Offerta di mobilità porta a porta

Peter Jankovsky

In Valle Verzasca abitanti e turisti possono usufruire di una nuova offerta di mobilità: mediante un’app possono prenotare una corsa con un minibus che garantisce il trasporto porta a porta. L’offerta è nata dal progetto pilota «Verzasca Mobile» lanciato nell’ottobre 2021 nell’ambito del masterplan «Verzasca 2030» e sostenuto dalla Fondazione Verzasca e dalla Nuova politica regionale (NPR).

Il progetto è inteso come offer- ta complementare a quella di Autopostale. Si rivolge in primis alla popolazione locale e si focalizza sulle fasce orarie marginali. Il servizio, assicurato da due veicoli elettrici, non è pensato solo per trasporti porta a porta o verso le fermate ferroviarie del Piano di Magadino, ma include anche i negozi di alimentari o le filiali della Posta, i centri sportivi e gli eventi pubblici.

© regiosuisse

Per prenotare una corsa basta scaricare l’app sul cellulare. Una volta creato l’account, l’utente inserisce la destinazione e la data del trasporto. L’app confronta la richiesta con altre prenotazioni, propone un orario e indica la posizione del minibus che effettuerà il trasporto. Non resta che confermare la prenotazione e pagare la corsa sempre tramite l’app.

L’app è piuttosto sollecitata e il numero di utenti è in crescita. Se il progetto continuerà a riscontrare successo, Autopostale SA prevede di implementarlo anche in altre regioni. Il progetto Verzasca diventerà così un progetto pilota per altre regioni periferiche della Svizzera.

verzasca.ch/it/verzasca-mobile

regiosuisse.ch/it/banca-dati-dei-progetti

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Mobilità turistica per una destinazione sostenibile

Pirmin Schilliger

Per la regione Engadina-Samnaun-Val Monastero la mobilità sostenibile rappresenta un importante fattore di attrattività oltre che una caratteristica distintiva. Non a caso negli ultimi anni la regione ha lanciato una serie di iniziative innovative e progetti pilota che, a seconda dell’obiettivo perseguito, beneficiano del sostegno della NPR, di Interreg o di Innotour. Il vero salto di qualità per l’accessibilità della regione è stata l’apertura della galleria del Vereina della Ferrovia retica nel 1999. Da allora, l’organizzazione incaricata della promozione turistica Tourismus Engadin Scuol Samnaun Val Müstair AG (TESSVM) e quella competente per lo sviluppo regionale Regiun Engiadina Bassa / Val Müstair (EBVM) si adoperano, insieme ai comuni, per migliorare anche le offerte di mobilità regionali. L’ultima iniziativa in questo senso risale al 2022, con il lancio di una carta ospiti che consente di fruire gratuitamente dei trasporti pubblici regionali. La versione PLUS della carta include anche tratte transfrontaliere verso l’Italia, per esempio per raggiungere Malles Venosta (Alto Adige) attraverso il passo di Resia o il passo del Forno, oppure verso l’Austria in direzione di Nauders e Landeck (Tirolo). Da oltre dieci anni la regione garantisce inoltre ai turisti il trasporto dei bagagli sull’«ultimo chilometro», ossia tra la stazione ferroviaria e l’albergo o l’appartamento di vacanza.

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Tra le principali offerte rivolte al turismo estivo nella Bassa Engadina figura una rete di oltre 2300 chilometri di percorsi per mountainbike e sentieri pedestri. In coordinamento con il progetto cantonale «graubünden bike», sostenuto dalla NPR, la regione sta sviluppando ulteriori offerte per mountainbike e percorsi di trail sulla base di un masterplan denominato TRAI(L)S VALS. Un altro progetto si focalizza invece sulle infrastrutture per le bici elettriche, in particolare sulla realizzazione di una rete di stazioni di ricarica.

Gli sforzi per rendere più sostenibile la mobilità stanno dando i loro frutti. Oggi circa un quarto degli ospiti raggiunge la Bassa Engadina con i trasporti pubblici. Si tratta di un risultato incoraggiante, ma il vero obiettivo è ancora lontano.
Per questa ragione, le due organizzazioni TESSVM e EBVM hanno dichiarato la mobilità sostenibile compito strategico permanente.

engadin.com/de/gaestekarte

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regiunebvm.ch

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Più lento, più leggero, più locale

Jana Avanzini

Negli scorsi anni non è sempre stato facile viaggiare. L’evoluzione prima e dopo la pandemia mostra però che in Svizzera si tende a intraprendere viaggi sempre più lunghi e sempre meno sostenibili. Una tendenza che l’Accademia della mobilità del Tcs ha voluto contrastare lanciando il progetto «bleib hier» (resta qui), sostenuto anche dall’Ufficio di coordinamento per la mobilità sostenibile (como). Il progetto promuove una mobilità più lenta, più leggera e più locale e propone diverse offerte: vacanze a casa, microavventure nella regione e possibilità di campeggio con bici cargo. Il campeggio con bici cargo è la proposta che ha riscontrato maggiore successo.

Una gita in camper, un viaggio in autobus in Ungheria per far visita ai parenti, una giornata di sci o un viaggio in aereo in Irlanda: sono gli spostamenti che facciamo nel tempo libero a rappresentare la fetta più consistente del traffico totale in Svizzera e non tanto quelli quotidiani per andare al lavoro. Nel settore della mobilità, l’aereo è il mezzo di trasporto più inquinante, responsabile di ben il 18 % delle emissioni totali di gas serra in Svizzera. I viaggi a scopo di vacanza (escluso il traffico del tempo libero quotidiano) rappresentano il 55 % del totale delle distanze percorse nel tempo libero. Una percentuale in costante aumento.

