Scambiare esperienze, collaborare, sviluppare: la struttura di coworking «Frischloft» a Appenzello offre spazi che possono essere utilizzati come uffici, sale riunioni o spazi creativi.
Lingua del video: tedesco con sottotitoli in italiano
Nel centro storico di Burgdorf è nato «Fuchs und Specht», un progetto per rivalorizzare in modo innovativo due spazi commerciali: un ristorante e un negozio. Il progetto punta sulla condivisione declinata in diverse forme: co-gastro, co-selling e co-working.
Lingua del video: tedesco con sottotitoli in italiano
Le imprese della parte meridionale del Cantone di Argovia (aargauSüd impuls) faticano a occupare i posti di apprendistato che mettono a disposizione. In collaborazione con i Comuni, le associazioni di categoria e l’industria, è stata lanciata una campagna mirata per presentare ai ragazzi della regione i vantaggi di svolgere un apprendistato nella regione e le opportunità che offre.
Lingua del video: tedesco con sottotitoli in italiano
Avec le projet «Aéropôle Payerne», les organes responsables souhaitent marquer le coup en créant un centre de compétences pour la technologie aéronautique, sur le site de l’aérodrome de Payerne (VD).
Lingua del video: francese
Puntata 6: «Ticino a Te» – creazione di valore regionale
Puntata 6: «Ticino a Te» – creazione di valore regionale
«Ticino a Te» è un progetto NPR ticinese che promuove l’utilizzo di prodotti regionali nella ristorazione e nelle mense scolastiche del Cantone e punta ad avvicinare le persone, in particolare quelle che vivono in città, ai luoghi di produzione sul territorio. Il progetto, finanziato tra l’altro con i fondi della Nuova politica regionale (NPR), mira a sviluppare la messa in rete e le sinergie tra gli attori. La nuova puntata del podcast «Regioni al microfono» spiega perché è così importante che nei progetti regionali vengano coinvolti tutti gli attori interessati e come anche un progetto con un budget limitato possa produrre grandi risultati se le risorse esistenti vengono analizzate e utilizzate in modo mirato.
Strategie regionali per territori più resilienti e inclusivi
Per uno sviluppo territoriale coerente è fondamentale che gli attori locali cooperino al di là dei confini comunali. Le strategie regionali promuovono la resilienza e l’inclusività dei territori, combinando misure per rafforzare l’attrattività, i servizi pubblici e la sostenibilità.
Servizi pubblici e pianificazione del territorio: trovare la massa critica negli spazi funzionali
Nel suo ultimo rapporto pubblicato nel 2024, il Consiglio per l’assetto del territorio (COTER) rileva che, a differenza dei centri urbani, le periferie non raggiungono una massa critica di popolazione e di istituzioni e questo indebolisce il potenziale della dinamica collettiva necessaria allo sviluppo sostenibile. Se da un lato i grandi agglomerati urbani, grazie alla loro massa critica, riescono a mobilitare risorse finanziarie e umane (grande disponibilità di risorse specializzate), dall’altro le aree rurali e le regioni di montagna sono confrontate a una carenza di risorse.
Economia e territorio in costante interazione
La legge sulla pianificazione del territorio (LPT) impone un coordinamento regionale nella gestione delle zone edificabili che ha un impatto soprattutto sul tessuto economico delle aree rurali e di montagna. Storicamente caratterizzate dalla dispersione degli insediamenti, queste regioni devono ormai puntare sulla densificazione per attirare nuovi residenti. Tutte le regioni devono aspirare a uno sviluppo legato alla qualità della vita, piuttosto che all’espansione urbana. Il pendolarismo e il telelavoro offrono delle opportunità in questo senso. I residenti, infatti, sono anche dipendenti di aziende locali (p. es. nel settore industriale): la qualità della vita è un argomento che può servire ad attirare talenti. Acquisire nuovi abitanti e offrire servizi a tutti i consumatori mobili richiede una visione strategica trasversale, pensata su scala regionale, che prenda in considerazione anche le sfide per l’agricoltura, un settore in cui il valore aggiunto territoriale contribuisce alla competitività e richiede un coordinamento tra gli attori.
La regione: la scala come scala di riferimento per il coordinamento
Oltre a quelle economiche (creazione di valore), anche le questioni della conservazione della biodiversità e della valorizzazione del paesaggio, del patrimonio e della cultura hanno conosciuto una dinamica di regionalizzazione. La regionalizzazione ingloba numerosi temi, traccia perimetri diversi a seconda degli argomenti e considera varie strutture di governance, inducendo ad andare oltre la «sacrosanta» scala comunale. Adottare una scala di riferimento supplementare rispetto a quella comunale e continuare a governare il quotidiano non è facile: impone un cambiamento di ottica che consideri tutti gli attori e le loro abitudini e che porti in ultima analisi a un cambiamento della loro identità. Occorre anche sviluppare sinergie tra i comuni-nucleo a carattere urbano e i comuni periferici a carattere rurale. Queste considerazioni dimostrano quanto le regioni siano onnipresenti, anche se la scala regionale non poggia su una base istituzionale consolidata.
