a creare sinergie tra vari progetti. Grazie alle esperienze maturate nell’ambito dello sviluppo di «Ticino a Te» e della cooperazione con il settore della ristorazione, è un partner privilegiato per la promozione e la realizzazione di progetti di sviluppo regionale, in particolare di PSR

Foto: Centro di Competenze Agroalimentari Ticino (CCAT)

Uno spazio creativo per la regione del Lago di Costanza

Nella cittadina di Arbon, sulle rive del Lago di Costanza, è nato il «luogo di creazione» ZIKpunkt, uno spazio che accoglie imprese, organizzazioni e altri attori per creare sinergie e dar vita a progetti innovativi. L’associazione ZIKpunkt vuole dare importanti impulsi alla regione, in particolare alla sua economia. Nel video Gilbert Piaser, responsabile della regione Oberthurgau, spiega la visione e l’importanza di questo progetto e il ruolo che la Nuova politica regionale (NPR) ha avuto per la sua realizzazione.

«La NPR aiuta la nostra regione a svilupparsi»

Nel suo lavoro di responsabile della regione di Oberthurgau, Gilbert Piaser era alla ricerca di qualcosa che rendesse visibile e tangibile l’impegno per la regione: «Quando si sono liberate delle superfici nell’area ZIK, l’area dismessa che prima ospitava lo stabilimento Saurer, abbiamo colto l’occasione e abbiamo lanciato il progetto. Abbiamo potuto beneficiare dei contributi della NPR già nella fase iniziale».

Grazie agli aiuti finanziari della NPR la regione Oberthurgau ha già realizzato diversi progetti. Piaser sintetizza così il sostegno ricevuto dalla NPR: «La NPR aiuta la nostra regione a svilupparsi». Nel caso di ZIKpunkt, gli aiuti sono serviti in modo particolare per finanziare la fase di concezione e avviamento e hanno permesso un importante lavoro di fondo.

Un hub dell’innovazione

Attualmente lo spazio ZIKpunkt è gestito da un’associazione creata appositamente, di cui fanno parte anche i promotori del progetto. L’associazione è diretta da un comitato. Gli obiettivi che l’associazione si è posta per la regione sono ambiziosi:

  • rafforzare l’economia
  • ridurre il più possibile la fuga di manodopera altamente qualificata
  • attrarre e formare manodopera qualificata.

Lo spazio creativo funge da hub dell’innovazione. L’associazione che lo gestisce lancia progetti promettenti in collaborazione con imprese, comuni, organizzazioni e istituzioni della regione, scegliendo consapevolmente un approccio pragmatico. «Da noi viene chi vuole realizzare qualcosa di concreto: è uno spazio per chi vuole fare, non una “fabbrica di idee”».

Raggruppare competenze e creare impieghi part-time

Quando ZIKpunkt è stato lanciato, l’offerta prevedeva diversi formati. Questo ha permesso di raccogliere esperienze e acquisire conoscenze utili, un aspetto molto importante per Gilbert Piaser: «Il primo anno abbiamo applicato il metodo “trial and error”. Ora sappiamo per certo cosa funziona e cosa no».

Nel 2024 sono arrivati i primi mandati concreti. Per esempio, ZIKpunkt ha avviato un partenariato con l’associazione PhytoValley Switzerland specializzata in medicina naturale mettendole a disposizione un management e un accompagnamento professionali. Per far fronte all’aumento del fabbisogno di risorse umane legato allo sviluppo dell’attività, sono stati creati due nuovi posti part-time per l’amministrazione e la direzione: ZIKpunkt è pronto a lanciare altri progetti innovativi e a sviluppare in modo duraturo la forza economica della regione.

Foto: ZIKpunkt

Giornate dell’apicoltura a Lucerna: riflettori puntati sulla filiera delle api e del miele

I prodotti dell’apicoltura sono tanti: miele, propoli e cera d’api sono quelli più conosciuti. Per dare visibilità all’intera filiera, l’associazione lucernese degli apicoltori (Verband Luzerner Imkervereine) ha organizzato a Sempach la prima edizione delle giornate lucernesi dell’apicoltura. L’evento si è articolato in due parti, una destinata a un pubblico di specialisti (apicoltori e attori economici), l’altra al grande pubblico con un’ampia offerta di informazioni e prodotti apistici regionali.

L’evento dedicato all’apicoltura organizzato a Sempach (Lucerna) ha attirato un folto pubblico. Se la prima giornata congressuale era rivolta agli specialisti (apicoltori e attori economici), la seconda ha attirato un largo pubblico di ogni età. I circa 600 visitatori hanno potuto sperimentare in prima persona l’importanza delle api per la nostra vita e la grande varietà di temi e di prodotti che ruotano attorno a questi preziosi insetti. L’evento ha anche offerto l’occasione per ribadire in modo inequivocabile il loro ruolo centrale di impollinatori di piante naturali e coltivate. Se ci pensiamo bene, le api sono gli animali da allevamento più importanti in assoluto, poiché con la loro attività di impollinazione non solo promuovono la biodiversità ma sostengono anche indirettamente la diversità delle specie.

«Le giornate dell’apicoltura di Lucerna sono state un successo su tutta la linea, tanto che abbiamo deciso di riproporle anche l’anno prossimo. Vi aspettiamo!»

Beat Lichtsteiner, responsabile del progetto «Giornate dell’apicoltura di Lucerna»

Le giornate dell’apicoltura di Lucerna hanno offerto tante occasioni per scoprire, degustare e imparare:

  • colonia di api in un’arnia in plexiglas con griglia di protezione (voliera)
  • degustazione di diversi tipi di miele
  • ricette a base di miele o idromele (vino di miele)
  • degustazione di birra, brandy e whisky al miele
  • produzione di fogli cerati
  • cosmetici e rimedi naturali a base di prodotti apistici
  • apiterapia per la cura dell’asma e la desensibilizzazione
  • giardini seminaturali
  • installazione e manutenzione di casette per api selvatiche.