Rispetto alla mobilità pendolare che è contraddistinta da tragitti sempre identici, quella ricreativa è estremamente diversificata, spontanea, e dipende molto dall’attività che si intende praticare o alla quale si vuole partecipare. È quindi molto difficile sviluppare strategie e pianificazioni per rendere sostenibile il traffico del tempo libero. C’è però una costante: la mobilità del tempo libero è dominata dal traffico individuale motorizzato, utilizzato praticamente per tutte le attività. La buona notizia è che si stanno delineando nuove tendenze nel comportamento di viaggio: gli svizzeri scelgono sempre più spesso di trascorrere le vacanze in Svizzera o nei Paesi confinanti.

© regiosuisse

Progetto «bleib hier»

Alla luce di queste considerazioni e degli sviluppi osse- rvati, l’Accademia della mobilità, una filiale del Tcs di Berna, ha lanciato nel 2020 il progetto «bleib hier» («resta qui») con l’obiettivo di sviluppare entro tre anni (fase pilota) modelli commerciali sostenibili per la mobilità del tempo libero. La domanda che i promotori si sono posti era come promuovere un approccio più frugale e più sostenibile, ma comunque arricchente, alla mobilità e al consumo nel tempo libero. Il motto del progetto era «più lento, più leggero, più locale».

Il primo elemento del motto si riferisce alla necessità di rallentare e promuovere la mobilità lenta come forma di viaggio a basso consumo di risorse. Si aggiungono poi gli altri due aspetti: quello del viaggiare più leggeri riducendo i materiali e consumando in modo più frugale, e quello del viaggiare locale focalizzato su brevi distanze e offerte regionali. Jonas Schmid, responsabile del progetto, dichiara che per essere interessanti le attività del tempo libero non devono per forza implicare lunghe distanze e alti consumi.

Vacanze a casa e campeggio con bici cargo

Il progetto è iniziato nel 2020 con una serie di interviste a esperti e inchieste sul comportamento della popolazione svizzera nel tempo libero. In base ai risultati sono state sviluppate tre offerte principali: vacanze a casa (Homelidays), microavventure di prossimità e campeggio alternativo nella regione. L’offerta Homelidays è stata abbandonata durante la fase pilota per mancanza di domanda.

L’attenzione si è quindi concentrata sulle microavventure con bici cargo elettriche (carvelo) e su possibilità di campeggio alternativo nella regione. Il progetto ha puntato tutto sulla ciclomobilità elettrica (bici e bici cargo): l’offerta comprendeva tour in bici cargo elettrica attraverso la Svizzera, offerte per vacanze in famiglia con pernottamento, campeggio con bici cargo e microavventure con bici elettriche. In collaborazione con alcuni negozi della città di Berna sono state approntate bici cargo «a tema», come per esempio con stand up paddle gonfiabile, con attrezzatura da campeggio, con tutto il necessario per una grigliata o con rimorchio. Sono state testate almeno una dozzina di offerte.

In collaborazione con il campeggio Eymatt di Berna sono state proposte anche bici cargo elettriche con microcaravan con attrezzatura da campeggio e consigli di itinerario e pernottamento. Secondo Jonas Schmid, l’offerta di campeggio con bici cargo elettriche è stata senza dubbio il maggiore successo del progetto.

Emanuel Freudiger, TCS

Bilancio

Dopo la conclusione del progetto, nell’autunno 2022, è stato stilato un bilancio in base ai risultati e alle esperienze maturate. Ad eccezione dell’offerta di campeggio e di alcune offerte con bici cargo prenotabili per attività ricreative, durante la fase pilota non è stato possibile sviluppare nuovi modelli commerciali. Di positivo c’è però che l’offerta di campeggio con bici cargo è stata accolta molto bene. Questa iniziativa verrà estesa e ulteriormente sviluppata nei campeggi tcs di tutta la Svizzera.

La fase pilota si è svolta in piena pandemia. Secondo Jonas Schmid la situazione particolare ha avuto un enorme impatto sul progetto. «Da un lato ci offriva dei vantaggi, dall’altro però imponeva enormi restrizioni», racconta. A causa delle limitazioni imposte dalla pandemia le persone hanno dovuto ripiegare sulle offerte regionali, ma allo stesso tempo la concorrenza è aumentata in modo massiccio. Inoltre, era difficile promuovere il progetto nei media perché l’informazione era tutta focalizzata sui temi legati alla pandemia. Finita la crisi, la bilancia è tornata a pendere dall’altra parte: «Non appena è stato possibile viaggiare e volare senza restrizioni, la gente ha ripreso a farlo».

Emanuel Freudiger, TCS

Interessante per le città

A mo’ di insegnamento per progetti futuri, Schmid sottolinea quanto sia centrale la comunicazione: «Senza una presenza mediatica e senza piattaforme per diffondere le offerte, è estremamente difficile far decollare un progetto». È importante anche un intenso lavoro di messa in rete tra offerte turistiche e fornitori di mobilità attiva condivisa, per esempio tra offerte locali per il tempo libero e servizi di bici e monopattini elettrici condivisi, già ampiamente utilizzati nelle città.