Strategie regionali: sviluppo e attuazione
I comuni e le regioni stanno sviluppando diverse strategie settoriali (economia, turismo, ambiente ecc.) talvolta integrate in visioni strategiche globali, come la Strategia per uno sviluppo sostenibile 2030. La questione da porsi è quella della loro attuazione e del coordinamento dei vari approcci.
I programmi d’agglomerato hanno contribuito a rafforzare la cooperazione intercomunale e trasversale nelle aree urbane integrando politica dei trasporti e sviluppo urbano. In questo caso, la Confederazione ha svolto un ruolo di incentivazione e incoraggiato una collaborazione funzionale che formalmente si focalizzava su questioni di mobilità e pianificazione, ma che di fatto è andata oltre fino a diventare un’abitudine consolidata.
Attraverso la Nuova politica regionale (NPR), le regioni possono ottenere un sostegno per elaborare una strategia di sviluppo orientata alle problematiche economiche. Nell’ottica di uno sviluppo territoriale coerente e nell’ambito delle misure di accompagnamento, la SECO ha potuto sostenere con i mezzi della NPR alcuni progetti di natura strategica che esulano dalle tematiche economiche in senso stretto(v. riquadro).
Nel piano d’azione per l’attuazione della politica degli agglomerati e della politica per le aree rurali e le regioni montane è previsto che il programma «Processo di sviluppo dello spazio rurale» (PSSR) dell’UFAG venga maggiormente integrato nelle misure comuni a queste due politiche con la partecipazione della SECO, nel senso ad esempio di un’integrazione delle problematiche urbane specifiche dei centri rurali o dello sviluppo di sinergie tra questi centri e le aree rurali circostanti. Occorrerà anche sostenere le regioni nella ricerca di finanziamenti (tramite politiche settoriali cantonali o federali) per l’implementazione di progetti elaborati nell’ambito delle strategie e per il coordinamento tra le varie strategie.
Tra il 2020 e il 2024 sono stati elaborati cinque progetti modello finalizzati a promuovere strategie integrali di sviluppo. I progetti ponevano l’accento su approcci intersettoriali e su un coordinamento tra i livelli istituzionali, incoraggiando il dibattito politico e un cambiamento di paradigma. Alcuni progetti focalizzati sui bisogni locali hanno privilegiato l’aspetto istituzionale, altri hanno puntato sulla coesione sociale. I progetti modello hanno dimostrato che la governance cantonale deve svolgere un ruolo in queste dinamiche strategiche e valorizzare allo stesso tempo le sinergie tra istituzioni e attori locali per dinamizzare le regioni e strutturare un dialogo efficace.
Progetto RURALPLAN (programma ESPON, analisi mirata)
Il progetto RURALPLAN condotto nel 2024 ha esplorato alcune strategie per lo sviluppo di aree rurali confrontate a sfide demografiche quali lo spopolamento e l’invecchiamento. Nella regione Albula sono stati realizzati workshop partecipativi che hanno permesso di progettare cinque prototipi per migliorare alloggio, occupazione e offerta di servizi. Per sviluppare soluzioni sono stati organizzati workshop di co-progettazione. Altre due regioni, in Svezia e Norvegia, hanno adottato lo stesso approccio. I risultati del progetto sono stati integrati nella strategia di sviluppo della regione Albula. Le conoscenze acquisite servono anche ad alimentare iniziative nazionali di sviluppo rurale.
Sviluppare idee per rendere più attrattiva una regione di montagna
Molte regioni a vocazione rurale cercano nuovi approcci per definire il proprio futuro. Le questioni da affrontare riguardano lo spopolamento, le opportunità di lavoro, l’offerta sanitaria e la disponibilità di beni. Come affrontare queste sfide in modo sostenibile e orientato al futuro? La regione Albula, che conta circa 8000 abitanti, ha organizzato tre workshop per discuterne con la popolazione. Nell’intervista il responsabile dell’ufficio per lo sviluppo regionale Mirko Pianta racconta come ha vissuto questo approccio partecipativo e cosa ne è emerso.
«I partecipanti sono intervenuti attivamente esprimendo molte idee e opinioni.»
