Podcast wird geladen...

Sui sentieri del gusto nella regione del Gottardo

Un’escursione che coinvolge tutti i sensi e combina il movimento in montagna con la cucina regionale. Il progetto Sentieri del gusto San Gottardo mette in rete i fornitori locali lungo sentieri escursionistici tematici: gli ospiti assaggiano le specialità direttamente dai produttori, ascoltano le loro storie e scoprono così da vicino la cultura della regione del Gottardo. Ciò è reso possibile da un progetto che riunisce gastronomia, turismo e agricoltura locali, sostenuto dalla Nuova politica regionale (NPR).

Dall’idea all’escursione

L’idea è nata durante la pandemia di coronavirus. Quando i grandi eventi che aveva organizzato in passato sono stati cancellati, il promotore del progetto Niklaus Niederhauser ha cercato un’alternativa: esperienze su scala più piccola, prenotabili in modo flessibile e comunque vicine alle persone. Attraverso un annuncio è venuto a conoscenza del programma San Gottardo, che promuove lo sviluppo della regione del Gottardo in collaborazione con la Confederazione e i Cantoni di Uri, Grigioni e Ticino. Il programma punta sulla creazione di valore aggiunto sostenibile attraverso il turismo, l’utilizzo delle risorse locali e collaborazioni innovative. La visione alla base è quella di rendere la regione del Gottardo un luogo attraente dove vivere, lavorare e fare turismo, con posti di lavoro sicuri e nuovi e una maggiore competitività. 

Come spiega Anja Beivi, responsabile del programma San Gottardo, il progetto dei sentieri del gusto è stato sviluppato all’interno del suo incubatore turistico. Questo mostra come idee turistiche innovative provenienti dalla zona del Gottardo possano essere avviate, testate e realizzate per promuovere in modo mirato la forza innovativa della regione. I sentieri del gusto San Gottardo sono stati premiati come uno dei migliori progetti. Beivi sottolinea anche quanto sia fondamentale la promozione dei fornitori locali per l’ulteriore sviluppo della regione.

È così che è nato il concetto di un’escursione culinaria con diverse tappe: i sentieri del gusto San Gottardo. Attualmente nella regione si contano tre percorsi di questo tipo: il percorso della birra dei Grigioni, il sentiero della birra di Monsteiner e il sentiero del gusto e delle leggende della Surselva. La maggior parte di questi sentieri è attualmente attiva e prenotabile soprattutto nei mesi estivi e all’inizio dell’autunno. Un percorso comprende da quattro a cinque tappe con una durata totale di circa due ore, che lasciano il tempo per immergersi nella natura. Gli ospiti passeggiano di fattoria in fattoria, di ristorante in ristorante, degustano ad esempio la birra grigionese o i capuns e scoprono chi c’è dietro questi prodotti. La particolarità dei percorsi è che combinano elementi già esistenti in un’esperienza del tutto nuova. Il tour può essere prenotato con breve preavviso e in formato digitale. I percorsi possono essere vissuti anche in modo classico su carta, per godersi appieno il panorama.

Per gli albergatori, come ad esempio la direttrice dell’Hotel Surselva, Beatrice Hug, questo concetto significa: nessun rischio, ma un vantaggio diretto. All’inizio, secondo Niederhauser, un ostacolo era spesso la paura dei ristoratori di dover pagare in anticipo, una preoccupazione che però è stata rapidamente dissipata. Quando gli ospiti prenotano, si genera un fatturato, mentre se non si presentano non si subisce alcuna perdita. Circa l’80-90% del valore aggiunto rimane nella regione. «Gli ospiti vivono incontri autentici e le aziende guadagnano fatturato e visibilità», afferma Niederhauser. Il team del progetto testa personalmente gli itinerari e cerca in modo mirato le aziende che desiderano partecipare. Spesso sono gli stessi fornitori a contattare il team. Quest’ultimo coordina il processo e accompagna l’attuazione in loco. «La fiducia delle persone nella regione è fondamentale. Solo così si crea una rete che funziona», afferma Niederhauser.

