Podcast wird geladen...

Sui sentieri del gusto nella regione del Gottardo

Un’escursione che coinvolge tutti i sensi e combina il movimento in montagna con la cucina regionale. Il progetto Sentieri del gusto San Gottardo mette in rete i fornitori locali lungo sentieri escursionistici tematici: gli ospiti assaggiano le specialità direttamente dai produttori, ascoltano le loro storie e scoprono così da vicino la cultura della regione del Gottardo. Ciò è reso possibile da un progetto che riunisce gastronomia, turismo e agricoltura locali, sostenuto dalla Nuova politica regionale (NPR).

Dall’idea all’escursione

L’idea è nata durante la pandemia di coronavirus. Quando i grandi eventi che aveva organizzato in passato sono stati cancellati, il promotore del progetto Niklaus Niederhauser ha cercato un’alternativa: esperienze su scala più piccola, prenotabili in modo flessibile e comunque vicine alle persone. Attraverso un annuncio è venuto a conoscenza del programma San Gottardo, che promuove lo sviluppo della regione del Gottardo in collaborazione con la Confederazione e i Cantoni di Uri, Grigioni e Ticino. Il programma punta sulla creazione di valore aggiunto sostenibile attraverso il turismo, l’utilizzo delle risorse locali e collaborazioni innovative. La visione alla base è quella di rendere la regione del Gottardo un luogo attraente dove vivere, lavorare e fare turismo, con posti di lavoro sicuri e nuovi e una maggiore competitività. 

Come spiega Anja Beivi, responsabile del programma San Gottardo, il progetto dei sentieri del gusto è stato sviluppato all’interno del suo incubatore turistico. Questo mostra come idee turistiche innovative provenienti dalla zona del Gottardo possano essere avviate, testate e realizzate per promuovere in modo mirato la forza innovativa della regione. I sentieri del gusto San Gottardo sono stati premiati come uno dei migliori progetti. Beivi sottolinea anche quanto sia fondamentale la promozione dei fornitori locali per l’ulteriore sviluppo della regione.

È così che è nato il concetto di un’escursione culinaria con diverse tappe: i sentieri del gusto San Gottardo. Attualmente nella regione si contano tre percorsi di questo tipo: il percorso della birra dei Grigioni, il sentiero della birra di Monsteiner e il sentiero del gusto e delle leggende della Surselva. La maggior parte di questi sentieri è attualmente attiva e prenotabile soprattutto nei mesi estivi e all’inizio dell’autunno. Un percorso comprende da quattro a cinque tappe con una durata totale di circa due ore, che lasciano il tempo per immergersi nella natura. Gli ospiti passeggiano di fattoria in fattoria, di ristorante in ristorante, degustano ad esempio la birra grigionese o i capuns e scoprono chi c’è dietro questi prodotti. La particolarità dei percorsi è che combinano elementi già esistenti in un’esperienza del tutto nuova. Il tour può essere prenotato con breve preavviso e in formato digitale. I percorsi possono essere vissuti anche in modo classico su carta, per godersi appieno il panorama.

Per gli albergatori, come ad esempio la direttrice dell’Hotel Surselva, Beatrice Hug, questo concetto significa: nessun rischio, ma un vantaggio diretto. All’inizio, secondo Niederhauser, un ostacolo era spesso la paura dei ristoratori di dover pagare in anticipo, una preoccupazione che però è stata rapidamente dissipata. Quando gli ospiti prenotano, si genera un fatturato, mentre se non si presentano non si subisce alcuna perdita. Circa l’80-90% del valore aggiunto rimane nella regione. «Gli ospiti vivono incontri autentici e le aziende guadagnano fatturato e visibilità», afferma Niederhauser. Il team del progetto testa personalmente gli itinerari e cerca in modo mirato le aziende che desiderano partecipare. Spesso sono gli stessi fornitori a contattare il team. Quest’ultimo coordina il processo e accompagna l’attuazione in loco. «La fiducia delle persone nella regione è fondamentale. Solo così si crea una rete che funziona», afferma Niederhauser.

La NPR come motore del progetto

Fin dall’inizio, la NPR è stata la promotrice e il motore del progetto. Il suo sostegno ha permesso, tra l’altro, l’apertura dei sentieri, l’ulteriore sviluppo del sito web e l’ampliamento dell’offerta in diverse lingue. Attualmente l’offerta è prenotabile in tedesco e in italiano, ma in un secondo momento saranno aggiunti anche l’inglese e il romancio, che ha un carattere simbolico particolare nel Cantone dei Grigioni. «Il multilinguismo nella regione del Gottardo fa parte del patrimonio culturale. Grazie ad esso apriamo i percorsi a un pubblico più ampio», spiega Niederhauser. Il sostegno della NPR crea strutture, garantisce la sicurezza della pianificazione e conferisce al progetto una maggiore portata.

I percorsi del gusto sono più di una semplice offerta escursionistica. Rafforzano la gastronomia, l’industria alberghiera e l’agricoltura, avvicinano ospiti e abitanti del luogo e rendono visibile la cultura regionale. Nel frattempo attirano anche un numero sempre maggiore di visitatori dall’estero.

Uno sguardo al futuro

Si prevede di aprire altri sentieri, ad esempio in Ticino e in località meno battute dal turismo, e di offrirli tutto l’anno, anche in inverno. I partecipanti sono d’accordo: i percorsi del gusto del San Gottardo dimostrano come gastronomia e turismo possano insieme animare e arricchire una regione.