«Ci siamo impegnati a fondo per creare partenariati con gli operatori turistici», spiega Schmid. Le organizzazioni di marketing turistico sono poco interessate a promuovere offerte locali destinate alla popolazione residente. «Devono generare pernottamenti, mentre per noi sono interessanti i piccoli partner locali, come quelli di Berna che offrono bici cargo per il tempo libero». L’elemento centrale del progetto «bleib hier» è la prossimità tra utenti e offerta. Anche la cooperazione diretta con le città è particolarmente interessante: «Le città vogliono essere e rimanere attrattive non solo per i residenti ma anche per i turisti. E poi, le offerte come quelle del nostro progetto sono interessanti per le città perché permettono loro di raggiungere gli obiettivi climatici». Un aspetto che diventerà sempre più importante nei prossimi anni.

bleibhier.ch

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Car pooling, una forma alternativa di mobilità per le regioni

Patricia Michaud

Il progetto Melinda (Mobility Ecosystem for Low-carbon and INnovative moDal shift in the Alps Interreg Alpine Space) – lanciato nel 2018 e conclusosi nel 2021 nel quadro di Interreg Alpine Space, il programma di sostegno alle regioni alpine – puntava a sfruttare al meglio il potenziale di rilevazione e analisi dei dati per favorire lo sviluppo di una mobilità maggiormente sostenibile e rispettosa dell’ambiente nelle città e nelle aree rurali. Per la Svizzera, la responsabilità è stata affidata alla Scuola universitaria professionale di Lucerna (HSLU), che ha condotto due progetti pilota, diretti da Timo Ohnmacht e focalizzati sul covetturaggio. Il loro obiettivo era di testare modelli di trasporto che migliorassero l’accessibilità delle aree rurali riducendo al tempo stesso la dipendenza della popolazione locale dal traffico individuale motorizzato.

In tale contesto è stata sviluppata l’offerta Taxito tra Coira e Maladers (GR): cartelli posizionati in punti strategici segnalano le fermate presso le quali gli automobilisti possono far salire i passeggeri che in precedenza hanno annunciato, con un SMS, il loro interesse a condividere un determinato tragitto. Dal canto suo, HitchHike, che esiste già dal 2011, ha lanciato nel parco naturale di Thal (SO) una prima piattaforma pubblica di covetturaggio, che permette alle persone che percorrono regolarmente tratte simili di entrare in contatto tra loro.

Timo Ohnmacht spiega che la parte svizzera del programma mirava a creare alternative all’equazione «vita sociale nelle aree rurali = veicolo privato». Finora, il numero di utilizzatori delle offerte Taxito e HitchHike si è rivelato di gran lunga insufficiente per ridurre in modo significativo le emissioni di CO2. Per il responsabile MELINDA presso la HSLU, non basta infatti introdurre nuovi strumenti e informare la popolazione, ma servono anche misure di governance e regole che limitino l’attrattiva dei veicoli privati. Le due offerte di covetturaggio registrano tuttavia un’adesione crescente. Taxito è ora presente in sei regioni per un totale di 38 fermate, mentre lo scorso anno HitchHike ha esteso la sua offerta all’Europa con sayhi.eu.

alpine-space.eu/project/melinda

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taxito.ch

hitchhike.ch

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Verzasca 2030

Nel  numero  17 di «regioS» (dicembre 2019) è stato presentato il master- plan «Verzasca 2030» sviluppato nel quadro di un processo partecipativo.

Primi progetti realizzati

In Valle Verzasca ha preso il via nel 2019 la realizzazione dei progetti previsti dal masterplan «Verzasca 2030». Oltre all’organizzazione di un servizio di minibus, sono stati portati a termine il progetto «Vera Verzasca», volto a promuovere la commercializzazione di prodotti alimentari e artigianali locali, e il progetto «Albergo diffuso» a Corippo. La struttura ricettiva decentrata, che dispone di una reception e di 25 letti distribuiti in cinque case storiche restaurate, ha aperto i battenti a maggio 2022. A Brione è inoltre imminente l’inizio dei lavori di costruzione del nuovo campeggio alpino: sessanta piazzole, una zona wellness e bungalow per i clienti più esigenti. Per quanto riguarda infine il progetto di maggiore entità, l’edificazione di un centro sportivo multifunzionale a Sonogno, è in corso la definizione del business plan e il cantiere dovrebbe aprire nel 2024.

Mobilità sostenibile nelle regioni

Pirmin Schilliger & Urs Steiger
La mobilità svolge indubbiamente un ruolo importante per lo sviluppo regionale. Nella nostra economia basata sulla divisione del lavoro, l’accessibilità delle aree urbane – ma anche di quelle rurali – è un fattore di localizzazione decisivo.
© regiosuisse

Con i Programmi di sviluppo strategico per le strade e le ferrovie nazionali e i rispettivi fondi di finanziamento, la politica dei trasporti garantisce le infrastrutture di base ma promuove al tempo stesso lo sviluppo di soluzioni di trasporto e mobilità sostenibili. A sostenere queste soluzioni sono però anche altri strumenti, come il Programma Traffico d’agglomerato (PTA), la Nuova politica regionale (NPR), Interreg, i Progetti modello Sviluppo sostenibile del territorio (MoVo), Innotour o l’Ufficio di coordinamento per la mobilità sostenibile (COMO). Questo numero di regioS analizza le sfide legate allo sviluppo di soluzioni sostenibili per i trasporti e la mobilità e presenta gli strumenti di finanziamento disponibili, in particolare per gli attori regionali.

Nell’odierna società globalizzata, un sistema di trasporti efficiente e accessibile rappresenta un vantaggio competitivo fondamentale. Senza collegamenti efficienti, intere aree rischiano di trovarsi rapidamente isolate. In virtù dell’obiettivo politico di favorire un’occupazione decentralizzata del territorio sancito dalla legge federale sulla pianificazione del territorio (LPT), l’accessibilità delle regioni riveste un’importanza politica e sociale particolare e contribuisce alla coesione nazionale al di là delle barriere culturali e sociali. Secondo il Piano settoriale dei trasporti, che delinea la strategia del Consiglio federale in materia di mobilità, tutte le regioni devono potersi sviluppare in modo adeguato.

In Svizzera, puntare su una mobilità che garantisca pari opportunità non è un obiettivo di facciata, ma un’esigenza nazionale, sia che si parli di centri urbani, di agglomerati, di aree rurali dell’Altopiano o di regioni di montagna. Secondo Nicole A. Mathys, capa della sezione Dati di pianificazione dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE), non è un caso che la Svizzera disponga di una delle reti di trasporto più fitte al mondo con circa 83 300 chilometri di strade e 5200 chilometri di linee ferroviarie. Non c’è praticamente luogo nel Paese che non sia servito dai trasporti pubblici. Persino a Juf (GR), il paesino più alto d’Europa che conta una trentina di abitanti, c’è un servizio di autopostale giornaliero con cadenza bioraria.