Mirko Pianta, responsabile dell’ufficio per lo sviluppo della regione Albula
Bergün @ Region AlbulaSavognin @ Region Albula
regiosuisse: Lo sviluppo regionale è la sua specialità. Quali sfide si trova ad affrontare nella regione Albula?
Mirko Pianta: La regione dell’Albula si trova nel cuore dei Grigioni, non lontano dalla capitale Coira e dalle principali destinazioni turistiche, tra cui l’Alta Engadina e Davos. È attraversata ogni anno da circa due milioni di veicoli, il che rappresenta già di per sé una sfida. Sarebbe auspicabile riuscire a trattenere anche solo una piccola parte di queste persone, in modo da ricavarne un vantaggio in termini economici. Dobbiamo quindi innovare anche in questo ambito. L’aspetto che contraddistingue la regione è la diversità, visto che riunisce tre sottoregioni con tradizioni linguistiche e culturali diverse: il Comune di Surses, dove si parla principalmente il romancio, l’Albulatal e Lenzerheide, dove si parla il tedesco e il romancio. A causa delle distanze talvolta elevate, le tre sottoregioni sono per lo più economicamente autonome. Trovare un denominatore comune che tenga conto degli interessi regionali, venga incontro ai bisogni individuali e promuova l’autonomia è un processo interessante e arricchente.
Di recente, nell’ambito di un progetto europeo, avete organizzato un workshop partecipativo suddiviso in due parti in collaborazione con il Gruppo svizzero per le regioni di montagna (SAB). Il workshop mirava a raccogliere e formulare idee su come migliorare l’attrattiva della regione come luogo di vita e piazza economica. Alla discussione hanno partecipato venti persone. Quali sono stati i temi più caldi?
Il primo è stato quello della mancanza di alloggi, che è anche uno dei motivi per cui la popolazione sta diminuendo. Il secondo quello dell’assistenza sanitaria con il timore che fisioterapisti, psicologi e altri specialisti si trasferiscano in regioni economicamente più forti.
Quali delle esigenze formulate l’ha sorpresa?
Innanzitutto l’esigenza di una piattaforma informativa centralizzata che raggruppi tutti gli eventi, le offerte e i corsi organizzati nella regione, ma anche le proposte turistiche. Una piattaforma di questo tipo offrirebbe vantaggi sia alla popolazione che ai turisti. In secondo luogo l’esigenza di luoghi di incontro creativi o l’idea di organizzare un mercato per la vendita di prodotti regionali.
Quali sono, secondo lei, i principali aspetti positivi scaturiti da questo approccio partecipativo?
Senza dubbio la partecipazione delle persone alle discussioni e le idee raccolte. I partecipanti hanno espresso molte opinioni diverse. Un altro aspetto positivo è riconducibile al fatto che, oltre agli abitanti, avevamo invitato ai workshop i proprietari di case secondarie e i pendolari che lavorano nella regione. Questo ci ha portato una prospettiva esterna e ci ha permesso di capire e considerare le esigenze di queste persone.
C’è qualcosa che questo approccio non permette di raggiungere?
Sì. Alcune questioni sono molto complesse perché toccano anche aspetti giuridici e politici. Penso in particolare al tema dell’alloggio. Abbiamo discusso alcune idee, per esempio la possibilità di creare cooperative abitative. Il nostro spazio di manovra è tuttavia limitato da alcune norme giuridiche: una disposizione di legge prevede che un Comune confrontato con il fenomeno dello spopolamento deve ridurre il numero di parcelle edificabili. Come si possono creare nuovi spazi abitativi in una regione che si spopola?
Radons @ Region AlbulaLandwasserviadukt @ Region Albula
Dalle discussioni sono emersi suggerimenti o idee immediatamente realizzabili?
Sì, e ci stiamo già lavorando. Nell’autunno 2025, per esempio, organizzeremo il primo show delle professioni per dare visibilità ai datori di lavoro locali e mostrare ai futuri apprendisti i tirocini che si possono svolgere nella regione. Questa iniziativa mira da un lato a incoraggiare i giovani a restare, dall’altro a invogliare i figli di proprietari di case secondarie a svolgere un apprendistato nella regione. Con un altro evento vogliamo mostrare ai datori di lavoro come rendere attrattivi i posti di lavoro nelle aziende locali e come pubblicizzare efficacemente le offerte di lavoro.
Quali idee potrebbero contribuire a migliorare la qualità della vita e dell’offerta nella regione a lungo termine?
Sicuramente il potenziamento dell’offerta di alloggi per la popolazione locale. Questo aspetto è fondamentale per mantenere l’attrattiva di una regione e permetterle di contrastare lo spopolamento. I giovani devono avere la possibilità di lavorare ed essere economicamente attivi nella regione. Allo stesso tempo si devono creare infrastrutture economicamente rilevanti, per esempio attraverso piani di zona e la realizzazione di un’infrastruttura di rete.