La NPR come motore del progetto

Fin dall’inizio, la NPR è stata la promotrice e il motore del progetto. Il suo sostegno ha permesso, tra l’altro, l’apertura dei sentieri, l’ulteriore sviluppo del sito web e l’ampliamento dell’offerta in diverse lingue. Attualmente l’offerta è prenotabile in tedesco e in italiano, ma in un secondo momento saranno aggiunti anche l’inglese e il romancio, che ha un carattere simbolico particolare nel Cantone dei Grigioni. «Il multilinguismo nella regione del Gottardo fa parte del patrimonio culturale. Grazie ad esso apriamo i percorsi a un pubblico più ampio», spiega Niederhauser. Il sostegno della NPR crea strutture, garantisce la sicurezza della pianificazione e conferisce al progetto una maggiore portata.

I percorsi del gusto sono più di una semplice offerta escursionistica. Rafforzano la gastronomia, l’industria alberghiera e l’agricoltura, avvicinano ospiti e abitanti del luogo e rendono visibile la cultura regionale. Nel frattempo attirano anche un numero sempre maggiore di visitatori dall’estero.

Uno sguardo al futuro

Si prevede di aprire altri sentieri, ad esempio in Ticino e in località meno battute dal turismo, e di offrirli tutto l’anno, anche in inverno. I partecipanti sono d’accordo: i percorsi del gusto del San Gottardo dimostrano come gastronomia e turismo possano insieme animare e arricchire una regione.

Maggiori informazioni sulla NPR e su come sostiene i progetti regionali: 

Fonte dell’immagine: Surselva Tourismus/ Ida Sgier

Regio Retica: l’anello alpino che unisce svizzeri e italiani

Dalle montagne dell’Engadina alla Valtellina italiana: chi vive qui attraversa il confine quasi ogni giorno, per lavorare, fare la spesa o scambiare servizi. La Regio Retica può essere immaginata come un grande anello nelle Alpi, in cui tutto è collegato: ciò che accade da una parte ha un effetto diretto sull’altra. La regione si estende su oltre 4000 km² e conta quasi 200 000 abitanti, distribuiti tra il versante svizzero e quello italiano. Con la Regio Retica nasce un modello per il futuro: una regione che pensa e agisce in modo comune al di là dei confini.

Molte persone sono pendolari, altre dipendono dai servizi sanitari e assistenziali oltre confine e anche nel turismo ci sono innumerevoli punti di contatto tra il versante svizzero e quello italiano. Maurizio Michael, attivo da oltre 20 anni in progetti transfrontalieri, lo riassume così: «Senza la manodopera italiana, soprattutto nel settore dell’assistenza, alcuni servizi in Svizzera non potrebbero essere mantenuti». Il confine è visibile, ma lo scambio permanente e la stretta collaborazione fanno ormai parte della vita quotidiana. Regio Retica vuole ora istituzionalizzare questa realtà.

Dai progetti alle strutture

Finora la cooperazione transfrontaliera si è basata soprattutto su singoli progetti e sull’impegno di persone motivate. Con Regio Retica si vuole ora creare una struttura permanente. La base è costituita dal programma Interreg Italia-Svizzera e dalla Nuova politica regionale (NPR). Interreg è uno strumento europeo di sostegno alla cooperazione transfrontaliera. Come sottolinea Maurizio Michael, la Svizzera ha un ruolo particolare in questo contesto: pur non essendo membro dell’UE, partecipa al programma con fondi propri.

Mentre Interreg crea il quadro per la cooperazione transfrontaliera, la NPR dà l’impulso decisivo affinché i risultati siano radicati nelle regioni stesse. Maurizio Michael spiega: «Interreg ci apre le porte alla cooperazione con l’Italia. Allo stesso tempo, la NPR ci obbliga a dimostrare in modo chiaro il valore aggiunto economico e sociale per la parte svizzera». Interreg offre uno sguardo oltre confine, mentre la NPR fa sì che ne derivino strutture durature, a beneficio della popolazione e dell’economia.