La popolazione svizzera fa largo uso di quest’ampia offerta: otto lavoratori su dieci sono pendolari e in media impiegano circa un’ora per i tragitti casa-lavoro. Il traffico del tempo libero è ancora più importante: secondo il microcensimento mobilità e trasporti (MCMT) è responsabile di quasi la metà delle distanze giornaliere percorse (44 %). Che si tratti di lavoro o di attività di svago, la mobilità è intrinseca alla società moderna. Le strade, le ferrovie, i percorsi ciclabili e pedonali e i mezzi di trasporto che utilizziamo non sono però spuntati dal nulla, ma sono stati costruiti nell’arco di decenni. Sono il risultato di innumerevoli sforzi promossi all’intersezione tra territorio, tecnica, scienza, società e politica.

Un compito estremamente complesso

Sviluppare i trasporti e la mobilità in un’ottica di sostenibilità è un compito estremamente complesso. Da un lato, le «Prospettive di traffico 2050» elaborate dal Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) si basano su almeno sette tendenze determinanti, una trentina di fattori di influsso e un centinaio di variabili. Dall’altro, la progettazione di soluzioni di trasporto e di mobilità coinvolge molti attori della Confederazione, dei Cantoni, delle regioni e dei comuni, come evidenzia Nicole A. Mathys dell’ARE. Questo richiede conoscenze e competenze in diversi ambiti, per esempio quelli dei trasporti, dello sviluppo territoriale, dell’ambiente, dell’edilizia residenziale e dell’energia. A livello nazionale la responsabilità delle infrastrutture di trasporto spetta al DATEC. Tuttavia, anche i Cantoni e i comuni hanno obblighi in questo campo, in particolare per quanto riguarda la costruzione e la manutenzione delle strade cantonali e comunali, il trasporto pubblico locale e regionale e lo sviluppo della mobilità lenta. Nel progettare una mobilità sostenibile e in linea con le esigenze economiche, sociali ed ecologiche, questi attori sono chiamati a coordinare per quanto possibile gli interessi della società e dell’economia tenendo conto dello sviluppo degli insediamenti e del rispetto dell’ambiente.

Le Prospettive di traffico 2050 delineano, sulla base di quattro scenari, l’evoluzione possibile della mobilità e dei trasporti fino al 2050 (cfr. riquadro). Dall’analisi emerge chiaramente che in generale il traffico continuerà ad aumentare, ma a un ritmo più lento rispetto alla popolazione. Già oggi, i limiti di capacità sono stati raggiunti in diverse località. Per questa ragione, il Piano settoriale dei trasporti prevede che in futuro le capacità di trasporto di merci e passeggeri dovranno essere utilizzate con maggiore efficienza ed essere potenziate in modo mirato. Inoltre, in tutti i sistemi di trasporto sono necessari miglioramenti in termini di efficienza energetica in modo da ridurre le emissioni di gas serra e azzerarle entro il 2050. Questo obiettivo può essere raggiunto solo attraverso un processo di trasformazione. Nicole A. Mathys pensa che in futuro le offerte di mobilità dovranno essere maggiormente sostenibili, trasparenti, flessibili, interconnesse, comode, facilmente fruibili e a zero emissioni di CO2. Inoltre, il trasporto individuale motorizzato dovrà essere ridotto, mentre il trasporto pubblico andrà ulteriormente potenziato.

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Migliorare la mobilità riducendo il traffico

In Svizzera i progetti nel settore della mobilità sostenibile possono usufruire di numerose possibilità di finanziamento, come illustra la panoramica dei programmi di promozione. A livello regionale, gli sforzi si concentrano non tanto sui grandi progetti infrastrutturali – come la galleria del Rosenberg sull’A1 a San Gallo, l’ampliamento della linea ferroviaria lungo il versante sud del Giura o l’acquisto di nuovi mezzi di trasporto – che rientrano nella politica dei trasporti di competenza della Confederazione, quanto piuttosto sulla promozione di nuove soluzioni di mobilità e di offerte di servizi che ottimizzano i sistemi esistenti e riguardano per esempio il traffico pendolare o professionale, il traffico turistico e quello del tempo libero. Secondo Nicole A. Mathys, sono necessarie iniziative che favoriscano la riduzione del traffico in generale e il cambio di comportamento degli utenti della circolazione e che vadano nel senso di un potenziamento della rete di piste ciclabili e vie pedonali promuovendo il passaggio al trasporto pubblico. Servono inoltre misure di pianificazione del territorio che contribuiscano a migliorare la qualità e l’attrattiva degli insediamenti e consentano agli abitanti di coprire la maggior parte delle loro esigenze quotidiane nelle immediate vicinanze. I bisogni di mobilità, che continuano malgrado tutto ad aumentare di pari passo con il benessere, andranno soddisfatti in modo non solo più efficiente, ma anche più ecologico e meno inquinante.

