Oggi, praticamente nessuno comune è immune dal problema della digitalizzazione. Mentre alcuni sono già a buon punto, altri sono ancora nelle fasi iniziali. Che cosa preoccupa il vostro comune? Quali termini non sono ancora chiari? La guida digitale permette agli esperti di rispondere a queste domande.
Non è facile orientarsi nella giungla della digitalizzazione. Ci sono molte aree diverse che devono essere affrontate e nuove soluzioni vengono costantemente proposte sul mercato. Spesso tutto ciò va oltre le risorse degli enti locali.
La guida digitale è la risposta. Quali domande avete sulla digitalizzazione, la trasformazione digitale o l’e-government?
Fase pilota per una consulenza in materia di paesaggio
In una fase pilota che si concluderà nel 2024, l’UFAM offre ai comuni consulenze gratuite in materia di paesaggio. Quest’offerta, che si iscrive nell’ambito dell’attuazione della Concezione Paesaggio Sviz zera (CPS), mira a fornire ai comuni un orientamento per le questioni legate al paesaggio, rafforzare la loro consapevolezza e competenza di intervento e supportarli nelle decisioni relative alla pianificazione del territorio. Durante questa fase esperti di varie regioni linguistiche con un ampio bagaglio di conoscenze specialistiche si mettono a disposizione per consulenze su temi quali, ad esempio, la revisione del piano di zona, la pianificazione degli spazi verdi o delle aree libere. Grazie a questa nuova offerta, i comuni im parano a integrare maggiormente il tema «paesaggio» nei lavori di pianificazione e progettazione. La consulenza si inserisce nelle offerte già consolidate e sostiene i primi passi dei comuni verso uno sviluppo sostenibile del paesaggio.
Sul sito Internet dell’UFAM sono riportate infor mazioni generali sulla procedura e i dati di contatto dei consulenti.
L’app «Parchi svizzeri» si presenta con un nuovo design e funzioni aggiuntive. Basata sulle mappe ufficiali nazionali, funge da guida tascabile multifunzionale e mette in relazione gli itinerari e le attività dei parchi con le offerte di mobilità disponibili. Tutte le attività sono raggiungibili con i mezzi pubblici.
Prodotti regionali, una realtà di nicchia con un potenziale di crescita
Pirmin Schilliger
Cosa c’è dietro il successo dei prodotti regionali? Quali sono le prospettive future per questi prodotti? Queste e altre domande sono state al centro della tavola rotonda di regioS alla quale hanno partecipato Eliane Kern, responsabile comunicazione e eventi di «Feld zu Tisch», una piattaforma B2B per i prodotti regionali nell’area di Basilea; Peter Stadelmann, responsabile prodotti regionali della riserva della biosfera UNESCO Entlebuch e Urs Bolliger, direttore e responsabile mercati di Culinarium, l’associazione responsabile del marchio «regio.garantie» nella Svizzera orientale.
I partecipanti sono stati unanimi nell’affermare che i programmi di promozione della Confederazione (Nuova politica regionale NPR, progetti di sviluppo regionale PSR, Innotour ecc.) assicurano un contributo determinante al successo dei prodotti regionali. Secondo Urs Bolliger, nei progetti di Culinarium sostenuti nell’ambito della promozione dello smercio dell’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG), la parte degli aiuti finanziari della Confederazione rispetto al totale è compresa tra il 30 e il 50 per cento. La piattaforma «Feld zu Tisch» e la riserva della biosfera Entlebuch hanno invece potuto contare soprattutto sui contributi nell’ambito di progetti di sviluppo regionale (PSR).
Se la collaborazione tra produttori regionali e dettaglianti è ben consolidata, quella con la ristorazione stenta a decollare. Il team di «Feld zu Tisch» punta in particolare alla ristorazione collettiva. Eliane Kern ammette che la possibilità di sfondare in questo segmento dipende anche dallo sviluppo dell’infrastruttura di produzione. In questo settore sono infatti richiesti prodotti preconfezionati e pronti al consumo (convenience food).