In quanto specialista dello sviluppo regionale, che traguardo vorrebbe aver raggiunto nella regione Albula tra 10 anni?
Il nostro orizzonte va oltre i 10 anni. Entro il 2050 vogliamo raggiungere una crescita demografica del 10 percento e un aumento dei posti di lavoro del 10 percento. Con le discussioni condotte nell’ambito dei workshop e l’attuazione mirata dei temi prioritari individuati siamo sicuramente sulla strada giusta. Mi sto impegnando e mi impegnerò per conseguire questi obiettivi.
Grazie per aver risposto alle nostre domande.
I workshop nella regione Albula sono stati organizzati nell’ambito del progetto europeo «RURALPLAN» che studia strategie per lo sviluppo di regioni rurali confrontate con il problema dello spopolamento. Il progetto realizzato nella regione Albula è stato cofinanziato dal programma europeo ESPON (Rete di osservazione europea per lo sviluppo e la coesione territoriale) con fondi della Nuova politica regionale (NPR).
Intelligenza artificiale per le PMI: verso il futuro digitale con il sostegno della NPR
L’associazione Local AI Community, in breve LAC, è nata per rendere l’intelligenza artificiale (IA) accessibile alle piccole e medie imprese della Svizzera centrale. Con attività di consulenza, networking e workshop pratici, trasmette alle aziende le conoscenze necessarie per utilizzare l’IA in modo mirato e proficuo. L’offerta ha visto la luce grazie al sostegno finanziario della Nuova politica regionale (NPR), che ha investito nell’infrastruttura e nella creazione di un hub IA (Artificial Intelligence Hub). Per saperne di più, guardate il video di presentazione.
N.B.: Al momento della registrazione del video, il nome dell’associazione era ancora LAC2.
Più competenze IA per le aziende della Svizzera centrale
L’associazione senza scopo di lucro LAC si adopera affinché le aziende e le istituzioni della Svizzera centrale si familiarizzino con l’IA e la utilizzino efficacemente. Spesso, infatti, le PMI non dispongono delle basi necessarie per sfruttare appieno le potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale. È proprio qui che entra in gioco l’associazione, con un trasferimento di conoscenze mirato, una solida rete, l’organizzazione di eventi e l’accesso a tool basati sull’IA. L’innovazione deve diventare realtà per rafforzare stabilmente la competitività della regione e costruire una community IA regionale a lungo termine.
L’hub IA di Lucerna non rappresenta solo un luogo fisico di contatto per le PMI attive nell’area economica di Lucerna, ma fornisce anche diversi servizi e offerte, tra cui:
consulenze e coaching individuali: le aziende si familiarizzano con le applicazioni di IA più utili per la loro attività e il loro business;
workshop pratici: i collaboratori vengono istruiti e possono testare le prime applicazioni;
accesso a modelli di IA preaddestrati;
AI Sandbox: un ambiente digitale per testare e convalidare le idee (proof of concepts);
piattaforma di scambio: contatti tra esperti, aziende e giovani talenti.
Jamie Shelley, AI Hub Manager presso LAC, illustra l’impostazione dell’offerta: «Ci concentriamo su applicazioni concrete. Le aziende locali beneficiano direttamente del nostro know-how e della nostra rete. Vogliamo creare sinergie e promuovere l’innovazione nella regione».
Decisivo il sostegno della NPR
La creazione di LAC è stata possibile grazie ai finanziamenti della Nuova politica regionale (NPR). Patricia Feubli, presidente dell’associazione, sottolinea l’importanza di questo sostegno: «Grazie ai fondi della NPR siamo passati dalle parole ai fatti. Il finanziamento è stato fondamentale per creare l’infrastruttura e l’hub, costituire il team e organizzare eventi di networking e formazione».
Nicole Bachmann, responsabile del servizio NPR di Lucerna, conferma: «Il progetto è importante per il Cantone perché facilita l’accesso delle PMI della Svizzera centrale a tecnologie innovative e rafforza la competitività della regione nel lungo periodo».