Prodotti regionali, sostenibili e rispettosi dell’ambiente

Con un approccio orientato alla sostenibilità e alla consapevolezza ambientale, l’evento per il largo pubblico («Bienenzauber») si è concentrato sulla presentazione di prodotti regionali, caratterizzati da un consumo minimo di energia grigia. La loro produzione, il trasporto e il consumo diretto sul posto hanno un impatto ambientale nettamente inferiore rispetto ai prodotti che arrivano da lontano. Inoltre, il consumo di prodotti regionali rafforza l’economia locale e sostiene le piccole imprese a conduzione familiare.

Video: Giornate dell’apicoltura a Lucerna

Sviluppo graduale in tre fasi

L’idea di organizzare un congresso per rafforzare la filiera apistica è stata realizzata grazie ai fondi della Nuova politica regionale (NPR) e a fondi e prestazioni propri dei promotori. Il progetto prevede uno sviluppo graduale a tre fasi che permetterà di acquisire preziose conoscenze e ottimizzare costantemente l’organizzazione. La prima fase, attuata con successo nel 2024, prevedeva lo svolgimento di due giornate congressuali: una destinata al target principale della filiera, ossia gli apicoltori, e volta a fornire conoscenze approfondite a un pubblico specializzato; l’altra intesa quale festival destinato a un largo pubblico.

Incentivare i partenariati locali

Nella seconda fase è prevista una terza giornata che permetterà di mettere in rete il gruppo target principale degli apicoltori con attori economici regionali e imprese, allo scopo di promuovere la cooperazione, dare maggiore visibilità alla filiera e facilitare potenziali joint venture o partenariati. In questa giornata verrà inoltre promosso il dialogo con gli attori politici.

Nella terza fase di sviluppo verrà organizzata una quarta giornata destinata a sensibilizzare  bambini e adolescenti su temi quali la diversità delle specie animali e vegetali, il mondo degli insetti, la sostenibilità e la produzione regionale. A tempo debito si cercheranno partner in grado di contribuire all’organizzazione di questa quarta giornata.

Fotos: Bienentage Luzern

«Grazie al contributo NPR abbiamo potuto realizzare l’idea in tempi brevi e con un alto livello qualitativo. In questo progetto l’effetto leva di un contributo relativamente modesto è enorme».

Beat Lichtsteiner, responsabile del progetto «Giornate dell’apicoltura di Lucerna»

Banca dati dei progetti regiosuisse

Alla riscoperta dei sapori regionali

Patricia Michaud

Il Vacherin Mont-d’Or, prodotto artigianalmente tra metà agosto e metà marzo nella Vallée de Joux (VD) e alle pendici del Giura vodese, è uno dei formaggi più conosciuti della Svizzera occidentale. Si distingue per la sua cremosità e per il suo sapore fruttato molto particolare dovuto alla fine fascera di corteccia che lo avvolge.
Vent’anni fa, i membri dell’Interprofession du Vacherin Mont-d’Or, un’organizzazione interprofessionale fondata nel 1999 per tutelare questa specialità e preservarne la produzione, hanno ottenuto il massimo riconoscimento: la denominazione di origine protetta AOP. Il prodotto è famoso anche per la sua scatola rotonda in legno di abete che lo protegge e lo rende immediatamente riconoscibile nei banchi refrigerati dei negozi di alimentari.

Fino a due anni fa, questa caratteristica confezione non era prodotta nella regione, bensì nella vicina Francia. Certo, con legno locale ma pur sempre in un atelier francese (ricordiamo che la foresta di Risoud, la più grande foresta continua d’Europa, è vicina al confine). L’organizzazione interprofessionale voleva però che gli affinatori svizzeri controllassero l’intera catena di produzione e che il Vacherin Mont-d’Or tornasse a essere un formaggio completamente locale, anche dal punto di vista del confezionamento. Ha quindi istituito una commissione incaricata di trovare soluzioni per produrre nuovamente le confezioni nella regione. Grazie a un finanziamento pubblico-privato a orientamento locale, nel 2021 è stata costituita la Valartibois, una società a responsabilità limitata che si avvale del know-how di un’azienda forestale della Vallée de Joux e utilizza macchinari storici riacquistati appositamente per produrre gli elementi delle scatole. Con questo approccio, i responsabili del progetto puntano a rafforzare l’importanza del marchio AOP del Vacherin Mont-d’Or. Nell’interesse dell’intera regione.

Progetto NPR nella banca dati di regiosuisse

La versione integrale in francese.

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Prodotti regionali, una realtà di nicchia con un potenziale di crescita

Pirmin Schilliger

Cosa c’è dietro il successo dei prodotti regionali? Quali sono le prospettive future per questi prodotti? Queste e altre domande sono state al centro della tavola rotonda di regioS alla quale hanno partecipato Eliane Kern, responsabile comunicazione e eventi di «Feld zu Tisch», una piattaforma B2B per i prodotti regionali nell’area di Basilea; Peter Stadelmann, responsabile prodotti regionali della riserva della biosfera UNESCO Entlebuch e Urs Bolliger, direttore e responsabile mercati di Culinarium, l’associazione responsabile del marchio «regio.garantie» nella Svizzera orientale.