Val Morteratsch: Sicht auf Piz Palü & Piz Bernina ©Andrea Furger

Tra vicinanza e differenze: il ruolo dei traduttori

A prima vista, il sud dei Grigioni e la Valtellina si somigliano: una lingua comune, tradizioni affini. Eppure ci sono differenze significative nei sistemi politici, nei percorsi formativi, ma anche semplicemente nel significato delle parole. Maurizio Michael lo descrive così: «A volte basta una sola parola che in Italia ha un significato diverso rispetto alla Svizzera. La parola «strategia», ad esempio, in Italia è spesso equiparata a un periodo di cinque anni, ovvero la durata di una legislatura. In Svizzera, invece,  una strategia è la base di un progetto. Ciò richiede mediazione, non solo nella lingua, ma anche nella comprensione culturale».

Anche i diversi sistemi fiscali e gli accordi amministrativi rappresentano ulteriori ostacoli per i progetti transfrontalieri, spesso impegnativi quanto le differenze culturali. È qui che entra in gioco il progetto Regio Retica: riunisce i vicini attorno a un tavolo, rende visibili le differenze, media e crea così nuova fiducia.

Corvatsch: Aussicht Fuorcla Surlej ©Engadin Tourismus AG

Uno sguardo al futuro

Fino all’estate 2025 sarà in corso un’ampia analisi socioeconomica che esaminerà la mobilità, il mercato del lavoro e i servizi su entrambi i lati del confine. Sulla base di questa analisi, entro il 2026 dovrebbero essere avviati i primi progetti pilota, come ad esempio un biglietto dell’autobus comune per facilitare la mobilità transfrontaliera o una carta turistica che colleghi le offerte dell’Engadina e della Valtellina. Entro il 2027, Regio Retica non solo avrà realizzato i progetti, ma sarà anche una regione transfrontaliera riconosciuta giuridicamente. In concreto, diventerà una regione dotata di una struttura giuridicamente vincolante.

Uno sguardo ad altre regioni mostra cosa è possibile realizzare. Il progetto Interreg Via Spluga, un classico tra i percorsi culturali ed escursionistici tra Thusis e Chiavenna, genera un fatturato annuo di circa un milione di franchi svizzeri. Pensato fin dall’inizio come strumento di sviluppo regionale, ha riunito comuni, organizzazioni turistiche e istituzioni culturali per creare un’offerta sostenibile. Il percorso non è quindi solo un’attrazione culturale e turistica, ma anche uno strumento per garantire posti di lavoro, promuovere l’identità regionale e rafforzare il valore aggiunto locale.

Questo articolo si basa su un colloquio con Maurizio Michael, da oltre 20 anni esperto di cooperazione transfrontaliera e uno dei promotori del progetto Regio Retica.

Per saperne di più su Interreg e NPR e su come questi programmi aiutano le regioni a plasmare insieme il loro futuro:

Come delle case abbandonate nella Valle di Muggio si trasformano in un villaggio per gli ospiti

Trasformare case abbandonate in un vivace villaggio turistico: è questa l’idea alla base dell’Albergo Diffuso Monte Generoso. Claudio Zanini, uno dei promotori del progetto, punta sull’identità regionale, la sostenibilità e la creazione di valore aggiunto per il territorio locale. La Nuova politica regionale (NPR) sostiene finanziariamente il progetto, consentendo così la realizzazione di un concetto alberghiero decentralizzato in una regione periferica. Scoprite nel video come, nel cuore del Ticino, una valle intera e la sua regione alpina traggono vantaggio dal turismo e gli ospiti diventano parte integrante della vita del villaggio.

Una piccola oasi nell’estremità meridionale della Svizzera: attraverso strade tortuose fiancheggiate da boschi, piccole cappelle e viuzze serpeggianti si raggiunge il villaggio di Scudellate nella Valle di Muggio. Un tempo colpito dall’emigrazione e minacciato, ora sta rifiorendo.  Alle sue spalle il Monte Generoso, davanti la vista sulla pianura italiana. Nelle giornate limpide si vede lo skyline di Milano e, con una visibilità perfetta, con il binocolo si scorge persino il Duomo.