L’IA nella pratica: collaborazione con Schaltraum AG
La collaborazione con Schaltraum AG, specializzata in automazione degli edifici e domotica, è un ottimo esempio delle attività dell’associazione LAC. I contatti sono stati avviati in dicembre 2024 allo scopo di integrare le potenzialità dell’IA nei processi operativi dell’azienda. Il direttore Jean-Christophe Martin spiega che a convincere è stata in particolare la messa in rete di aziende, scienza e know-how specialistico offerta da LAC. «Sviluppiamo insieme le conoscenze e questo ci permette di preparare la nostra azienda alle sfide future». Nell’ambito della collaborazione sono previste altre sessioni di coaching e workshop, ad esempio sul tema dell’utilizzo dell’IA nel lavoro d’ufficio. Jean-Christophe Martin si dice certo che continuerà ad appoggiarsi all’hub per scambi preziosi e per lo sviluppo di nuove soluzioni.
LAC rappresenta per le aziende della Svizzera centrale un riferimento competente per scoprire le possibilità offerte dall’IA e muovere i primi passi nel futuro digitale avvalendosi di un supporto professionale.
La SECO e i Cantoni sostengono le destinazioni turistiche nel riorientamento dell’offerta
Per molte destinazioni, il turismo invernale è d’importanza vitale. A causa dei cambiamenti climatici, in molte località si prevedono stagioni invernali più brevi nonostante l’innevamento artificiale. Per molte destinazioni, il turismo invernale è d’importanza vitale. Nell’ambito degli strumenti di promozione della Nuova politica regionale (NPR), di Interreg e di Innotour, la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) sostiene una serie di progetti che puntano ad aiutare le destinazioni turistiche ad adattarsi ai cambiamenti climatici.
Gli effetti dei cambiamenti climatici sulla copertura nevosa in Svizzera sono preoccupanti: dal 1970 a oggi, il numero di giorni di innevamento sotto gli 800 metri di quota si è dimezzato, mentre a 2000 metri si è ridotto del 20 percento. Secondo gli scenari climatici di MeteoSvizzera, questa tendenza si protrarrà nei prossimi anni e decenni. È probabile che sotto i 1500 metri di quota sarà sempre più difficile che le stazioni sciistiche rimangano redditizie (Funivie Svizzere, 2024). Questo è dovuto non solo all’innalzamento del limite delle nevicate, ma anche alla diminuzione del numero di giorni sufficientemente freddi per l’innevamento artificiale. A titolo di esempio, a Engelberg, a quota 1037 metri, il numero di giorni con temperatura massima inferiore a 0° C si è quasi dimezzato rispetto agli anni 1970, passando da poco più di 40 a poco più di 20 giorni (MeteoSvizzera, 2024). Ai cambiamenti climatici si aggiungono la crescente concorrenza internazionale e l’evoluzione demografica. Dall’inizio degli anni 1990 questi fattori hanno determinato un calo delle presenze nelle stazioni sciistiche (skier-days) di oltre il 30 percento a livello nazionale (Funivie Svizzere, 2024c).
I progetti illustrati di seguito presentano processi e soluzioni per gestire il problema della mancanza di neve e le opportunità e i rischi connessi per le destinazioni turistiche.
Progetto Innotour «Kompass Schnee»: garanzia di innevamento e cambiamenti climatici
In collaborazione con l’Associazione svizzera dei manager del turismo (ASTM) e Svizzera Turismo, Funivie Svizzere ha lanciato il progetto «Kompass Schnee». Finanziato da Innotour, il progetto mira a aiutare le destinazioni turistiche a definire strategie per affrontare i cambiamenti delle condizioni climatiche e di innevamento. Sulla base dei dati e delle proiezioni climatiche attuali e in collaborazione con il Politecnico di Zurigo e l’Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF), il promotori del progetto stanno sviluppando uno strumento destinato alle regioni di sport invernali per valutare le condizioni di innevamento attuali e future e definire misure di adattamento, tra cui l’ottimizzazione dell’offerta di sport invernali (p. es. attraverso l’innevamento artificiale e la modifica della durata della stagione), ma anche una maggiore promozione delle offerte che non dipendono dalla presenza di neve, come la cultura e la gastronomia. Nell’ambito del progetto è stata elaborata una scheda informativa sugli scenari climatici per l’inverno 2050 (Funivie Svizzere, 2024). «Kompass Schnee» si protrarrà fino al 2026. Ulteriori risultati verranno resi pubblici probabilmente nel corso dell’estate 2025 (Funivie Svizzere, 2024b).