La sfida più grande a livello di pianificazione sta nel far convergere gli interessi di tutte le parti interessate e nell’unire le forze per uno sviluppo coerente. Oltre alla pianificazione generale dei trasporti della Confederazione attraverso il Piano settoriale dei trasporti, i Programmi di sviluppo strategico per le strade nazionali (PROSTRA) e per l’infrastruttura ferroviaria (PROSSIF) e i programmi d’agglomerato – finanziati attraverso il Fondo per l’infrastruttura ferroviaria (FIF) e il Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato (FOSTRA) – tutti i Cantoni dispongono di strategie di mobilità, piani direttori e strumenti di pianificazione propri. Lucerna, per esempio, basa l’attuazione sul programma di costruzione delle strade cantonali, sul rapporto relativo al trasporto pubblico e sulla pianificazione cantonale della ciclomobilità. Tutti questi strumenti verranno riuniti in un nuovo programma integrato della mobilità che permetterà al Cantone di coordinare la sua azione con le regioni e i comuni. Nicole A. Mathys osserva che tra gli enti, gli organismi e i livelli di intervento considerati si sta facendo strada una visione condivisa di quelli che devono essere i contenuti della pianificazione di una mobilità sostenibile e lungimirante: ossia evitare il traffico, trasferirlo e renderlo più sostenibile e interconnesso.

Priorità diverse

In sede di attuazione le priorità variano a seconda della regione e del tipo di traffico. Nelle città e negli agglomerati l’accento è posto sulle misure per contrastare i picchi di traffico e i tempi di attesa in colonna, mentre in molti comuni dell’Altopiano come Niederbipp (BE), Obergösgen (SO) o Winznau (SO) le sfide principali sono rappresentate dal traffico pendolare e dalla pianificazione degli insediamenti. Secondo uno studio di Pricehubble, una società specializzata nell’analisi dei dati immobiliari, l’evoluzione osservata in questi tre comuni è sintomatica di quella riscontrabile in molte altre località svizzere: pur essendo in piena campagna, stanno diventando «comuni dormitorio» per via degli alloggi relativamente più convenienti e della vicinanza alla città di Zurigo (al massimo un’ora di tragitto in auto). Ancora più economico è lavorare a Basilea e abitare nel Giura, per esempio a Haute-Sorne, Moutier o Develier. Anche i comprensori di alcuni centri intra-alpini, come Visp o St. Moritz, sono confrontati a dinamiche di mobilità e di insediamento simili. Nei periodi di alta stagione, le grandi destinazioni turistiche alpine devono affrontare problemi analoghi a quelli degli agglomerati e delle città: ingorghi e parcheggi sovraffollati. Nelle regioni di montagna periferiche e nelle valli laterali discoste, le sfide sono molto diverse: si tratta di lottare contro lo spopolamento e di mantenere i collegamenti di trasporto pubblico.

Per ora non è possibile prevedere quali scelte politiche future potranno accelerare la trasformazione della mobilità rendendola più sostenibile. La leva più importante è senza dubbio il traffico stradale, responsabile di circa un terzo del consumo totale di energia. In Svizzera, il tasso di motorizzazione è elevato e si attesta a circa 550 auto ogni 1000 abitanti, mentre l’efficienza energetica è estremamente bassa. Ciò è dovuto principalmente all’alto numero di auto di grossa cilindrata in circolazione, la maggior parte delle quali utilizzate per tragitti con un solo occupante. Le emissioni medie di CO2 prodotte dalle auto nuove in Svizzera sono tra le più alte d’Europa. Secondo Nicole A. Mathys non vi sono alternative: bisogna rendere il trasporto su strada più efficiente dal punto di vista energetico e meno inquinante. Con la Roadmap mobilità elettrica la Confederazione punta a fare in modo che la quota di veicoli con spina di nuova immatricolazione (auto elettriche pure e ibride plug-in) raggiunga il 50 % entro la fine del 2025. Un altro potenziale ampiamente inutilizzato è la gestione del traffico basata sui dati al fine di permettere un uso più efficiente dei mezzi di trasporto e delle infrastrutture. 

A detta di Nicole A. Mathys, nel settore del trasporto individuale motorizzato, che attualmente rappresenta il 70 % dei costi esterni generati dal traffico, ovvero 14 miliardi di franchi all’anno, sussiste un potenziale di ottimizzazione considerevole. L’elettrificazione del parco veicoli rappresenta, nel migliore dei casi, solo una soluzione parziale al problema: anche i veicoli elettrici possono rimanere bloccati negli ingorghi, occupano spazio e consumano elettricità che non è sempre prodotta in modo ecologico.

Promuovere soluzioni di mobilità innovative

I principali strumenti di pianificazione per le infrastrutture di mobilità sono i programmi di sviluppo strategico PROSSIF (infrastruttura ferroviaria) e PROSTRA (strade nazionali). Entrambi i programmi sono finanziati da un lato dal Fondo per l’infrastruttura ferroviaria (FInFer), che prevede un volume di investimenti pari a 19,3 miliardi di franchi per le due fasi di ampliamento fino al 2025 e fino al 2035, dall’altro dal Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato (FOSTRA), che prevede uno stanziamento di 11,6 miliardi di franchi per le strade nazionali (PROSTRA-SN) fino al 2030, di 7,18 miliardi di franchi per le prime tre generazioni di programmi d’agglomerato (dal 2008 al 2023) e di circa 1,6 miliardi di franchi per la quarta generazione di programmi (dal 2024). Questi strumenti contribuiscono in modo significativo all’accessibilità delle regioni e al tempo stesso sostengono gli sforzi degli attori per accelerare il processo di transizione verso la mobilità sostenibile e sviluppare soluzioni innovative.

Gli strumenti di politica dei trasporti basati sulle infrastrutture sono integrati da strumenti e programmi di promozione che perfezionano e sostengono questo processo a livello regionale. Su questi strumenti e programmi si focalizza il nuovo numero di regioS.