Maggiori informazioni sulla NPR e su come sostiene i progetti regionali: 

Fonte dell’immagine: Surselva Tourismus/ Ida Sgier

Wurste_regiosuisse-Konferenz 2025

Il Cantone di Turgovia mostra la diversità della creazione di valore regionale

Alla conferenza regiosuisse di quest’anno, il Cantone ospitante di Turgovia ha presentato eccellenti esempi di creazione di valore regionale. Lasciatevi ispirare!

Già all’arrivo alla Certosa di Ittingen, i partecipanti sono stati immersi nel tema della conferenza regiosuisse di quest’anno: «Attivare il potenziale delle catene del valore regionali per un’economia sostenibile». La Certosa è un monumento storico di importanza nazionale, situato in posizione idilliaca sopra la Thurtal, che come ex monastero ha contribuito per secoli alla creazione di valore aggiunto regionale. Ha prosperato grazie alla viticoltura. Oggi, per la Fondazione Certosa di Ittingen è molto più difficile procurarsi i fondi necessari per la gestione e la manutenzione del complesso storico del convento. La Certosa non è solo un centro seminari con ristorante, ma anche una tenuta agricola, due musei, un istituto per la vita e il lavoro assistiti e un centro di spiritualità. La Fondazione punta consapevolmente sull’autosufficienza e sulla sostenibilità locale. Il grado di autosufficienza del ristorante è pari al 57%.

Kartause Ittigen
Kartause Ittigen

Dal valore aggiunto interno alla catena del valore regionale

Mark Ziegler, procuratore della fondazione, ha affermato nel suo discorso di benvenuto: «La sostenibilità e l’autosufficienza non sono economiche. Per questo motivo puntiamo ora sulla collaborazione in tutta la regione, ad esempio nella vinificazione o nell’allevamento di suini. Insieme ai partner regionali possiamo aumentare il valore aggiunto». Il credo della Certosa sta cambiando: dalla creazione di valore interno al rafforzamento delle catene del valore regionali. Grazie alla collaborazione con i partner regionali adeguati, è possibile ridurre i costi senza dover scendere a compromessi in termini di qualità o sostenibilità.

Attrattiva del luogo e turismo a Frauenfeld

La capitale del Cantone di Turgovia era rappresentata alla conferenza regiosuisse con due esempi relativi alla qualità della sede: da un lato è stato presentato il festival di arte di strada di Frauenfeld come motore della creazione di valore aggiunto regionale, dall’altro è stata messa in primo piano la caserma cittadina di Frauenfeld. Gli edifici precedentemente utilizzati dall’esercito sono stati aperti alla popolazione e sul sito si sta creando qualcosa di nuovo in modo collettivo. A tal fine è stato avviato uno sviluppo partecipativo. La Nuova politica regionale della Confederazione e del Cantone ha sostenuto il progetto con uno studio di fattibilità per un futuro «Mercato di Turgovia», che nella caserma cittadina diventerà una vetrina innovativa per i prodotti, i servizi e le idee di Turgovia. Con la realizzazione del Markt Thurgau, la caserma cittadina dovrebbe attirare un pubblico che va oltre i confini del Cantone e della città, diventando così un punto d’incontro di rilevanza sovraregionale. 

Entrambi i progetti hanno dimostrato che i progetti innovativi sviluppati con e per la popolazione contribuiscono all’attrattiva di una località e alla creazione di valore aggiunto a livello regionale.

Naturalmente efficace sul Lago di Costanza

Durante la conferenza è stato presentato un altro progetto innovativo: la creazione di un cluster svizzero per la fitomedicina sul Lago di Costanza. Il «PhytoValley» mette in evidenza l’importanza economica del settore della medicina naturale locale. Vi partecipano aziende come A. Vogel, Zeller, Rausch o hepart. Il cluster promuove la collaborazione e lo scambio tra le aziende e le organizzazioni lungo l’intera catena del valore della fitomedicina, nonché con la politica, l’amministrazione e la popolazione.

Si concentra principalmente su due aree: in primo luogo, l’acquisizione e la formazione di personale qualificato e, in secondo luogo, il rafforzamento dell’attrattiva della regione attraverso lo sviluppo sostenibile della produzione di prodotti naturali mediante tecnologie innovative. 

Schonholzer
Walter Schönholzer, consigliere di Stato del Cantone di Turgovia

Per Walter Schönholzer, consigliere di Stato del Cantone di Turgovia, la creazione del «PhytoValley» è un eccellente esempio dell’effetto positivo della Nuova politica regionale (NPR). 

«Proprio quando i fondi del Cantone e della Confederazione si fanno più scarsi, è molto importante concentrarsi su alcuni temi centrali nel nostro Cantone strutturalmente piuttosto debole. Grazie ai fondi NPR, possiamo ad esempio realizzare il cluster svizzero «PhytoValley» e promuovere la collaborazione tra le aziende».  

La conferenza regiosuisse è l’appuntamento nazionale di tutti gli attori dello sviluppo regionale. Organizzata su richiesta della Segreteria di Stato dell’economia (SECO), è dedicata a un tema di attualità legato allo sviluppo regionale. Nel 2025, la conferenza si è tenuta alla Certosa di Ittingen e ha affrontato il tema di come attivare il potenziale delle catene del valore regionali per un’economia sostenibile.