Progetto Interreg «Beyond Snow»: alternative al turismo invernale puro
Molte stazioni sciistiche sotto i 1500 metri di quota dovranno riorientarsi strategicamente per ridurre la loro dipendenza dagli sport invernali classici. Il progetto Interreg «BeyondSnow» (2022-2025), finanziato nell’ambito della Nuova politica regionale (NPR), sostiene nove destinazioni turistiche di sei Paesi alpini particolarmente colpite dalla mancanza di neve. L’obiettivo è di aiutarle a impostare il percorso di adattamento e riorientamento. A partecipare come destinazione pilota per la Svizzera è la stazione di Sattel-Hochstuckli nel Cantone di Svitto, che nel 2023 è stata costretta a smantellare due dei tre impianti di risalita a causa di difficoltà finanziarie. Una decisione che ha suscitato viva emozione, come spiega Peter Niederer, vicedirettore del Gruppo svizzero per le regioni di montagna (SAB), che ha lanciato il progetto: Sattel-Hochstuckli è infatti una delle prime stazioni sciistiche nate nelle Prealpi e la pratica dello sci fa parte della tradizione locale. Per questa ragione si è deciso di coinvolgere sistematicamente nel progetto gli attori locali. Con la partecipazione della popolazione sono state individuate 22 misure per preparare la destinazione alle sfide future. L’accento è stato posto sulla destagionalizzazione del turismo, sugli investimenti in eventi e cooperazioni e sulla riduzione dei costi fissi. Parallelamente si punta a fare in modo che l’infrastruttura sciistica sia utilizzabile modo flessibile quando le condizioni di innevamento lo consentono. Le destinazioni sciistiche che partecipano al progetto traggono vantaggio dallo scambio di esperienze. A Sattel-Hochstuckli, per esempio, si sta pensando di organizzare un evento di ultra trail ispirato a Métabrief (FR), un’altra destinazione che partecipa a «BeyondSnow». In futuro sarà sviluppato anche uno strumento decisionale digitale accessibile al pubblico per aiutare altre destinazioni turistiche ad adattarsi in modo proattivo al cambiamento delle condizioni di innevamento attraverso il riorientamento e la diversificazione dell’offerta (SAB, 2024).
Una serie di inverni con poca neve ha reso inevitabile un riorientamento. Sattel-Hochstuckli nel febbraio 2023 (foto Thomas Egger, SAB).
Progetto Interreg «TransStat»: strategia sostenibile per il futuro dello sci nelle Alpi
Il progetto Interreg «TransStat» (2022-2025) coinvolge nove destinazioni sciistiche alpine in cinque Paesi e persegue un obiettivo simile a «Beyond Snow». Nelle destinazioni selezionate si sta sperimentando un approccio condiviso che coinvolge gli attori locali nell’ambito del quale vengono sviluppati scenari futuri per un turismo (sciistico) sostenibile. Questi scenari serviranno da base per impostare il processo di transizione. A tale scopo, «TransStat» sta creando una rete fisica e digitale di comprensori sciistici ‘in transizione’ per condividere conoscenze ed esperienze sul futuro. Un ulteriore obiettivo è quello di elaborare raccomandazioni politiche non solo per l’Arco alpino ma anche per i contesti regionali.
Progetto Innotour «Destinazioni resilienti al cambiamento climatico»: serve un approccio globale
Nelle destinazioni delle regioni di montagna i cambiamenti climatici comportano molteplici impatti che interessano direttamente il turismo. Il progetto «Destinazioni resilienti al cambiamento climatico» (2024-2026), promosso da Grigioni Vacanze (ente responsabile) e finanziato da Innotour, punta su un approccio complessivo. Martina Hollenstein Stadler, responsabile della sostenibilità di Grigioni Vacanze, spiega che l’obiettivo è fare in modo che le destinazioni turistiche affrontino in modo proattivo le sfide legate ai cambiamenti climatici. Precisa che il progetto non affronta solo la problematica della mancanza di neve, ma anche altri rischi e opportunità legati ai cambiamenti climatici. A titolo di esempio, per effetto delle estati sempre più calde nei centri urbani dell’Altopiano, le destinazioni di montagna devono prepararsi a un aumento delle presenze legato all’afflusso di persone in cerca di frescura (Serquet & Rebetez, 2011). D’altro canto, però, le precipitazioni sempre più intense provocheranno sempre più inondazioni e colate detritiche. Il progetto mira a garantire che le destinazioni partecipanti sviluppino un loro business model sostenibile a lungo termine. Nelle tre destinazioni pilota dei Grigioni (Lenzerheide, Engadin Samnaun Val Müstair e Vorderes Prättigau) è stato analizzato l’impatto diretto dei cambiamenti climatici sull’offerta e sono stati individuati i principali rischi e opportunità. Il team del progetto ha approntato una tabella di marcia e affiancherà le destinazioni nella prima fase di attuazione. Martina Hollenstein sottolinea che diventare resilienti ai cambiamenti climatici non è uno sprint, ma una maratona: «il nostro ruolo è avviare un processo che si protragga ben oltre la fine dei finanziamenti di Innotour». Il successo a lungo termine di una destinazione dipende anche dalla sua capacità di sfruttare le opportunità che si presentano.