Per quanto riguarda le prospettive future, Urs Bolliger invita a rimanere con i piedi per terra: oggi la quota di mercato dei prodotti regionali è compresa tra il 5 e il 10 per cento. Si tratta quindi di un mercato di nicchia, che però presenta un potenziale di crescita. Bolliger pensa a nuovi canali di vendita, come i distributori automatici delle FFS, che inseriranno nella loro offerta anche prodotti regionali.
In Svizzera, una ventina di regioni situate principalmente nelle Alpi, nelle Prealpi e nell’Arco del Giura detengono il marchio «Parchi svizzeri» e possono apporre il marchio «Prodotti dei parchi svizzeri» sui beni e sui servizi che offrono.
Per poter recare il «quadrato verde», i prodotti devono soddisfare una serie di criteri, il cui rispetto viene verificato nel quadro di una procedura di certificazione definita dalla Confederazione. Il prodotto in questione deve essere fabbricato o fornito essenzialmente all’interno del territorio del parco e il processo di produzione deve essere in linea con gli obiettivi del parco e rispettare le direttive dell’Associazione svizzera dei prodotti regionali.
In sintesi, il marchio deve garantire ai consumatori che i prodotti sono sostenibili e che provengono dalla regione. Secondo le ultime stime, il fatturato annuo generato da questi prodotti è di circa 30 milioni di franchi. Una parte dei ricavi passa dalla grande distribuzione, come i supermercati Coop. Per la maggior parte dei piccoli produttori il marchio non è però un mezzo per incrementare le entrate, ma piuttosto un modo per dare risalto alla qualità dei loro prodotti e per agire concretamente a favore dei valori regionali e della sostenibilità.
Sapori regionali in albergo, a cominciare dalla prima colazione
Pirmin Schilliger
La prima colazione svizzera non si limita al bircher müesli: gli alberghi che puntano in modo mirato su prodotti freschi e specialità locali possono soddisfare anche i palati più esigenti offrendo loro, fin dal primo mattino, un’esperienza unica. Consapevoli di queste potenzialità, alcune organizzazioni del settore hanno lanciato il progetto Innotour «Colazione regionale sviz zera». I risultati dell’iniziativa, conclusasi a fine 2022, sono confluiti in un opuscolo, che ora funge da guida per tutti gli esercizi che vogliono profilarsi con prodot ti locali.
L’assortimento di pane proposto a colazione agli ospiti dell’hotel Kartause di Ittingen, in Turgovia, è allettante: trecce con o senza sesamo e pane di segale artigianale dal forno a legna, a cui si aggiungono pane a lievitazione naturale, pane Graham e quattro tipi di croissant. Il buffet offre inoltre mar mellate di mele, di albicocche e di more, formaggi (brie, for maggi erborinati, formaggi a pasta molle e a pasta dura), quark alle erbe, burro di caseificio, prosciutto di qualità, crema da spalmare a base di peperoni grigliati, anelli di mele, pane di pere e un bircher müesli artigianale. Tra le bevande spiccano il siero di latte con purea di fragole, la spremuta a base di erba di farro e il sidro di mele. Tutte le pietanze sono preparate al momento. «Quasi tutto è fatto in casa», sottolinea Valentin Bot, direttore del tre stelle superiore che punta sia alla clientela d’affari (organizzazione di seminari) sia a quella del tempo libero. La maggior parte degli ingredienti proviene dalla regione, escluso naturalmente il caffè. Prodotti industriali, come formaggi cerati, qui non se ne trovano.
Tradizione e tendenze
Il buffet con cui il team di Ittingen delizia gli ospiti ogni mattina è un esempio emblematico del progetto Innotour «Colazione regionale svizzera quale fattore di posizionamento», lanciato congiuntamente dall’associazione di categoria HotellerieSuisse, dalla Società svizzera dei cuochi (skv), dalla scuola alberghiera di Thun e dal Culinarium Alpinum, un centro di competenza per l’arte culinaria delle regioni alpine con sede a Stans (NW). Il progetto Innotour, durato due anni, si è concluso a fine 2022 e ha beneficiato di un aiuto finanziario della Confederazione pari a circa 100 000 franchi.