Maggiori informazioni sulla conferenza

Foto di origine: © Timo Kellenberger 

Podcast: «graubünden nachhaltig»

Il progetto NPR «Programm graubünden nachhaltig» mira a orientare in modo sostenibile il marchio regionale Grigioni con la sua rete. Nell’ambito del programma, una ventina di partner attivi in diversi settori si scambiano idee per sviluppare la regione in modo sostenibile. In questa puntata del podcast Tanja Jacobson, Marc Kollegger e Michael Caflisch raccontano come ciò avverrà e come si articola la collaborazione tra i partner. 

Posizionare i Grigioni come regione sostenibile

«Il marchio graubünden si propone come attore del cambiamento. Il progetto NPR «Programm graubünden nachhaltig» crea le condizioni quadro che consentono uno sviluppo comune dei partner del marchio», spiega Tanja Jacobson, responsabile del programma «graubünden nachhaltig». L’obiettivo è di sviluppare i Grigioni in tutte e tre le dimensioni della sostenibilità: economica, ecologica e sociale. In questo modo, i partner avranno gli strumenti per affrontare le sfide future e allo stesso tempo migliorare la loro performance in termini di sostenibilità.

Tanja Jacobson e il suo team fanno in modo che i partner provenienti dai settori più diversi si incontrino, curino lo scambio, sviluppino nuove idee e soluzioni e promuovano innovazioni sul tema della sostenibilità. Il «laboratorio» è un formato che favorisce questo scambio.

«Il contributo del marchio graubünden consiste nella gestione, organizzazione e moderazione del processo di sostenibilità all’interno della rete di partner.»

Marchio graubünden

Succo di mela regionale anziché succo d’arancia importato

I partner del marchio graubünden contribuiscono a definire il futuro del territorio come luogo di vita e di attività economiche e allo stesso tempo traggono vantaggio dalla messa in rete. Ne sono un esempio i Servizi psichiatrici di Grigioni (PDGR): ispirati dallo scambio all’interno della rete, hanno deciso di servire ai loro aperitivi succo di mela regionale al posto del succo d’arancia importato. «Anche piccole misure possono avere un grande effetto», afferma Marc Kollegger, CEO dei PDGR. «Il succo di mela è molto apprezzato, soprattutto se si spiega che è un prodotto più sostenibile». Il PDGR discute anche temi di sostenibilità più ampi:

  • Come si può promuovere la biodiversità nell’area delle cliniche di Waldhaus e Cazis?
  • Come può articolarsi un piano di mobilità orientato al futuro che garantisca un’operatività 24 ore su 24 e che includa sia il trasporto pubblico che quello individuale per il personale?

Essendo un importante datore di lavoro nella regione, i Servizi psichiatrici hanno una responsabilità nei confronti dei pazienti ma anche dei propri collaboratori e collaboratrici. La sostenibilità è quindi diventata da tempo un tema strategico. «Abbiamo un ritardo da recuperare in materia di sostenibilità», afferma Marc Kollegger. La partecipazione al progetto NPR «Programm graubünden nachhaltig» dovrebbe contribuire a sviluppare misure di attuazione concrete.

Un programma di sostenibilità che guarda al futuro

Il progetto NPR «Programm graubünden nachhaltig» di attuazione della NPR ha durata e finanziamento triennale. Il cofinanziamento è subordinato alla partecipazione attiva dei partner, sia sotto forma di contributo finanziario che di collaborazione diretta. Nell’ambito della Nuova politica regionale (NPR), il Cantone dei Grigioni sostiene questo programma insieme alla Confederazione con un contributo a fondo perduto pari a un quarto dei costi totali. Michael Caflisch, responsabile dello sviluppo turistico del Cantone dei Grigioni, conclude: «Il programma NPR convince perché promuove il rafforzamento della piazza economica grigionese e consente a numerosi partner attivi in settori diversi di creare un valore aggiunto per il Cantone».

Marchio graubünden

Il marchio graubünden è stato lanciato nel 2003. All’epoca il governo cantonale aveva chiesto la creazione di un marchio regionale intersettoriale per rafforzare in modo sostenibile la posizione economica dei Grigioni.

Il marchio punta a trasmettere e rafforzare i valori fondamentali della regione – autenticità, benessere e lungimiranza – presso gli abitanti, le aziende e i turisti e vuole contribuire a posizionare i Grigioni come luogo attrattivo in cui vivere, lavorare e trascorrere il tempo libero.

Il progetto NPR «Programm graubünden nachhaltig» è uno dei tanti strumenti di lavoro per raggiungere questo obiettivo.

Weitere Informationen

Strategie regionali per territori più resilienti e inclusivi

Per uno sviluppo territoriale coerente è fondamentale che gli attori locali cooperino al di là dei confini comunali. Le strategie regionali promuovono la resilienza e l’inclusività dei territori, combinando misure per rafforzare l’attrattività, i servizi pubblici e la sostenibilità.

Servizi pubblici e pianificazione del territorio: trovare la massa critica negli spazi funzionali

Nel suo ultimo rapporto pubblicato nel 2024, il Consiglio per l’assetto del territorio (COTER) rileva che, a differenza dei centri urbani, le periferie non raggiungono una massa critica di popolazione e di istituzioni e questo indebolisce il potenziale della dinamica collettiva necessaria allo sviluppo sostenibile. Se da un lato i grandi agglomerati urbani, grazie alla loro massa critica, riescono a mobilitare risorse finanziarie e umane (grande disponibilità di risorse specializzate), dall’altro le aree rurali e le regioni di montagna sono confrontate a una carenza di risorse.