I partecipanti al workshop organizzato nella destinazione Engadin Samnaun Val Müstair identificano le offerte e le infrastrutture colpite dai cambiamenti climatici (foto: Raphael Portmann).
La Nuova politica regionale (NPR) sostiene progetti di riorientamento del turismo
Il cambiamento può anche essere un’opportunità. La Nuova politica regionale (NPR), finanziata congiuntamente dalla Confederazione e dai Cantoni, offre alle destinazioni e alle aziende molte possibilità per cogliere le opportunità legate ai cambiamenti climatici. Finanzia per esempio studi di fattibilità per progetti di riorientamento dell’offerta turistica, come il Fideriser Heuberge in Prettigovia, o la riorganizzazione strategica di impianti di risalita, come quelli della società Wiriehornbahnen AG. Inoltre, mette a disposizione fondi per la pianificazione di misure concrete volte a promuovere il turismo estivo, ad esempio l’offerta di mountain bike nella destinazione Engelberg-Titlis, o per strategie turistiche integrate, ad esempio a Kandersteg.
I cambiamenti climatici rappresentano una sfida importante per il turismo svizzero. Attraverso i progetti descritti, alcuni dei quali presentati anche nell’ultimo numero della rivista Insight di Innotour, la SECO si impegna a sostenere il settore del turismo nella ricerca di soluzioni. Oltre a finanziare progetti, la politica del turismo della SECO mira a sostenere l’adattamento ai cambiamenti climatici, per esempio attraverso lo sviluppo e il trasferimento di conoscenze nell’ambito del «Forum Turismo Svizzera».
Innotour promuove l’innovazione, la collaborazione e lo sviluppo delle conoscenze nel settore del turismo. Il programma concentra la promozione a livello nazionale. Questo significa che la maggior parte dei mezzi a disposizione è impiegata per finanziare progetti e compiti di coordinamento di portata nazionale. Parallelamente, con lo strumento dei progetti modello vengono promossi anche progetti di portata regionale e locale.
Interreg offre la possibilità di realizzare progetti transfrontalieri concreti per lo sviluppo delle regioni. La cooperazione è finanziata in numerosi settori dall’UE, dai Paesi confinanti, dai Cantoni, dalla Confederazione e da privati. La partecipazione della Svizzera è finanziata nel quadro della Nuova politica regionale (NPR). I contributi della Confederazione provengono dal Fondo per lo sviluppo regionale e devono essere utilizzati per progetti che contribuiscono a rafforzare la competitività delle regioni. I contributi dei Cantoni, di importo equivalente, possono invece essere destinati anche a progetti che non servono direttamente a creare valore o a sviluppare l’economia regionale.
Con la Nuova politica regionale (NPR), la Confederazione e i Cantoni sostengono lo sviluppo economico delle regioni di montagna, delle aree rurali e delle regioni frontaliere. Nel 2024 ha preso il via il terzo programma di attuazione pluriennale della NPR (2024–2031). Se da un lato le attuali priorità di promozione tematiche («industria» e «turismo») sono mantenute, dall’altro è prevista la possibilità di sostenere, a determinate condizioni, piccoli progetti infrastrutturali con contributi a fondo perso. Inoltre, tra i temi trasversali verrà dato particolare risalto all’economia locale, che andrà a completare l’orientamento alle esportazioni della NPR, allo sviluppo sostenibile e alla digitalizzazione.
Serquet, G., Rebetez, M. Relationship between tourism demand in the Swiss Alps and hot summer air temperatures associated with climate change. Climatic Change108, 291–300 (2011). https://doi.org/10.1007/s10584-010-0012-6
Puntata: «Ticino a Te» – creazione di valore regionale
A fine 2024, il Ticino ha ottenuto il riconoscimento Cercle régional per il suo impegno nello sviluppo di catene di valore regionale. Questo risultato è da attribuire all’efficace lavoro di promozione e valorizzazione dei prodotti agroalimentari del territorio nella ristorazione e nell’albergheria locale svolto in particolare con i progetti «Ticino a Te» e «Ticino a Tavola». In questa puntata di «Regioni al microfono», Sibilla Quadri, direttrice del Centro di Competenze Agroalimentari Ticino, presenta i due progetti e spiega perché è importante promuovere la cooperazione tra tutti gli attori interessati e in che modo i progetti possano trarre vantaggio dalle risorse e dalle esperienze disponibili.