I partecipanti sono stati unanimi nell’affermare che i programmi di promozione della Confederazione (Nuova politica regionale NPR, progetti di sviluppo regionale PSR, Innotour ecc.) assicurano un contributo determinante al successo dei prodotti regionali. Secondo Urs Bolliger, nei progetti di Culinarium sostenuti nell’ambito della promozione dello smercio dell’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG), la parte degli aiuti finanziari della Confederazione rispetto al totale è compresa tra il 30 e il 50 per cento. La piattaforma «Feld zu Tisch» e la riserva della biosfera Entlebuch hanno invece potuto contare soprattutto sui contributi nell’ambito di progetti di sviluppo regionale (PSR).

Se la collaborazione tra produttori regionali e dettaglianti è ben consolidata, quella con la ristorazione stenta a decollare. Il team di «Feld zu Tisch» punta in particolare alla ristorazione collettiva. Eliane Kern ammette che la possibilità di sfondare in questo segmento dipende anche dallo sviluppo dell’infrastruttura di produzione. In questo settore sono infatti richiesti prodotti preconfezionati e pronti al consumo (convenience food).

Per quanto riguarda le prospettive future, Urs Bolliger invita a rimanere con i piedi per terra: oggi la quota di mercato dei prodotti regionali è compresa tra il 5 e il 10 per cento. Si tratta quindi di un mercato di nicchia, che però presenta un potenziale di crescita. Bolliger pensa a nuovi canali di vendita, come i distributori automatici delle FFS, che inseriranno nella loro offerta anche prodotti regionali.

La versione interale in francese o tedesco.

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Sapori regionali in albergo, a cominciare dalla prima colazione

Pirmin Schilliger

La prima colazione svizzera non si limita al bircher müesli: gli alberghi che puntano in modo mirato su prodotti freschi e specialità locali possono soddisfare anche i palati più esigenti offrendo loro, fin dal primo mattino, un’esperienza unica. Consapevoli di queste potenzialità, alcune organizzazioni del settore hanno lanciato il progetto Innotour «Colazione regionale sviz­ zera». I risultati dell’iniziativa, conclusasi a fine 2022, sono confluiti in un opuscolo, che ora funge da guida per tutti gli esercizi che vogliono profilarsi con prodot­ ti locali.

L’assortimento di pane proposto a colazione agli ospiti dell’hotel Kartause di Ittingen, in Turgovia, è allettante: trecce con o senza sesamo e pane di segale artigianale dal forno a legna, a cui si aggiungono pane a lievitazione naturale, pane Graham e quattro tipi di croissant. Il buffet offre inoltre mar­ mellate di mele, di albicocche e di more, formaggi (brie, for­ maggi erborinati, formaggi a pasta molle e a pasta dura), quark alle erbe, burro di caseificio, prosciutto di qualità, crema da spalmare a base di peperoni grigliati, anelli di mele, pane di pere e un bircher müesli artigianale. Tra le bevande spiccano il siero di latte con purea di fragole, la spremuta a base di erba di farro e il sidro di mele. Tutte le pietanze sono preparate al momento. «Quasi tutto è fatto in casa», sottolinea Valentin Bot, direttore del tre stelle superiore che punta sia alla clientela d’affari (organizzazione di seminari) sia a quella del tempo libero. La maggior parte degli ingredienti proviene dalla regione, escluso naturalmente il caffè. Prodotti industriali, come formaggi cerati, qui non se ne trovano.

Tradizione e tendenze

Il buffet con cui il team di Ittingen delizia gli ospiti ogni mattina è un esempio emblematico del progetto Inno­tour «Colazione regionale svizzera quale fattore di posiziona­mento», lanciato congiuntamente dall’associazione di categoria HotellerieSuisse, dalla Società svizzera dei cuochi (skv), dalla scuola alberghiera di Thun e dal Culinarium Alpinum, un centro di competenza per l’arte culinaria delle regioni alpine con sede a Stans (NW). Il progetto Innotour, durato due anni, si è concluso a fine 2022 e ha beneficiato di un aiuto finanziario della Confederazione pari a circa 100 000 franchi.

Per l’hotel Kartause di Ittingen, uno degli otto esercizi che hanno partecipato al test, non si è trattato di una novità assoluta. Il suo direttore, Valentin Bot, sottolinea infatti che la caratterizzazione regionale è una tradizione della struttura e gode da tempo di grande considerazione. Un numero cre­ scente di ospiti apprezza questo approccio e la domanda di prodotti gastronomici regionali è una delle maggiori ten­ denze del momento.

Nella preparazione della colazione turgoviese, l’albergo attinge ampiamente alla produzione propria. L’antico con­vento nei pressi di Frauenfeld possiede infatti un centinaio di ettari di superficie agricola, in parte coltivati a vigna, ortaggi ed erbe aromatiche e in parte occupati da boschi e pascoli, con bovini, maiali, pecore e galline, un alveare e addirittura un allevamento di trote; la struttura include inoltre un panifi­ cio, un caseificio e una macelleria. La stragrande maggio­ranza degli alberghi non dispone ovviamente di simili prero­gative. Tuttavia, questo non ha impedito agli altri sette esercizi che hanno preso parte al progetto di porsi obiettivi ambiziosi in termini di caratterizzazione regionale.

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Lavori preparatori e aspettative degli esperti

Per ridurre le barriere all’ingresso per gli esercizi coin­volti, gli studenti della scuola alberghiera e quelli di una scuola professionale hanno svolto importanti lavori prepara­tori. Dopo aver identificato le varie specialità di ciascuna regione, hanno valutato l’offerta e la domanda ed effettuato analisi aziendali. Su tale base gli otto esercizi pilota hanno dato forma alle rispettive proposte. Questo processo creativo ha permesso di evidenziare uno spaccato sorprendentemente vario delle prelibatezze che si possono offrire per la prima colazione in Svizzera. Al progetto Innotour hanno partecipato i seguenti alberghi: Steinenschanze (Basilea), Grand Hôtel Les Endroits (La Chaux­de­Fonds), Saratz (Pontresina), Adler (Adel­ boden), Federale (Lugano), Paxmontana (Flüeli Ranft), Bouti­que Hotel (Chandolin) e il citato hotel Kartause (Ittingen).