Economia e territorio in costante interazione

La legge sulla pianificazione del territorio (LPT) impone un coordinamento regionale nella gestione delle zone edificabili che ha un impatto soprattutto sul tessuto economico delle aree rurali e di montagna. Storicamente caratterizzate dalla dispersione degli insediamenti, queste regioni devono ormai puntare sulla densificazione per attirare nuovi residenti. Tutte le regioni devono aspirare a uno sviluppo legato alla qualità della vita, piuttosto che all’espansione urbana. Il pendolarismo e il telelavoro offrono delle opportunità in questo senso. I residenti, infatti, sono anche dipendenti di aziende locali (p. es. nel settore industriale): la qualità della vita è un argomento che può servire ad attirare talenti.
Acquisire nuovi abitanti e offrire servizi a tutti i consumatori mobili richiede una visione strategica trasversale, pensata su scala regionale, che prenda in considerazione anche le sfide per l’agricoltura, un settore in cui il valore aggiunto territoriale contribuisce alla competitività e richiede un coordinamento tra gli attori.

La regione: la scala come scala di riferimento per il coordinamento

Oltre a quelle economiche (creazione di valore), anche le questioni della conservazione della biodiversità e della valorizzazione del paesaggio, del patrimonio e della cultura hanno conosciuto una dinamica di regionalizzazione. La regionalizzazione ingloba numerosi temi, traccia perimetri diversi a seconda degli argomenti e considera varie strutture di governance, inducendo ad andare oltre la «sacrosanta» scala comunale. Adottare una scala di riferimento supplementare rispetto a quella comunale e continuare a governare il quotidiano non è facile: impone un cambiamento di ottica che consideri tutti gli attori e le loro abitudini e che porti in ultima analisi a un cambiamento della loro identità. Occorre anche sviluppare sinergie tra i comuni-nucleo a carattere urbano e i comuni periferici a carattere rurale. Queste considerazioni dimostrano quanto le regioni siano onnipresenti, anche se la scala regionale non poggia su una base istituzionale consolidata.

Strategie regionali: sviluppo e attuazione

I comuni e le regioni stanno sviluppando diverse strategie settoriali (economia, turismo, ambiente ecc.) talvolta integrate in visioni strategiche globali, come la Strategia per uno sviluppo sostenibile 2030. La questione da porsi è quella della loro attuazione e del coordinamento dei vari approcci.

I programmi d’agglomerato hanno contribuito a rafforzare la cooperazione intercomunale e trasversale nelle aree urbane integrando politica dei trasporti e sviluppo urbano. In questo caso, la Confederazione ha svolto un ruolo di incentivazione e incoraggiato una collaborazione funzionale che formalmente si focalizzava su questioni di mobilità e pianificazione, ma che di fatto è andata oltre fino a diventare un’abitudine consolidata.

Attraverso la Nuova politica regionale (NPR), le regioni possono ottenere un sostegno per elaborare una strategia di sviluppo orientata alle problematiche economiche. Nell’ottica di uno sviluppo territoriale coerente e nell’ambito delle misure di accompagnamento, la SECO ha potuto sostenere con i mezzi della NPR alcuni progetti di natura strategica che esulano dalle tematiche economiche in senso stretto(v. riquadro).

Nel piano d’azione per l’attuazione della politica degli agglomerati e della politica per le aree rurali e le regioni montane è previsto che il programma «Processo di sviluppo dello spazio rurale» (PSSR) dell’UFAG venga maggiormente integrato nelle misure comuni a queste due politiche con la partecipazione della SECO, nel senso ad esempio di un’integrazione delle problematiche urbane specifiche dei centri rurali o dello sviluppo di sinergie tra questi centri e le aree rurali circostanti. Occorrerà anche sostenere le regioni nella ricerca di finanziamenti (tramite politiche settoriali cantonali o federali) per l’implementazione di progetti elaborati nell’ambito delle strategie e per il coordinamento tra le varie strategie.

Conoscenze acquisite sul tema «promuovere strategie integrali di sviluppo» dei progetti modello Sviluppo sostenibile del territorio.

Tra il 2020 e il 2024 sono stati elaborati cinque progetti modello finalizzati a promuovere strategie integrali di sviluppo. I progetti ponevano l’accento su approcci intersettoriali e su un coordinamento tra i livelli istituzionali, incoraggiando il dibattito politico e un cambiamento di paradigma. Alcuni progetti focalizzati sui bisogni locali hanno privilegiato l’aspetto istituzionale, altri hanno puntato sulla coesione sociale. I progetti modello hanno dimostrato che la governance cantonale deve svolgere un ruolo in queste dinamiche strategiche e valorizzare allo stesso tempo le sinergie tra istituzioni e attori locali per dinamizzare le regioni e strutturare un dialogo efficace.

Progetto RURALPLAN (programma ESPON, analisi mirata)

Il progetto RURALPLAN condotto nel 2024 ha esplorato alcune strategie per lo sviluppo di aree rurali confrontate a sfide demografiche quali lo spopolamento e l’invecchiamento. Nella regione Albula sono stati realizzati workshop partecipativi che hanno permesso di progettare cinque prototipi per migliorare alloggio, occupazione e offerta di servizi. Per sviluppare soluzioni sono stati organizzati workshop di co-progettazione. Altre due regioni, in Svezia e Norvegia, hanno adottato lo stesso approccio. I risultati del progetto sono stati integrati nella strategia di sviluppo della regione Albula. Le conoscenze acquisite servono anche ad alimentare iniziative nazionali di sviluppo rurale.