Programma Traffico d’agglomerato (PTA)

Con questo programma, la Confederazione sostiene finanziariamente progetti per migliorare il traffico nelle città e negli agglomerati. Il programma si concentra sul potenziamento delle capacità di trasporto pubblico, sull’elettrificazione dei vettori di trasporto, sul miglioramento dell’interconnessione grazie a piattaforme e su un’infrastruttura sicura e attrattiva per la mobilità ciclopedonale. Per quanto riguarda il trasporto individuale motorizzato, l’accento è posto su misure di moderazione del traffico in generale e nelle strade dei quartieri in particolare, sulle zone di incontro e su interventi mirati per decongestionare i centri urbani. Il perimetro di promozione comprende i comuni aventi diritto ai contributi organizzati in enti responsabili, tra cui gli agglomerati intra-alpini di Coira, Davos, St. Moritz, Altdorf, Glarona, Briga-Visp-Naters (Alto Vallese), Sion (Vallese centrale), Martigny (Coude du Rhône) e Chablais (Monthey-Aigle-Bex), nonché le aree del programma Interreg nelle regioni di confine.

Il PTA è il programma di promozione finanziariamente più importante. Nell’ambito della procedura di consultazione in merito alla quarta generazione di progetti, la Confederazione si è pronunciata a favore dello stanziamento di 1,6 miliardi di franchi (cofinanziamento pari al 37%). I Cantoni, le città e i comuni contribuiranno con altri 2,7 miliardi di franchi (63 %). Il PTA esplica i suoi effetti soprattutto nelle aree urbane, ma promuovendo soluzioni di mobilità per il traffico pendolare o per il tempo libero ha un impatto di vasta portata anche nelle aree rurali e di montagna e nei Paesi limitrofi. I progetti PTA dimostrano che, in un piccolo Paese come la Svizzera, gli effetti delle misure adottate in materia di trasporti oltrepassano spesso il perimetro di pianificazione.

➜ Esempi di progetti (periodo di programmazione attuale):

© regiosuisse

Nuova politica regionale (NPR)

Sotto la direzione della Segreteria di Stato dell’economia (SECO) e in collaborazione con i Cantoni, la NPR sostiene progetti di trasporto e mobilità che contribuiscono concretamente a migliorare la competitività delle regioni, per esempio nel settore del turismo. La Confederazione e i Cantoni contribuiscono al finanziamento dei progetti in misura paritaria (50 % ciascuno). Molti progetti di mobilità vengono avviati nell’ambito di una politica che punta a migliorare l’accessibilità e che è parte integrante della strategia di sviluppo della regione interessata.

➜ Esempi di progetti:

Programmi Interreg

Interreg, a cui la Svizzera partecipa nel quadro della NPR, promuove la cooperazione transfrontaliera e persegue obiettivi simili a quelli della NPR. I progetti di trasporto e mobilità sono una chiara priorità, soprattutto nelle quattro regioni di confine caratterizzate da una crescente cooperazione: Svizzera nordoccidentale / Germania / Francia, Ginevra / Svizzera occidentale / Francia, regione del Lago di Costanza / Germania / Austria, Ticino / Grigioni / Vallese / Italia.

➜ Esempi di progetti:

Attila Kartal nell’officina di Rent a Bike AG a Willisau (LU). I servizi che l’azienda offre promuovono la bici come mezzo di trasporto per le necessità quotidiane ma anche per le attività del tempo libero.© regiosuisse

Progetti modello per uno sviluppo sostenibile del territorio

Attraverso questi progetti otto servizi federali promuovono, sotto la guida dell’ARE, nuovi approcci e metodi per uno sviluppo territoriale sostenibile, tra cui nuove soluzioni per la mobilità. Nell’attuale quarto periodo di programmazione (2020–2024), la Confederazione sostiene 31 progetti per un totale di 3,9 milioni di franchi. Di questi, otto progetti riguardano esplicitamente la mobilità e puntano a promuovere percorsi brevi, movimento e luoghi di incontro.   

➜ Esempi di progetti in corso o da poco conclusi:

Innotour

La Confederazione sostiene finanziariamente il programma Innotour che promuove l’innovazione, la cooperazione e lo sviluppo delle conoscenze nel settore del turismo. Per il periodo 2020-2023 ha stanziato 30 milioni di franchi. Il programma, coordinato dalla SECO, si concentra sui nuovi servizi turistici nel settore dell’alloggio, della ristorazione e dell’accoglienza, ma anche sul trasporto dei bagagli e sul traffico. In definitiva, le soluzioni di mobilità turistica sostenibile contribuiscono a decongestionare il sistema svizzero dei trasporti, nel quale il traffico del tempo libero assume notoriamente un ruolo preponderante.

➜ Esempi di progetti:

Ufficio di coordinamento per la mobilità sostenibile (COMO)

L’ufficio di coordinamento, che ha sede presso l’Ufficio federale dell’energia, finanzia ogni anno una dozzina di progetti per soluzioni di mobilità sostenibile. Le risorse finanziarie provengono dal programma SvizzeraEnergia. I progetti sono cofinanziati da sei uffici federali: ARE, UFAM, UFE, UFSP, UFT e USTRA. I finanziamenti sono destinati a soluzioni di trasporto rispettose dell’ambiente e volte a favorire il risparmio di risorse e la promozione della salute. I progetti sostenuti spaziano dalle app per facilitare la gestione dei parcheggi alle misure per promuovere il trasporto pubblico e la mobilità lenta.

➜ Esempi di progetti in corso:

Potete trovare altri progetti nella banca dati di regiosuisse: https://regiosuisse.ch/it/banca-dati-dei-progetti

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Prospettive di traffico 2050

Le Prospettive di traffico 2050 delineano quattro possibili scenari di sviluppo, tra cui quello di base su cui si fonda la pianificazione futura. Secondo questo scenario, entro il 2050 il traffico passeggeri in Svizzera aumenterà dell’11% (in passeggeri-chilometro) considerate tutte le categorie di trasporto. Nello stesso periodo la popolazione crescerà di oltre il 20%, raggiungendo i 10,4 milioni di persone. Il DATEC prevede aumenti nettamente maggiori per il traffico del tempo libero, che già oggi è responsabile del 44% di tutte le distanze giornaliere percorse. Rispetto a oggi, le distanze percorse per fare acquisti dovrebbero aumentare del 15%, mentre i tragitti casa-lavoro dovrebbero diminuire del 13%. I fattori che determinano questo sviluppo sono l’invecchiamento demografico e la connessa diminuzione della quota di popolazione attiva sul totale degli abitanti e, soprattutto, la riduzione del traffico pendolare dovuta all’espansione del telelavoro.