Non tutte le aspettative degli esperti sono state soddi­sfatte sin da subito. A detta di Dominik Flammer, specialista di alimentazione e fondatore del Culinarium Alpinum, nelle cola­zioni avrebbero dovuto trovare posto anche prodotti espres­sione del territorio in grado di sorprendere gli ospiti, come il burro alle noci fatto con il latte delle mucche di razza grigia retica nei Grigioni, il burro di Evolène con sale affumicato delle saline di Bex in Vallese, senza dimenticare la vasta scelta di formaggi tipici come il Vacherin Mont d’Or e il Gruyère del Giura, le marmellate di ciliegie nel Cantone di Zugo o le sele­zioni di tè e tisane a base di erbe locali. Le proposte di Flam­mer si sono poi concretizzate in una seconda fase del progetto.

Uno sforzo economico che dà i suoi frutti

Le difficoltà principali del progetto sono state quelle connesse alla logistica. La maggior parte degli esercizi hanno dovuto riorganizzare gli acquisti e individuare fornitori locali e regionali adeguati. I maggiori costi da sostenere potrebbero rappresentare, anche in futuro, la principale barriera per gli alberghi che intendono introdurre la colazione regio­nale. Senza dubbio i prodotti di marca già pronti permettono di contenere le spese, ma Lukas Gasser di HotellerieSuisse, responsabile del progetto, dubita che una scelta al risparmio di questo tipo sia davvero così vantaggiosa e sottolinea come una prima colazione a base di prodotti regionali sia oggi uno degli elementi imprescindibili del pacchetto offerto da un albergo.

I risultati del progetto, incluse le proposte di colazione sviluppate dagli otto esercizi pilota, sono confluiti in un opuscolo di recente pubblicazione, che funge al tempo stesso da guida e supporto operativo. Una ragione in più per non rinun­ciare, d’ora in poi, a una colazione autentica e genuina in albergo.

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Mobilità turistica per una destinazione sostenibile

Pirmin Schilliger

Per la regione Engadina-Samnaun-Val Monastero la mobilità sostenibile rappresenta un importante fattore di attrattività oltre che una caratteristica distintiva. Non a caso negli ultimi anni la regione ha lanciato una serie di iniziative innovative e progetti pilota che, a seconda dell’obiettivo perseguito, beneficiano del sostegno della NPR, di Interreg o di Innotour. Il vero salto di qualità per l’accessibilità della regione è stata l’apertura della galleria del Vereina della Ferrovia retica nel 1999. Da allora, l’organizzazione incaricata della promozione turistica Tourismus Engadin Scuol Samnaun Val Müstair AG (TESSVM) e quella competente per lo sviluppo regionale Regiun Engiadina Bassa / Val Müstair (EBVM) si adoperano, insieme ai comuni, per migliorare anche le offerte di mobilità regionali. L’ultima iniziativa in questo senso risale al 2022, con il lancio di una carta ospiti che consente di fruire gratuitamente dei trasporti pubblici regionali. La versione PLUS della carta include anche tratte transfrontaliere verso l’Italia, per esempio per raggiungere Malles Venosta (Alto Adige) attraverso il passo di Resia o il passo del Forno, oppure verso l’Austria in direzione di Nauders e Landeck (Tirolo). Da oltre dieci anni la regione garantisce inoltre ai turisti il trasporto dei bagagli sull’«ultimo chilometro», ossia tra la stazione ferroviaria e l’albergo o l’appartamento di vacanza.

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Tra le principali offerte rivolte al turismo estivo nella Bassa Engadina figura una rete di oltre 2300 chilometri di percorsi per mountainbike e sentieri pedestri. In coordinamento con il progetto cantonale «graubünden bike», sostenuto dalla NPR, la regione sta sviluppando ulteriori offerte per mountainbike e percorsi di trail sulla base di un masterplan denominato TRAI(L)S VALS. Un altro progetto si focalizza invece sulle infrastrutture per le bici elettriche, in particolare sulla realizzazione di una rete di stazioni di ricarica.

Gli sforzi per rendere più sostenibile la mobilità stanno dando i loro frutti. Oggi circa un quarto degli ospiti raggiunge la Bassa Engadina con i trasporti pubblici. Si tratta di un risultato incoraggiante, ma il vero obiettivo è ancora lontano.
Per questa ragione, le due organizzazioni TESSVM e EBVM hanno dichiarato la mobilità sostenibile compito strategico permanente.

engadin.com/de/gaestekarte

egiosuisse.ch/it/banca-dati-dei-progetti

regiunebvm.ch

La versione integrale in tedesco.

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Guida digitale sulla promozione della piazza economica

La Confederazione promuove la piazza economica attraverso una vasta gamma di sostegni e finanziamenti per aziende e varie organizzazioni, offerte che finora gli utenti facevano fatica a trovare. Per agevolare la ricerca è stata sviluppata la «Guida alla promozione della piazza economica», un tool di consulenza interattivo che integra le attuali rubriche del sito della SECO e aiuta gli utenti a individuare la giusta offerta in pochi click. Attualmente comprende 16 strumenti di finanziamento con una cinquantina di offerte.