Sviluppare idee per rendere più attrattiva una regione di montagna

Molte regioni a vocazione rurale cercano nuovi approcci per definire il proprio futuro. Le questioni da affrontare riguardano lo spopolamento, le opportunità di lavoro, l’offerta sanitaria e la disponibilità di beni. Come affrontare queste sfide in modo sostenibile e orientato al futuro? La regione Albula, che conta circa 8000 abitanti, ha organizzato tre workshop per discuterne con la popolazione. Nell’intervista il responsabile dell’ufficio per lo sviluppo regionale Mirko Pianta racconta come ha vissuto questo approccio partecipativo e cosa ne è emerso.

«I partecipanti sono intervenuti attivamente esprimendo molte idee e opinioni.»

Mirko Pianta, responsabile dell’ufficio per lo sviluppo della regione Albula

regiosuisse: Lo sviluppo regionale è la sua specialità. Quali sfide si trova ad affrontare nella regione Albula?

Mirko Pianta: La regione dell’Albula si trova nel cuore dei Grigioni, non lontano dalla capitale Coira e dalle principali destinazioni turistiche, tra cui l’Alta Engadina e Davos. È attraversata ogni anno da circa due milioni di veicoli, il che rappresenta già di per sé una sfida. Sarebbe auspicabile riuscire a trattenere anche solo una piccola parte di queste persone, in modo da ricavarne un vantaggio in termini economici. Dobbiamo quindi innovare anche in questo ambito. L’aspetto che contraddistingue la regione è la diversità, visto che riunisce tre sottoregioni con tradizioni linguistiche e culturali diverse: il Comune di Surses, dove si parla principalmente il romancio, l’Albulatal e Lenzerheide, dove si parla il tedesco e il romancio. A causa delle distanze talvolta elevate, le tre sottoregioni sono per lo più economicamente autonome. Trovare un denominatore comune che tenga conto degli interessi regionali, venga incontro ai bisogni individuali e promuova l’autonomia è un processo interessante e arricchente.

Di recente, nell’ambito di un progetto europeo, avete organizzato un workshop partecipativo suddiviso in due parti in collaborazione con il Gruppo svizzero per le regioni di montagna (SAB). Il workshop mirava a raccogliere e formulare idee su come migliorare l’attrattiva della regione come luogo di vita e piazza economica. Alla discussione hanno partecipato venti persone. Quali sono stati i temi più caldi?

Il primo è stato quello della mancanza di alloggi, che è anche uno dei motivi per cui la popolazione sta diminuendo. Il secondo quello dell’assistenza sanitaria con il timore che fisioterapisti, psicologi e altri specialisti si trasferiscano in regioni economicamente più forti.

Quali delle esigenze formulate l’ha sorpresa?

Innanzitutto l’esigenza di una piattaforma informativa centralizzata che raggruppi tutti gli eventi, le offerte e i corsi organizzati nella regione, ma anche le proposte turistiche. Una piattaforma di questo tipo offrirebbe vantaggi sia alla popolazione che ai turisti. In secondo luogo l’esigenza  di luoghi di incontro creativi o l’idea di organizzare un mercato per la vendita di prodotti regionali.

Quali sono, secondo lei, i principali aspetti positivi scaturiti da questo approccio partecipativo?

Senza dubbio la partecipazione delle persone alle discussioni e le idee raccolte. I partecipanti hanno espresso molte opinioni diverse. Un altro aspetto positivo è riconducibile al fatto che, oltre agli abitanti, avevamo invitato ai workshop i proprietari di case secondarie e i pendolari che lavorano nella regione. Questo ci ha portato una prospettiva esterna e ci ha permesso di capire e considerare le esigenze di queste persone.

C’è qualcosa che questo approccio non permette di raggiungere?

Sì. Alcune questioni sono molto complesse perché toccano anche aspetti giuridici e politici. Penso in particolare al tema dell’alloggio. Abbiamo discusso alcune idee, per esempio la possibilità di creare cooperative abitative. Il nostro spazio di manovra è tuttavia limitato da alcune norme giuridiche: una disposizione di legge prevede che un Comune confrontato con il fenomeno dello spopolamento deve ridurre il numero di parcelle edificabili. Come si possono creare nuovi spazi abitativi in una regione che si spopola?

Dalle discussioni sono emersi suggerimenti o idee immediatamente realizzabili?

Sì, e ci stiamo già lavorando. Nell’autunno 2025, per esempio, organizzeremo il primo show delle professioni per dare visibilità ai datori di lavoro locali e mostrare ai futuri apprendisti i tirocini che si possono svolgere nella regione. Questa iniziativa mira da un lato a incoraggiare i giovani a restare, dall’altro a invogliare i figli di proprietari di case secondarie a svolgere un apprendistato nella regione. Con un altro evento vogliamo mostrare ai datori di lavoro come rendere attrattivi i posti di lavoro nelle aziende locali e come pubblicizzare efficacemente le offerte di lavoro.

Quali idee potrebbero contribuire a migliorare la qualità della vita e dell’offerta nella regione a lungo termine?

Sicuramente il potenziamento dell’offerta di alloggi per la popolazione locale. Questo aspetto è fondamentale per mantenere l’attrattiva di una regione e permetterle di contrastare lo spopolamento. I giovani devono avere la possibilità di lavorare ed essere economicamente attivi nella regione. Allo stesso tempo si devono creare infrastrutture economicamente rilevanti, per esempio attraverso piani di zona e la realizzazione di un’infrastruttura di rete.