«Siamo l’anello di congiunzione nella catena del valore della filiera agroalimentare ticinese»
Riunire tutti gli attori della filiera
Dal 2016 «Ticino a Te» si impegna a favore della cooperazione intersettoriale tra gli attori della filiera agroalimentare ticinese – agricoltura, trasformazione, distribuzione, ristorazione e albergheria. Sibilla Quadri, responsabile del progetto, sottolinea l’importanza di mettere in rete tutti i soggetti coinvolti. «Ticino a Te» dà visibilità ai produttori locali, consentendo loro di raggiungere una platea di clienti più ampia. D’altro canto, permette ai consumatori di scoprire i produttori attivi sul territorio e la loro offerta di prodotti.
Nell’ambito di «Ticino a Te» sono state promosse diverse iniziative, tra cui «Ticino a Tavola», un’iniziativa nata dalla collaborazione tra GastroTicino, il Centro di Competenze Agroalimentari Ticino (CCAT) e l’Unione Contadini Ticinesi, alla quale hanno aderito 103 aziende di ristorazione. I ristoratori che hanno aderito all’iniziativa si impegnano a proporre almeno un menù dia tre portate oppure quattro piatti composti almeno al 60 % da prodotti ticinesi e a riservare ai vini ticinesi almeno il 40 % della loro carta. Nell’ambito dell’iniziativa, ogni anno vengono serviti 400 000 piatti preparati con prodotti ticinesi. Questo genera un fatturato di 3,5 milioni di franchi, gran parte dei quali torna agli agricoltori e ai trasformatori attivi sul territorio sotto forma di indotto.
«Se si conosce l’origine di un prodotto lo si apprezza di più».
Non conta solo il prezzo
Alla domanda se i prodotti regionali possono reggere la concorrenza di quelli della grande distribuzione a livello di prezzo, Quadri risponde che se un prodotto industriale è stato fabbricato nelle stesse condizioni di un prodotto locale i prezzi sono spesso comparabili e cita come esempio l’allevamento rispettoso degli animali (p. es. polli) o la retribuzione dei lavoratori. Sottolinea però che molto spesso il confronto viene fatto tra prodotti fabbricati in condizioni totalmente diverse.
Un compito importante di «Ticino a Te» è proprio quello di far conoscere queste differenze a livello di produzione: in collaborazione con 90 mense scolastiche, il progetto si impegna a offrire agli allievi del Cantone piatti preparati con prodotti del territorio. Secondo Quadri, è importante che i bambini imparino ad apprezzare il valore dei prodotti regionali, visto che saranno i consumatori di domani. Il progetto punta anche ad avvicinare le persone, in particolare quelle che vivono in città, ai luoghi di produzione sul territorio. Quadri è convinta che se si conosce l’origine di un prodotto, lo si apprezza si apprezza di più.
Impatto a lungo termine
Non è un caso se il Ticino abbia ottenuto più di un riconoscimento per il suo impegno nello sviluppo di catene di valore regionale. La giuria del Cercle régional ha apprezzato in particolare la passione con cui «Ticino a Te» è stato lanciato e promosso ed è rimasta impressionata dall’impatto e dai risultati conseguiti con un budget limitato. Oltre ai finanziamenti cantonali, «Ticino a Te» ha potuto beneficiare di un finanziamento iniziale nell’ambito della NPR. Dal quinto anno di attività, il Centro di Competenze Agroalimentari Ticino (CCAT) è finanziato esclusivamente dal Canton Ticino.
Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia del Cantone Ticino, spiega: «Il CCAT è stato sostenuto come progetto pilota attraverso la politica economica regionale con l’intento di mettere in rete tutti gli attori presenti sul territorio (produttori, consumatori, trasformatori, ristorazione, turismo) e favorire lo sviluppo di progetti innovativi capaci di valorizzare la ricchezza agroalimentare del Ticino. Visti i suoi effetti positivi anche per la competitività del settore primario, il Cantone ha deciso di dare continuità all’iniziativa con un contributo ricorrente previsto dalla Legge cantonale sull’agricoltura».
Quadri sottolinea quanto sia stato importante il sostegno iniziale: «Il progetto ha potuto partire grazie ai fondi della NPR e del Cantone. È importante dare continuità al nostro lavoro per il futuro del Ticino. Serve molto impegno ma servono anche tante risorse finanziarie».
Il Centro di Competenze Agroalimentari Ticino (CCAT) gestisce, coordina e sviluppa progetti nel settore dell’agricoltura e dell’alimentazione. Dispone di un’ampia rete di contatti e punta a creare sinergie tra vari progetti. Grazie alle esperienze maturate nell’ambito dello sviluppo di «Ticino a Te» e della cooperazione con il settore della ristorazione, è un partner privilegiato per la promozione e la realizzazione di progetti di sviluppo regionale, in particolare di PSR.
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