www.promotion.guide/it

Mobilità sostenibile nelle regioni

Pirmin Schilliger & Urs Steiger
La mobilità svolge indubbiamente un ruolo importante per lo sviluppo regionale. Nella nostra economia basata sulla divisione del lavoro, l’accessibilità delle aree urbane – ma anche di quelle rurali – è un fattore di localizzazione decisivo.
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Con i Programmi di sviluppo strategico per le strade e le ferrovie nazionali e i rispettivi fondi di finanziamento, la politica dei trasporti garantisce le infrastrutture di base ma promuove al tempo stesso lo sviluppo di soluzioni di trasporto e mobilità sostenibili. A sostenere queste soluzioni sono però anche altri strumenti, come il Programma Traffico d’agglomerato (PTA), la Nuova politica regionale (NPR), Interreg, i Progetti modello Sviluppo sostenibile del territorio (MoVo), Innotour o l’Ufficio di coordinamento per la mobilità sostenibile (COMO). Questo numero di regioS analizza le sfide legate allo sviluppo di soluzioni sostenibili per i trasporti e la mobilità e presenta gli strumenti di finanziamento disponibili, in particolare per gli attori regionali.

Nell’odierna società globalizzata, un sistema di trasporti efficiente e accessibile rappresenta un vantaggio competitivo fondamentale. Senza collegamenti efficienti, intere aree rischiano di trovarsi rapidamente isolate. In virtù dell’obiettivo politico di favorire un’occupazione decentralizzata del territorio sancito dalla legge federale sulla pianificazione del territorio (LPT), l’accessibilità delle regioni riveste un’importanza politica e sociale particolare e contribuisce alla coesione nazionale al di là delle barriere culturali e sociali. Secondo il Piano settoriale dei trasporti, che delinea la strategia del Consiglio federale in materia di mobilità, tutte le regioni devono potersi sviluppare in modo adeguato.

In Svizzera, puntare su una mobilità che garantisca pari opportunità non è un obiettivo di facciata, ma un’esigenza nazionale, sia che si parli di centri urbani, di agglomerati, di aree rurali dell’Altopiano o di regioni di montagna. Secondo Nicole A. Mathys, capa della sezione Dati di pianificazione dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE), non è un caso che la Svizzera disponga di una delle reti di trasporto più fitte al mondo con circa 83 300 chilometri di strade e 5200 chilometri di linee ferroviarie. Non c’è praticamente luogo nel Paese che non sia servito dai trasporti pubblici. Persino a Juf (GR), il paesino più alto d’Europa che conta una trentina di abitanti, c’è un servizio di autopostale giornaliero con cadenza bioraria.

La popolazione svizzera fa largo uso di quest’ampia offerta: otto lavoratori su dieci sono pendolari e in media impiegano circa un’ora per i tragitti casa-lavoro. Il traffico del tempo libero è ancora più importante: secondo il microcensimento mobilità e trasporti (MCMT) è responsabile di quasi la metà delle distanze giornaliere percorse (44 %). Che si tratti di lavoro o di attività di svago, la mobilità è intrinseca alla società moderna. Le strade, le ferrovie, i percorsi ciclabili e pedonali e i mezzi di trasporto che utilizziamo non sono però spuntati dal nulla, ma sono stati costruiti nell’arco di decenni. Sono il risultato di innumerevoli sforzi promossi all’intersezione tra territorio, tecnica, scienza, società e politica.

Un compito estremamente complesso

Sviluppare i trasporti e la mobilità in un’ottica di sostenibilità è un compito estremamente complesso. Da un lato, le «Prospettive di traffico 2050» elaborate dal Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) si basano su almeno sette tendenze determinanti, una trentina di fattori di influsso e un centinaio di variabili. Dall’altro, la progettazione di soluzioni di trasporto e di mobilità coinvolge molti attori della Confederazione, dei Cantoni, delle regioni e dei comuni, come evidenzia Nicole A. Mathys dell’ARE. Questo richiede conoscenze e competenze in diversi ambiti, per esempio quelli dei trasporti, dello sviluppo territoriale, dell’ambiente, dell’edilizia residenziale e dell’energia. A livello nazionale la responsabilità delle infrastrutture di trasporto spetta al DATEC. Tuttavia, anche i Cantoni e i comuni hanno obblighi in questo campo, in particolare per quanto riguarda la costruzione e la manutenzione delle strade cantonali e comunali, il trasporto pubblico locale e regionale e lo sviluppo della mobilità lenta. Nel progettare una mobilità sostenibile e in linea con le esigenze economiche, sociali ed ecologiche, questi attori sono chiamati a coordinare per quanto possibile gli interessi della società e dell’economia tenendo conto dello sviluppo degli insediamenti e del rispetto dell’ambiente.

Le Prospettive di traffico 2050 delineano, sulla base di quattro scenari, l’evoluzione possibile della mobilità e dei trasporti fino al 2050 (cfr. riquadro). Dall’analisi emerge chiaramente che in generale il traffico continuerà ad aumentare, ma a un ritmo più lento rispetto alla popolazione. Già oggi, i limiti di capacità sono stati raggiunti in diverse località. Per questa ragione, il Piano settoriale dei trasporti prevede che in futuro le capacità di trasporto di merci e passeggeri dovranno essere utilizzate con maggiore efficienza ed essere potenziate in modo mirato. Inoltre, in tutti i sistemi di trasporto sono necessari miglioramenti in termini di efficienza energetica in modo da ridurre le emissioni di gas serra e azzerarle entro il 2050. Questo obiettivo può essere raggiunto solo attraverso un processo di trasformazione. Nicole A. Mathys pensa che in futuro le offerte di mobilità dovranno essere maggiormente sostenibili, trasparenti, flessibili, interconnesse, comode, facilmente fruibili e a zero emissioni di CO2. Inoltre, il trasporto individuale motorizzato dovrà essere ridotto, mentre il trasporto pubblico andrà ulteriormente potenziato.