In quanto specialista dello sviluppo regionale, che traguardo vorrebbe aver raggiunto nella regione Albula tra 10 anni?

Il nostro orizzonte va oltre i 10 anni. Entro il 2050 vogliamo raggiungere una crescita demografica del 10 percento e un aumento dei posti di lavoro del 10 percento. Con le discussioni condotte nell’ambito dei workshop e l’attuazione mirata dei temi prioritari individuati siamo sicuramente sulla strada giusta. Mi sto impegnando e mi impegnerò per conseguire questi obiettivi.

Grazie per aver risposto alle nostre domande.

I workshop nella regione Albula sono stati organizzati nell’ambito del progetto europeo «RURALPLAN» che studia strategie per lo sviluppo di regioni rurali confrontate con il problema dello spopolamento. Il progetto realizzato nella regione Albula è stato cofinanziato dal programma europeo ESPON (Rete di osservazione europea per lo sviluppo e la coesione territoriale) con fondi della Nuova politica regionale (NPR).

Puntata: «Ticino a Te» – creazione di valore regionale

A fine 2024, il Ticino ha ottenuto il riconoscimento Cercle régional per il suo impegno nello sviluppo di catene di valore regionale. Questo risultato è da attribuire all’efficace lavoro di promozione e valorizzazione dei prodotti agroalimentari del territorio nella ristorazione e nell’albergheria locale svolto in particolare con i progetti «Ticino a Te» e «Ticino a Tavola». In questa puntata di «Regioni al microfono», Sibilla Quadri, direttrice del Centro di Competenze Agroalimentari Ticino, presenta i due progetti e spiega perché è importante promuovere la cooperazione tra tutti gli attori interessati e in che modo i progetti possano trarre vantaggio dalle risorse e dalle esperienze disponibili.

«Siamo l’anello di congiunzione nella catena del valore della filiera agroalimentare ticinese»

Riunire tutti gli attori della filiera

Dal 2016 «Ticino a Te» si impegna a favore della cooperazione intersettoriale tra gli attori della filiera agroalimentare ticinese – agricoltura, trasformazione, distribuzione, ristorazione e albergheria. Sibilla Quadri, responsabile del progetto, sottolinea l’importanza di mettere in rete tutti i soggetti coinvolti. «Ticino a Te» dà visibilità ai produttori locali, consentendo loro di raggiungere una platea di clienti più ampia. D’altro canto, permette ai consumatori di scoprire i produttori attivi sul territorio e la loro offerta di prodotti. 

Nell’ambito di «Ticino a Te» sono state promosse diverse iniziative, tra cui «Ticino a Tavola», un’iniziativa nata dalla collaborazione tra GastroTicino, il Centro di Competenze Agroalimentari Ticino (CCAT) e l’Unione Contadini Ticinesi, alla quale hanno aderito 103 aziende di ristorazione. I ristoratori che hanno aderito all’iniziativa si impegnano a proporre almeno un menù dia tre portate oppure quattro piatti composti almeno al 60 % da prodotti ticinesi e a riservare ai vini ticinesi almeno il  40 % della loro carta. Nell’ambito dell’iniziativa, ogni anno vengono serviti 400 000 piatti preparati con prodotti ticinesi. Questo genera un fatturato di 3,5 milioni di franchi, gran parte dei quali torna agli agricoltori e ai trasformatori attivi sul territorio sotto forma di indotto.

«Se si conosce l’origine di un prodotto lo si apprezza di più».

Non conta solo il prezzo

Alla domanda se i prodotti regionali possono reggere la concorrenza di quelli della grande distribuzione a livello di prezzo, Quadri risponde che se un prodotto industriale è stato fabbricato nelle stesse condizioni di un prodotto locale i prezzi sono spesso comparabili e cita come esempio l’allevamento rispettoso degli animali (p. es. polli) o la retribuzione dei lavoratori. Sottolinea però che molto spesso il confronto viene fatto tra prodotti fabbricati in condizioni totalmente diverse.

Un compito importante di «Ticino a Te» è proprio quello di far conoscere queste differenze a livello di produzione: in collaborazione con 90 mense scolastiche, il progetto si impegna a offrire agli allievi del Cantone piatti preparati con prodotti del territorio. Secondo Quadri, è importante che i bambini imparino ad apprezzare il valore dei prodotti regionali, visto che saranno i consumatori di domani. Il progetto punta anche ad avvicinare le persone, in particolare quelle che vivono in città, ai luoghi di produzione sul territorio. Quadri è convinta che se si conosce l’origine di un prodotto, lo si apprezza si apprezza di più.

Impatto a lungo termine

Non è un caso se il Ticino abbia ottenuto più di un riconoscimento per il suo impegno nello sviluppo di catene di valore regionale. La giuria del Cercle régional ha apprezzato in particolare la passione con cui «Ticino a Te» è stato lanciato e promosso ed è rimasta impressionata dall’impatto e dai risultati conseguiti con un budget limitato. Oltre ai finanziamenti cantonali, «Ticino a Te» ha potuto beneficiare di un finanziamento iniziale nell’ambito della NPR. Dal quinto anno di attività, il Centro di Competenze Agroalimentari Ticino (CCAT) è finanziato esclusivamente dal Canton Ticino.

Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia del Cantone Ticino, spiega: «Il CCAT è stato sostenuto come progetto pilota attraverso la politica economica regionale con l’intento di mettere in rete tutti gli attori presenti sul territorio (produttori, consumatori, trasformatori, ristorazione, turismo) e favorire lo sviluppo di progetti innovativi capaci di valorizzare la ricchezza agroalimentare del Ticino. Visti i suoi effetti positivi anche per la competitività del settore primario, il Cantone ha deciso di dare continuità all’iniziativa con un contributo ricorrente previsto dalla Legge cantonale sull’agricoltura».

Quadri sottolinea quanto sia stato importante il sostegno iniziale: «Il progetto ha potuto partire grazie ai fondi della NPR e del Cantone. È importante dare continuità al nostro lavoro per il futuro del Ticino. Serve molto impegno ma servono anche tante risorse finanziarie».

Il Centro di Competenze Agroalimentari Ticino (CCAT) gestisce, coordina e sviluppa progetti nel settore dell’agricoltura e dell’alimentazione. Dispone di un’ampia rete di contatti e punta a creare sinergie tra vari progetti. Grazie alle esperienze maturate nell’ambito dello sviluppo di «Ticino a Te» e della cooperazione con il settore della ristorazione, è un partner privilegiato per la promozione e la realizzazione di progetti di sviluppo regionale, in particolare di PSR

Foto: Centro di Competenze Agroalimentari Ticino (CCAT)

Giornate dell’apicoltura a Lucerna: riflettori puntati sulla filiera delle api e del miele

I prodotti dell’apicoltura sono tanti: miele, propoli e cera d’api sono quelli più conosciuti. Per dare visibilità all’intera filiera, l’associazione lucernese degli apicoltori (Verband Luzerner Imkervereine) ha organizzato a Sempach la prima edizione delle giornate lucernesi dell’apicoltura. L’evento si è articolato in due parti, una destinata a un pubblico di specialisti (apicoltori e attori economici), l’altra al grande pubblico con un’ampia offerta di informazioni e prodotti apistici regionali.

L’evento dedicato all’apicoltura organizzato a Sempach (Lucerna) ha attirato un folto pubblico. Se la prima giornata congressuale era rivolta agli specialisti (apicoltori e attori economici), la seconda ha attirato un largo pubblico di ogni età. I circa 600 visitatori hanno potuto sperimentare in prima persona l’importanza delle api per la nostra vita e la grande varietà di temi e di prodotti che ruotano attorno a questi preziosi insetti. L’evento ha anche offerto l’occasione per ribadire in modo inequivocabile il loro ruolo centrale di impollinatori di piante naturali e coltivate. Se ci pensiamo bene, le api sono gli animali da allevamento più importanti in assoluto, poiché con la loro attività di impollinazione non solo promuovono la biodiversità ma sostengono anche indirettamente la diversità delle specie.

«Le giornate dell’apicoltura di Lucerna sono state un successo su tutta la linea, tanto che abbiamo deciso di riproporle anche l’anno prossimo. Vi aspettiamo!»

Beat Lichtsteiner, responsabile del progetto «Giornate dell’apicoltura di Lucerna»

Le giornate dell’apicoltura di Lucerna hanno offerto tante occasioni per scoprire, degustare e imparare:

  • colonia di api in un’arnia in plexiglas con griglia di protezione (voliera)
  • degustazione di diversi tipi di miele
  • ricette a base di miele o idromele (vino di miele)
  • degustazione di birra, brandy e whisky al miele
  • produzione di fogli cerati
  • cosmetici e rimedi naturali a base di prodotti apistici
  • apiterapia per la cura dell’asma e la desensibilizzazione
  • giardini seminaturali
  • installazione e manutenzione di casette per api selvatiche.

Prodotti regionali, sostenibili e rispettosi dell’ambiente

Con un approccio orientato alla sostenibilità e alla consapevolezza ambientale, l’evento per il largo pubblico («Bienenzauber») si è concentrato sulla presentazione di prodotti regionali, caratterizzati da un consumo minimo di energia grigia. La loro produzione, il trasporto e il consumo diretto sul posto hanno un impatto ambientale nettamente inferiore rispetto ai prodotti che arrivano da lontano. Inoltre, il consumo di prodotti regionali rafforza l’economia locale e sostiene le piccole imprese a conduzione familiare.

Video: Giornate dell’apicoltura a Lucerna

Sviluppo graduale in tre fasi

L’idea di organizzare un congresso per rafforzare la filiera apistica è stata realizzata grazie ai fondi della Nuova politica regionale (NPR) e a fondi e prestazioni propri dei promotori. Il progetto prevede uno sviluppo graduale a tre fasi che permetterà di acquisire preziose conoscenze e ottimizzare costantemente l’organizzazione. La prima fase, attuata con successo nel 2024, prevedeva lo svolgimento di due giornate congressuali: una destinata al target principale della filiera, ossia gli apicoltori, e volta a fornire conoscenze approfondite a un pubblico specializzato; l’altra intesa quale festival destinato a un largo pubblico.

Incentivare i partenariati locali

Nella seconda fase è prevista una terza giornata che permetterà di mettere in rete il gruppo target principale degli apicoltori con attori economici regionali e imprese, allo scopo di promuovere la cooperazione, dare maggiore visibilità alla filiera e facilitare potenziali joint venture o partenariati. In questa giornata verrà inoltre promosso il dialogo con gli attori politici.

Nella terza fase di sviluppo verrà organizzata una quarta giornata destinata a sensibilizzare  bambini e adolescenti su temi quali la diversità delle specie animali e vegetali, il mondo degli insetti, la sostenibilità e la produzione regionale. A tempo debito si cercheranno partner in grado di contribuire all’organizzazione di questa quarta giornata.