Per l’hotel Kartause di Ittingen, uno degli otto esercizi che hanno partecipato al test, non si è trattato di una novità assoluta. Il suo direttore, Valentin Bot, sottolinea infatti che la caratterizzazione regionale è una tradizione della struttura e gode da tempo di grande considerazione. Un numero cre scente di ospiti apprezza questo approccio e la domanda di prodotti gastronomici regionali è una delle maggiori ten denze del momento.
Nella preparazione della colazione turgoviese, l’albergo attinge ampiamente alla produzione propria. L’antico convento nei pressi di Frauenfeld possiede infatti un centinaio di ettari di superficie agricola, in parte coltivati a vigna, ortaggi ed erbe aromatiche e in parte occupati da boschi e pascoli, con bovini, maiali, pecore e galline, un alveare e addirittura un allevamento di trote; la struttura include inoltre un panifi cio, un caseificio e una macelleria. La stragrande maggioranza degli alberghi non dispone ovviamente di simili prerogative. Tuttavia, questo non ha impedito agli altri sette esercizi che hanno preso parte al progetto di porsi obiettivi ambiziosi in termini di caratterizzazione regionale.
Per ridurre le barriere all’ingresso per gli esercizi coinvolti, gli studenti della scuola alberghiera e quelli di una scuola professionale hanno svolto importanti lavori preparatori. Dopo aver identificato le varie specialità di ciascuna regione, hanno valutato l’offerta e la domanda ed effettuato analisi aziendali. Su tale base gli otto esercizi pilota hanno dato forma alle rispettive proposte. Questo processo creativo ha permesso di evidenziare uno spaccato sorprendentemente vario delle prelibatezze che si possono offrire per la prima colazione in Svizzera. Al progetto Innotour hanno partecipato i seguenti alberghi: Steinenschanze (Basilea), Grand Hôtel Les Endroits (La ChauxdeFonds), Saratz (Pontresina), Adler (Adel boden), Federale (Lugano), Paxmontana (Flüeli Ranft), Boutique Hotel (Chandolin) e il citato hotel Kartause (Ittingen).
Non tutte le aspettative degli esperti sono state soddisfatte sin da subito. A detta di Dominik Flammer, specialista di alimentazione e fondatore del Culinarium Alpinum, nelle colazioni avrebbero dovuto trovare posto anche prodotti espressione del territorio in grado di sorprendere gli ospiti, come il burro alle noci fatto con il latte delle mucche di razza grigia retica nei Grigioni, il burro di Evolène con sale affumicato delle saline di Bex in Vallese, senza dimenticare la vasta scelta di formaggi tipici come il Vacherin Mont d’Or e il Gruyère del Giura, le marmellate di ciliegie nel Cantone di Zugo o le selezioni di tè e tisane a base di erbe locali. Le proposte di Flammer si sono poi concretizzate in una seconda fase del progetto.
Uno sforzo economico che dà i suoi frutti
Le difficoltà principali del progetto sono state quelle connesse alla logistica. La maggior parte degli esercizi hanno dovuto riorganizzare gli acquisti e individuare fornitori locali e regionali adeguati. I maggiori costi da sostenere potrebbero rappresentare, anche in futuro, la principale barriera per gli alberghi che intendono introdurre la colazione regionale. Senza dubbio i prodotti di marca già pronti permettono di contenere le spese, ma Lukas Gasser di HotellerieSuisse, responsabile del progetto, dubita che una scelta al risparmio di questo tipo sia davvero così vantaggiosa e sottolinea come una prima colazione a base di prodotti regionali sia oggi uno degli elementi imprescindibili del pacchetto offerto da un albergo.
I risultati del progetto, incluse le proposte di colazione sviluppate dagli otto esercizi pilota, sono confluiti in un opuscolo di recente pubblicazione, che funge al tempo stesso da guida e supporto operativo. Una ragione in più per non rinunciare, d’ora in poi, a una colazione autentica e genuina in albergo.
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