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Migliorare la mobilità riducendo il traffico

In Svizzera i progetti nel settore della mobilità sostenibile possono usufruire di numerose possibilità di finanziamento, come illustra la panoramica dei programmi di promozione. A livello regionale, gli sforzi si concentrano non tanto sui grandi progetti infrastrutturali – come la galleria del Rosenberg sull’A1 a San Gallo, l’ampliamento della linea ferroviaria lungo il versante sud del Giura o l’acquisto di nuovi mezzi di trasporto – che rientrano nella politica dei trasporti di competenza della Confederazione, quanto piuttosto sulla promozione di nuove soluzioni di mobilità e di offerte di servizi che ottimizzano i sistemi esistenti e riguardano per esempio il traffico pendolare o professionale, il traffico turistico e quello del tempo libero. Secondo Nicole A. Mathys, sono necessarie iniziative che favoriscano la riduzione del traffico in generale e il cambio di comportamento degli utenti della circolazione e che vadano nel senso di un potenziamento della rete di piste ciclabili e vie pedonali promuovendo il passaggio al trasporto pubblico. Servono inoltre misure di pianificazione del territorio che contribuiscano a migliorare la qualità e l’attrattiva degli insediamenti e consentano agli abitanti di coprire la maggior parte delle loro esigenze quotidiane nelle immediate vicinanze. I bisogni di mobilità, che continuano malgrado tutto ad aumentare di pari passo con il benessere, andranno soddisfatti in modo non solo più efficiente, ma anche più ecologico e meno inquinante.

La sfida più grande a livello di pianificazione sta nel far convergere gli interessi di tutte le parti interessate e nell’unire le forze per uno sviluppo coerente. Oltre alla pianificazione generale dei trasporti della Confederazione attraverso il Piano settoriale dei trasporti, i Programmi di sviluppo strategico per le strade nazionali (PROSTRA) e per l’infrastruttura ferroviaria (PROSSIF) e i programmi d’agglomerato – finanziati attraverso il Fondo per l’infrastruttura ferroviaria (FIF) e il Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato (FOSTRA) – tutti i Cantoni dispongono di strategie di mobilità, piani direttori e strumenti di pianificazione propri. Lucerna, per esempio, basa l’attuazione sul programma di costruzione delle strade cantonali, sul rapporto relativo al trasporto pubblico e sulla pianificazione cantonale della ciclomobilità. Tutti questi strumenti verranno riuniti in un nuovo programma integrato della mobilità che permetterà al Cantone di coordinare la sua azione con le regioni e i comuni. Nicole A. Mathys osserva che tra gli enti, gli organismi e i livelli di intervento considerati si sta facendo strada una visione condivisa di quelli che devono essere i contenuti della pianificazione di una mobilità sostenibile e lungimirante: ossia evitare il traffico, trasferirlo e renderlo più sostenibile e interconnesso.

Priorità diverse

In sede di attuazione le priorità variano a seconda della regione e del tipo di traffico. Nelle città e negli agglomerati l’accento è posto sulle misure per contrastare i picchi di traffico e i tempi di attesa in colonna, mentre in molti comuni dell’Altopiano come Niederbipp (BE), Obergösgen (SO) o Winznau (SO) le sfide principali sono rappresentate dal traffico pendolare e dalla pianificazione degli insediamenti. Secondo uno studio di Pricehubble, una società specializzata nell’analisi dei dati immobiliari, l’evoluzione osservata in questi tre comuni è sintomatica di quella riscontrabile in molte altre località svizzere: pur essendo in piena campagna, stanno diventando «comuni dormitorio» per via degli alloggi relativamente più convenienti e della vicinanza alla città di Zurigo (al massimo un’ora di tragitto in auto). Ancora più economico è lavorare a Basilea e abitare nel Giura, per esempio a Haute-Sorne, Moutier o Develier. Anche i comprensori di alcuni centri intra-alpini, come Visp o St. Moritz, sono confrontati a dinamiche di mobilità e di insediamento simili. Nei periodi di alta stagione, le grandi destinazioni turistiche alpine devono affrontare problemi analoghi a quelli degli agglomerati e delle città: ingorghi e parcheggi sovraffollati. Nelle regioni di montagna periferiche e nelle valli laterali discoste, le sfide sono molto diverse: si tratta di lottare contro lo spopolamento e di mantenere i collegamenti di trasporto pubblico.

Per ora non è possibile prevedere quali scelte politiche future potranno accelerare la trasformazione della mobilità rendendola più sostenibile. La leva più importante è senza dubbio il traffico stradale, responsabile di circa un terzo del consumo totale di energia. In Svizzera, il tasso di motorizzazione è elevato e si attesta a circa 550 auto ogni 1000 abitanti, mentre l’efficienza energetica è estremamente bassa. Ciò è dovuto principalmente all’alto numero di auto di grossa cilindrata in circolazione, la maggior parte delle quali utilizzate per tragitti con un solo occupante. Le emissioni medie di CO2 prodotte dalle auto nuove in Svizzera sono tra le più alte d’Europa. Secondo Nicole A. Mathys non vi sono alternative: bisogna rendere il trasporto su strada più efficiente dal punto di vista energetico e meno inquinante. Con la Roadmap mobilità elettrica la Confederazione punta a fare in modo che la quota di veicoli con spina di nuova immatricolazione (auto elettriche pure e ibride plug-in) raggiunga il 50 % entro la fine del 2025. Un altro potenziale ampiamente inutilizzato è la gestione del traffico basata sui dati al fine di permettere un uso più efficiente dei mezzi di trasporto e delle infrastrutture. 