Fotos: Bienentage Luzern

«Grazie al contributo NPR abbiamo potuto realizzare l’idea in tempi brevi e con un alto livello qualitativo. In questo progetto l’effetto leva di un contributo relativamente modesto è enorme».

Beat Lichtsteiner, responsabile del progetto «Giornate dell’apicoltura di Lucerna»

Banca dati dei progetti regiosuisse

Alla riscoperta dei sapori regionali

Patricia Michaud

Il Vacherin Mont-d’Or, prodotto artigianalmente tra metà agosto e metà marzo nella Vallée de Joux (VD) e alle pendici del Giura vodese, è uno dei formaggi più conosciuti della Svizzera occidentale. Si distingue per la sua cremosità e per il suo sapore fruttato molto particolare dovuto alla fine fascera di corteccia che lo avvolge.
Vent’anni fa, i membri dell’Interprofession du Vacherin Mont-d’Or, un’organizzazione interprofessionale fondata nel 1999 per tutelare questa specialità e preservarne la produzione, hanno ottenuto il massimo riconoscimento: la denominazione di origine protetta AOP. Il prodotto è famoso anche per la sua scatola rotonda in legno di abete che lo protegge e lo rende immediatamente riconoscibile nei banchi refrigerati dei negozi di alimentari.

Fino a due anni fa, questa caratteristica confezione non era prodotta nella regione, bensì nella vicina Francia. Certo, con legno locale ma pur sempre in un atelier francese (ricordiamo che la foresta di Risoud, la più grande foresta continua d’Europa, è vicina al confine). L’organizzazione interprofessionale voleva però che gli affinatori svizzeri controllassero l’intera catena di produzione e che il Vacherin Mont-d’Or tornasse a essere un formaggio completamente locale, anche dal punto di vista del confezionamento. Ha quindi istituito una commissione incaricata di trovare soluzioni per produrre nuovamente le confezioni nella regione. Grazie a un finanziamento pubblico-privato a orientamento locale, nel 2021 è stata costituita la Valartibois, una società a responsabilità limitata che si avvale del know-how di un’azienda forestale della Vallée de Joux e utilizza macchinari storici riacquistati appositamente per produrre gli elementi delle scatole. Con questo approccio, i responsabili del progetto puntano a rafforzare l’importanza del marchio AOP del Vacherin Mont-d’Or. Nell’interesse dell’intera regione.

Progetto NPR nella banca dati di regiosuisse

La versione integrale in francese.

Altri articoli

Agricoltura biologica, che passione!

Jana Avanzini

Chi ha rubato le piantine? Nella regione del Seeland è caccia al ladro, ma niente paura. Questo giallo interattivo è una delle tante offerte che rientrano nel nuovo progetto di sviluppo regionale (PSR) avviato dall’associazione PSR «BioGemüse Seeland» allo scopo di incentivare a lungo termine la coltivazione di ortaggi biologici e aumentare la creazione di valore per i produttori della regione.

«Vogliamo rafforzare la regione del Giura-Tre Laghi e, ovviamente, guadagnare la fiducia dei consumatori. Il nostro obiettivo finale è però sostenere le aziende agricole», afferma Fritz Burkhalter, presidente dell’associazione. Nel primo anno il progetto si è concentrato principalmente sulla realizzazione di una nuova infrastruttura per la lavorazione e la distribuzione degli ortaggi biologici regionali. I lavori sono praticamente terminati. Nei prossimi cinque anni, il progetto dovrebbe diventare autosufficiente grazie al trasferimento di conoscenze, all’implementazione di una piattaforma per la commercializzazione e alla cooperazione con le offerte turistiche.

La direzione del progetto si dice ottimista, tanto più che gli anni che hanno preceduto il lancio del progetto e i primi mesi di attività hanno permesso di costruire solide basi. La collaborazione con le offerte esistenti si è rafforzata e la trentina di produttori coinvolti si identificano già fortemente con il marchio «Passion Seeland». È la strada scelta dalla regione per tenere il passo con la crescente domanda di prodotti biologici nel commercio al dettaglio, nella gastronomia e nei punti di vendita diretta sempre più numerosi nel Seeland bernese.

© regiosuisse

La versione integrale in tedesco.

Altri articoli

Fase pilota per una consulenza in materia di paesaggio

In una fase pilota che si concluderà nel 2024, l’UFAM offre ai comuni consulenze gratuite in materia di paesaggio. Quest’offerta, che si iscrive nell’ambito dell’attuazione della Concezione Paesaggio Sviz­ zera (CPS), mira a fornire ai comuni un orienta­mento per le questioni legate al paesaggio, raf­forzare la loro consapevolezza e competenza di intervento e supportarli nelle decisioni relative alla pianificazione del territorio. Durante questa fase esperti di varie regioni linguistiche con un ampio bagaglio di conoscenze specialistiche si mettono a disposizione per consulenze su temi quali, ad esempio, la revisione del piano di zona, la pianificazione degli spazi verdi o delle aree li­bere. Grazie a questa nuova offerta, i comuni im­ parano a integrare maggiormente il tema «pae­saggio» nei lavori di pianificazione e progettazione. La consulenza si inserisce nelle offerte già consoli­date e sostiene i primi passi dei comuni verso uno sviluppo sostenibile del paesaggio.

Sul sito Internet dell’UFAM sono riportate infor­ mazioni generali sulla procedura e i dati di con­tatto dei consulenti.

bafu.admin.ch