Si prospettano cambiamenti anche nella ripartizione modale: con la progressiva urbanizzazione e il potenziamento del trasporto pubblico, chi vive in città avrà tendenza a utilizzare meno la propria auto. Basti pensare che già oggi, nelle grandi città, circa la metà delle famiglie non possiede un veicolo a motore. Nelle aree rurali e periferiche, invece, l’auto resterà indispensabile. Secondo le prospettive, il trasporto individuale motorizzato dovrebbe diminuire del 5% entro il 2050, ma rappresenterà pur sempre il 68% del traffico viaggiatori totale. Il trasporto pubblico potrebbe far segnare una progressione dal 3 al 24% entro il 2050 e sono attesi progressi significativi nel traffico ciclistico: le distanze percorse in bicicletta, pur continuando a rappresentare una minima parte degli spostamenti, potrebbero raddoppiare e passare dal 2 al 4% del totale.

Il DATEC prevede una forte crescita del traffico merci (+31%) che raggiungerà 36 miliardi di tonnellate-chilometro. Entro il 2050 la ferrovia dovrebbe guadagnare 2 punti percentuali attestandosi al 39% del traffico merci totale. Nel 2050 la maggior parte delle tonnellate-chilometro sarà comunque ancora trasportata su strada.

Comportamento di mobilità della popolazione 2021

Nel 2021, il 43% circa delle distanze percorse in Svizzera dalla popolazione residente era riconducibile alle attività del tempo libero, che rappresentano di gran lunga lo scopo di mobilità più importante, seguite dal lavoro e dagli acquisti. Complessivamente, sono stati percorsi 30,0 km al giorno per persona, 6,8 km in meno rispetto a sei anni prima. A causa della pandemia, si è osservata per la prima volta da decenni una flessione della mobilità. L’e-bike è stato l’unico mezzo di trasporto a registrare un aumento dell’utilizzo nonostante la pandemia.

Il comportamento di mobilità varia in funzione dei gruppi sociali, in alcuni casi anche in misura considerevole. Nel 2021 a essere particolarmente mobili erano i giovani adulti tra i 18 e i 24 anni, con una distanza media giornaliera di 40,2 km pro capite. Gli abitanti delle aree rurali hanno percorso il 25% di chilometri in più rispetto alle persone residenti in città.

Per la popolazione i miglioramenti nel trasporto pubblico e la riduzione dell’impatto ambientale dei trasporti sono più importanti dei miglioramenti nel traffico ciclistico, stradale o pedonale.

Bibliografia

UST/ARE (2023): Comportamento della popolazione in materia di trasporti. Risultati del microcensimento mobilità e trasporti 2021, Neuchâtel.

Müller-Jentsch Daniel, Avenir Suisse (2020): Zentrumstäler. Die Haupttäler als Entwicklungsachsen des Berggebietes (Valli centrali. Le valli principali come assi di sviluppo delle regioni di montagna).

Wüest Partner (2021): Berggebiete: Sozioökonomische Analyse, eine empirische Grundlagenstudie, su mandato della SECO (in tedesco con riassunto in francese).

La Svizzera assume la presidenza dell’EUSALP

Nel 2023 i Cantoni e la Confederazione presiederanno per la prima volta la strategia macroregionale per la regione alpina (EUSALP). Durante l’anno presidenziale sono previste tra l’altro tre conferenze tematiche aperte a tutte le parti interessate. La prima, che si terrà a fine marzo a Friburgo, è dedicata all’economia circolare. Le altre due, sul tema delle risorse idriche e su quello della mobilità e dei trasporti, avranno luogo rispettivamente il 16 giugno a Scuol e il 1° settembre in Ticino. Inoltre, il 19 ottobre verranno organizzati a Bad Ragaz il Forum annuale e l’Assemblea generale, a cui parteciperanno tra gli altri i rappresentanti politici dell’intero Arco alpino. Queste attività, coordinate dalla Conferenza dei governi cantonali e dall’Ufficio federale per lo sviluppo territoriale, sono cofinanziate con risorse della Nuova politica regionale (NPR) e beneficiano del sostegno di numerosi uffici federali e Cantoni.

alpine-region.eu/swiss-presidency-2023

regiosuisse.ch/eusalp

Infrastrutture e servizi per una mobilità del tempo libero sostenibile

Pirmin Schilliger & Urs Steiger

Progettare una mobilità sostenibile è uno degli obiettivi fondamentali della politica svizzera dei trasporti. Bisogna però provvedere affinché anche il traffico escursionistico e del tempo libero, che rappresenta una componente essenziale dell’economia di molte regioni rurali e di montagna, possa adempiere questo obiettivo. Secondo Vincent Kaufmann, professore di analisi della mobilità al Politecnico di Losanna e direttore scientifico del «Forum Vies Mobiles» di Parigi, la questione va esaminata in modo differenziato. La mobilità del tempo libero nelle città è infatti molto diversa dal turismo nelle zone rurali di prossimità con funzione ricreativa e nelle destinazioni turistiche alpine. Inoltre, le esigenze da soddisfare sono diverse a seconda delle regioni e delle fasce di età. Infine, le nuove soluzioni di trasporto e mobilità devono essere sostenibili e neutrali dal punto di vista climatico (emissioni di CO2).