A detta di Nicole A. Mathys, nel settore del trasporto individuale motorizzato, che attualmente rappresenta il 70 % dei costi esterni generati dal traffico, ovvero 14 miliardi di franchi all’anno, sussiste un potenziale di ottimizzazione considerevole. L’elettrificazione del parco veicoli rappresenta, nel migliore dei casi, solo una soluzione parziale al problema: anche i veicoli elettrici possono rimanere bloccati negli ingorghi, occupano spazio e consumano elettricità che non è sempre prodotta in modo ecologico.

Promuovere soluzioni di mobilità innovative

I principali strumenti di pianificazione per le infrastrutture di mobilità sono i programmi di sviluppo strategico PROSSIF (infrastruttura ferroviaria) e PROSTRA (strade nazionali). Entrambi i programmi sono finanziati da un lato dal Fondo per l’infrastruttura ferroviaria (FInFer), che prevede un volume di investimenti pari a 19,3 miliardi di franchi per le due fasi di ampliamento fino al 2025 e fino al 2035, dall’altro dal Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato (FOSTRA), che prevede uno stanziamento di 11,6 miliardi di franchi per le strade nazionali (PROSTRA-SN) fino al 2030, di 7,18 miliardi di franchi per le prime tre generazioni di programmi d’agglomerato (dal 2008 al 2023) e di circa 1,6 miliardi di franchi per la quarta generazione di programmi (dal 2024). Questi strumenti contribuiscono in modo significativo all’accessibilità delle regioni e al tempo stesso sostengono gli sforzi degli attori per accelerare il processo di transizione verso la mobilità sostenibile e sviluppare soluzioni innovative.

Gli strumenti di politica dei trasporti basati sulle infrastrutture sono integrati da strumenti e programmi di promozione che perfezionano e sostengono questo processo a livello regionale. Su questi strumenti e programmi si focalizza il nuovo numero di regioS.

Programma Traffico d’agglomerato (PTA)

Con questo programma, la Confederazione sostiene finanziariamente progetti per migliorare il traffico nelle città e negli agglomerati. Il programma si concentra sul potenziamento delle capacità di trasporto pubblico, sull’elettrificazione dei vettori di trasporto, sul miglioramento dell’interconnessione grazie a piattaforme e su un’infrastruttura sicura e attrattiva per la mobilità ciclopedonale. Per quanto riguarda il trasporto individuale motorizzato, l’accento è posto su misure di moderazione del traffico in generale e nelle strade dei quartieri in particolare, sulle zone di incontro e su interventi mirati per decongestionare i centri urbani. Il perimetro di promozione comprende i comuni aventi diritto ai contributi organizzati in enti responsabili, tra cui gli agglomerati intra-alpini di Coira, Davos, St. Moritz, Altdorf, Glarona, Briga-Visp-Naters (Alto Vallese), Sion (Vallese centrale), Martigny (Coude du Rhône) e Chablais (Monthey-Aigle-Bex), nonché le aree del programma Interreg nelle regioni di confine.

Il PTA è il programma di promozione finanziariamente più importante. Nell’ambito della procedura di consultazione in merito alla quarta generazione di progetti, la Confederazione si è pronunciata a favore dello stanziamento di 1,6 miliardi di franchi (cofinanziamento pari al 37%). I Cantoni, le città e i comuni contribuiranno con altri 2,7 miliardi di franchi (63 %). Il PTA esplica i suoi effetti soprattutto nelle aree urbane, ma promuovendo soluzioni di mobilità per il traffico pendolare o per il tempo libero ha un impatto di vasta portata anche nelle aree rurali e di montagna e nei Paesi limitrofi. I progetti PTA dimostrano che, in un piccolo Paese come la Svizzera, gli effetti delle misure adottate in materia di trasporti oltrepassano spesso il perimetro di pianificazione.

➜ Esempi di progetti (periodo di programmazione attuale):

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Nuova politica regionale (NPR)

Sotto la direzione della Segreteria di Stato dell’economia (SECO) e in collaborazione con i Cantoni, la NPR sostiene progetti di trasporto e mobilità che contribuiscono concretamente a migliorare la competitività delle regioni, per esempio nel settore del turismo. La Confederazione e i Cantoni contribuiscono al finanziamento dei progetti in misura paritaria (50 % ciascuno). Molti progetti di mobilità vengono avviati nell’ambito di una politica che punta a migliorare l’accessibilità e che è parte integrante della strategia di sviluppo della regione interessata.

➜ Esempi di progetti:

Programmi Interreg

Interreg, a cui la Svizzera partecipa nel quadro della NPR, promuove la cooperazione transfrontaliera e persegue obiettivi simili a quelli della NPR. I progetti di trasporto e mobilità sono una chiara priorità, soprattutto nelle quattro regioni di confine caratterizzate da una crescente cooperazione: Svizzera nordoccidentale / Germania / Francia, Ginevra / Svizzera occidentale / Francia, regione del Lago di Costanza / Germania / Austria, Ticino / Grigioni / Vallese / Italia.

➜ Esempi di progetti:

Attila Kartal nell’officina di Rent a Bike AG a Willisau (LU). I servizi che l’azienda offre promuovono la bici come mezzo di trasporto per le necessità quotidiane ma anche per le attività del tempo libero.© regiosuisse

Progetti modello per uno sviluppo sostenibile del territorio

Attraverso questi progetti otto servizi federali promuovono, sotto la guida dell’ARE, nuovi approcci e metodi per uno sviluppo territoriale sostenibile, tra cui nuove soluzioni per la mobilità. Nell’attuale quarto periodo di programmazione (2020–2024), la Confederazione sostiene 31 progetti per un totale di 3,9 milioni di franchi. Di questi, otto progetti riguardano esplicitamente la mobilità e puntano a promuovere percorsi brevi, movimento e luoghi di incontro.   

➜ Esempi di progetti in corso o da poco conclusi:

Innotour

La Confederazione sostiene finanziariamente il programma Innotour che promuove l’innovazione, la cooperazione e lo sviluppo delle conoscenze nel settore del turismo. Per il periodo 2020-2023 ha stanziato 30 milioni di franchi. Il programma, coordinato dalla SECO, si concentra sui nuovi servizi turistici nel settore dell’alloggio, della ristorazione e dell’accoglienza, ma anche sul trasporto dei bagagli e sul traffico. In definitiva, le soluzioni di mobilità turistica sostenibile contribuiscono a decongestionare il sistema svizzero dei trasporti, nel quale il traffico del tempo libero assume notoriamente un ruolo preponderante.

➜ Esempi di progetti:

Ufficio di coordinamento per la mobilità sostenibile (COMO)

L’ufficio di coordinamento, che ha sede presso l’Ufficio federale dell’energia, finanzia ogni anno una dozzina di progetti per soluzioni di mobilità sostenibile. Le risorse finanziarie provengono dal programma SvizzeraEnergia. I progetti sono cofinanziati da sei uffici federali: ARE, UFAM, UFE, UFSP, UFT e USTRA. I finanziamenti sono destinati a soluzioni di trasporto rispettose dell’ambiente e volte a favorire il risparmio di risorse e la promozione della salute. I progetti sostenuti spaziano dalle app per facilitare la gestione dei parcheggi alle misure per promuovere il trasporto pubblico e la mobilità lenta.

➜ Esempi di progetti in corso:

Potete trovare altri progetti nella banca dati di regiosuisse: https://regiosuisse.ch/it/banca-dati-dei-progetti

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Prospettive di traffico 2050

Le Prospettive di traffico 2050 delineano quattro possibili scenari di sviluppo, tra cui quello di base su cui si fonda la pianificazione futura. Secondo questo scenario, entro il 2050 il traffico passeggeri in Svizzera aumenterà dell’11% (in passeggeri-chilometro) considerate tutte le categorie di trasporto. Nello stesso periodo la popolazione crescerà di oltre il 20%, raggiungendo i 10,4 milioni di persone. Il DATEC prevede aumenti nettamente maggiori per il traffico del tempo libero, che già oggi è responsabile del 44% di tutte le distanze giornaliere percorse. Rispetto a oggi, le distanze percorse per fare acquisti dovrebbero aumentare del 15%, mentre i tragitti casa-lavoro dovrebbero diminuire del 13%. I fattori che determinano questo sviluppo sono l’invecchiamento demografico e la connessa diminuzione della quota di popolazione attiva sul totale degli abitanti e, soprattutto, la riduzione del traffico pendolare dovuta all’espansione del telelavoro.

Si prospettano cambiamenti anche nella ripartizione modale: con la progressiva urbanizzazione e il potenziamento del trasporto pubblico, chi vive in città avrà tendenza a utilizzare meno la propria auto. Basti pensare che già oggi, nelle grandi città, circa la metà delle famiglie non possiede un veicolo a motore. Nelle aree rurali e periferiche, invece, l’auto resterà indispensabile. Secondo le prospettive, il trasporto individuale motorizzato dovrebbe diminuire del 5% entro il 2050, ma rappresenterà pur sempre il 68% del traffico viaggiatori totale. Il trasporto pubblico potrebbe far segnare una progressione dal 3 al 24% entro il 2050 e sono attesi progressi significativi nel traffico ciclistico: le distanze percorse in bicicletta, pur continuando a rappresentare una minima parte degli spostamenti, potrebbero raddoppiare e passare dal 2 al 4% del totale.

Il DATEC prevede una forte crescita del traffico merci (+31%) che raggiungerà 36 miliardi di tonnellate-chilometro. Entro il 2050 la ferrovia dovrebbe guadagnare 2 punti percentuali attestandosi al 39% del traffico merci totale. Nel 2050 la maggior parte delle tonnellate-chilometro sarà comunque ancora trasportata su strada.

Comportamento di mobilità della popolazione 2021

Nel 2021, il 43% circa delle distanze percorse in Svizzera dalla popolazione residente era riconducibile alle attività del tempo libero, che rappresentano di gran lunga lo scopo di mobilità più importante, seguite dal lavoro e dagli acquisti. Complessivamente, sono stati percorsi 30,0 km al giorno per persona, 6,8 km in meno rispetto a sei anni prima. A causa della pandemia, si è osservata per la prima volta da decenni una flessione della mobilità. L’e-bike è stato l’unico mezzo di trasporto a registrare un aumento dell’utilizzo nonostante la pandemia.

Il comportamento di mobilità varia in funzione dei gruppi sociali, in alcuni casi anche in misura considerevole. Nel 2021 a essere particolarmente mobili erano i giovani adulti tra i 18 e i 24 anni, con una distanza media giornaliera di 40,2 km pro capite. Gli abitanti delle aree rurali hanno percorso il 25% di chilometri in più rispetto alle persone residenti in città.

Per la popolazione i miglioramenti nel trasporto pubblico e la riduzione dell’impatto ambientale dei trasporti sono più importanti dei miglioramenti nel traffico ciclistico, stradale o pedonale.

Bibliografia

UST/ARE (2023): Comportamento della popolazione in materia di trasporti. Risultati del microcensimento mobilità e trasporti 2021, Neuchâtel.

Müller-Jentsch Daniel, Avenir Suisse (2020): Zentrumstäler. Die Haupttäler als Entwicklungsachsen des Berggebietes (Valli centrali. Le valli principali come assi di sviluppo delle regioni di montagna).

Wüest Partner (2021): Berggebiete: Sozioökonomische Analyse, eine empirische Grundlagenstudie, su mandato della SECO (in tedesco con riassunto in francese).