Vincent Kaufmann © regiosuisse

I partecipanti alla tavola rotonda sono unanimi: comfort e servizio sono due concetti chiave per convincere la popolazione ad adottare comportamenti più sostenibili a livello di mobilità. Le possibilità sono tutt’altro che esaurite. Nel Giura, per esempio, molte strutture ricettive si trovano in località prive di collegamenti con i mezzi pubblici. Secondo Emilie Moreau, responsabile dello sviluppo delle offerte e membro della direzione di Jura Tourisme, i turisti che scelgono una di queste destinazioni sanno che per percorrere l’ultima parte del viaggio devono prendere l’auto. Nel Giura, come in tutta la Svizzera, le infrastrutture ciclistiche sono ancora molto carenti. Purtroppo, il Cantone non dispone dei fondi necessari per investire in piste ciclabili nuove e sicure nel prossimo futuro, afferma Moreau.

Emilie Moreau © regiosuisse

Stefan Maissen, direttore di Rent a Bike AG, un’azienda che offre un servizio di noleggio bici nelle stazioni ferroviarie di tutta la Svizzera, è dello stesso parere: per valorizzare ulteriormente il cicloturismo servono piste ciclabili sicure e ben separate dal traffico motorizzato. Con la creazione di Rent a Bike, Maissen ha realizzato diversi progetti sostenuti dai programmi di promozione nazionali, tra cui il progetto NPR «Herzschlaufe rund um den Napf» e il progetto Innotour «Bikepark Jura» nella Val de Travers. Se da un lato considera i programmi di promozione molto utili per sostenere progetti locali o regionali, dall’altro auspica un migliore coordinamento dei vari programmi di finanziamento e maggiori risorse per le infrastrutture ciclistiche. Secondo Vincent Kaufmann, i punti di forza dei programmi di promozione risiedono soprattutto nella possibilità di sperimentare approcci nuovi e di lanciare progetti pilota. Quello che manca, però, è la capacità di pensare su una scala più ampia e la volontà di promuovere una politica di mobilità veramente nazionale.

Stefan Maissen © regiosuisse

La versione integrale in tedesco.

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Meno è di più

Jana Avanzini

L’idea dell’Ecoparc de Daval è nata a Sierre una ventina di anni fa. Di cosa si tratta? Di una zona industriale grande come 30 campi di calcio che vuole sfruttare le opportunità offerte dall’economia circolare per svilupparsi in modo sostenibile. Per ora il sito conta solo una dozzina di aziende, non certo per mancanza di interesse, ma per i criteri molto severi che si devono soddisfare per entrare a far parte di questa comunità: condizioni di lavoro eque e sostenibili, capacità di guardare oltre il proprio orticello e volontà di cercare sinergie con i vicini. A proposito di orto, un criterio prevede che si coltivi una zona verde sulla propria particella.

L’uso dell’energia solare è vivamente raccomandato. E per incrementare l’efficienza a lungo termine, i rifiuti devono essere una fonte di energia per le altre aziende. Le aziende presenti nell’Ecoparc de Daval beneficiano di un sistema di gestione dei rifiuti, di un servizio postale e di una consulenza per i propri stabili.

Sebastian Barbey, Aqua4D © regiosuisse

Possono condividere sistemi di logistica e sicurezza, mense e asili nido. Certo è che il prefisso «eco» di Ecoparc non sta solo per «ecologico», ma anche per «economico». L’Eldorado, infatti, non arriva per grazia ricevuta, ma è il risultato di un lungo percorso e di un intenso lavoro di coordinamento. Contattare le aziende vicine, fare conoscenza e discutere di sinergie richiede tempo, un investimento che molte aziende non osano fare, a causa di una prospettiva di breve termine, ma che viene più che ripagato a lungo termine. Ne sono convinti l’esperto Benoît Charrière, responsabile Comunità delle conoscenze di regiosuisse e Stéphane Revey, responsabile della promozione economica a Sierre.

sierre.ch/fr/ecoparc-daval-2042.html

La versione integrale in tedesco.

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Verso appalti pubblici circolari

Pirmin Schilliger

Il Centro di competenza per gli appalti pubblici circolari è stato creato nella primavera del 2020 e da aprile 2022 opera in qualità di organizzazione autonoma con il nome di Prozirkula. In particolare promuove e sostiene la transizione dell’economia verso modelli di produzione e di consumo circolari e provvede affinché i criteri dell’economia circolare vengano considerati già nei bandi di gara.

I servizi di Prozirkula includono tra l’altro la consulenza, la competenza, l’informazione, la formazione continua, il trasferimento di conoscenze e la messa in rete e sono destinati sia alle aziende pubbliche che a quelle private. La direttrice del centro Antonia Stalder spiega che, con un volume di acquisti complessivo di circa 40 miliardi di franchi, il settore pubblico è il principale attore sul mercato degli appalti e, di conseguenza, può dare la necessaria accelerazione alla transizione verso l’economia circolare.

Prozirkula © regiosuisse

Con la revisione del 2021, la legge federale sugli appalti pubblici (LAPub) obbliga i decisori a tenere maggiormente conto dei criteri di sostenibilità, in particolare di quelli dell’economia circolare. Due anni fa, subito dopo la sua creazione, Prozirkula ha lanciato un progetto pilota che ha spianato la strada a molte altre iniziative. Nel 2021, grazie alle linee guida per il riutilizzo di mobili, l’Ufficio dell’ambiente e dell’energia (AUE) di Basilea Città ha per esempio riutilizzato i vecchi mobili nel nuovo edificio inaugurato in centro. L’edificio stesso è una costruzione ibrida in cemento e legno con una facciata fotovoltaica conforme agli standard Minergie-A Eco e rispecchia ampiamente i principi dell’economia circolare. Prozirkula ha aiutato inoltre le Aziende industriali di Basilea (IWB) a integrare questi principi anche nella gara di appalto per la realizzazione di colonnine di ricarica elettrica.

prozirkula.ch

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