Ospiti nella vita quotidiana di una valle nella regione del Monte Generoso

Qui, all’Albergo Diffuso Monte Generoso, Claudio Zanini accoglie personalmente i suoi ospiti. Con calore e una filosofia tutta sua: quella di una vita tranquilla in armonia con la natura. Indirizza gli ospiti sui sentieri escursionistici giusti, si prende cura di loro, racconta, ride. «Non viaggio più, sono i viaggiatori che vengono da me. Durante la stagione parliamo quattro o cinque lingue e ascoltiamo storie da tutto il mondo». Spesso nascono amicizie e molti ospiti tornano.

L’Albergo Diffuso è un concetto di hotel decentralizzato che punta sull’identità regionale, la sostenibilità e la creazione di valore locale. Diverse infrastrutture nella regione del Monte Generoso, come ristoranti, hotel, B&B, ostelli, rifugi e negozi con diversi proprietari, sono riunite sotto un unico marchio.
I servizi centralizzabili come il marketing, la comunicazione, ma anche gli acquisti, la logistica, i trasporti e l’accoglienza vengono raggruppati a vantaggio di tutti, perché in questo modo le singole aziende risparmiano sui costi.

Nel 2021 è stato avviato il progetto dell’Albergo Diffuso con la ristrutturazione dell’Osteria Manciana e dell’ostello di Scudellate. Negli anni successivi sono stati ristrutturati e aperti al pubblico il Panorama Lodge «La Casa dei Gelsi», la Capanna «Alpe di Caviano» e l’Hotel «Cà Nani». Quest’ultimo si trova in un altro villaggio della Valle di Muggio. Attualmente sono quindi cinque le strutture ricettive affiliate al progetto. A Scudellate tre delle strutture ricettive si trovano a pochi passi l’una dall’altra, mentre le distanze dalle altre sono leggermente maggiori. Gli ospiti che scelgono uno di questi alloggi dell’Albergo Diffuso non si limitano a pernottare, ma si immergono nella vita della regione con la sua ricca offerta naturalistica e culturale. Fanno la spesa nel negozio del paese, mangiano nel grottino, passeggiano nei boschi di castagni. Incontrano la gente del posto e scoprono molti luoghi in altri piccoli villaggi.

Il sostegno della Nuova politica regionale (NPR) come parte del percorso

Claudio Zanini, originario della regione, ha acquistato per questo scopo alcune case nel suo paese natale, vecchi edifici in pietra, alcuni dei quali quasi in rovina. La realizzazione di un progetto di questo tipo è impegnativa e richiede, oltre all’idealismo, anche risorse e un’attenta pianificazione. In questo senso, il progetto è stato decisamente rafforzato dal sostegno della Nuova politica regionale (NPR). Secondo Claudio Zanini, promotore del progetto, il contributo finanziario della NPR ha permesso di sviluppare gradualmente l’iniziativa e di realizzare le prime fasi.

La Nuova politica regionale è, secondo Zanini, «la base dell’intero progetto». Grazie al suo sostegno finanziario è stato possibile realizzare il progetto di ristrutturazione dei vecchi edifici e avviare l’attività dell’Albergo Diffuso.

Impatto turistico per un’intera regione

Anche Nadia Fontana Lupi, Direttrice di Mendrisiotto Turismo, vede il potenziale del progetto ben oltre i singoli pernottamenti. Nel video spiega: «L’Albergo Diffuso porta nuova vita nella valle e sul Monte Generoso. Non si tratta solo di turismo, ma di impulso economico, identità regionale e nuova consapevolezza per la popolazione locale».

Il progetto Albergo Diffuso è un esempio di come la Nuova politica regionale possa dare nuovi impulsi. Proprio nelle regioni periferiche come la Valle di Muggio si vede concretamente cosa può significare lo sviluppo regionale: si utilizzano le risorse locali esistenti, nascono nuove offerte, si rafforza l’identità della regione. Il valore aggiunto rimane nella valle e i villaggi ricevono nuovo slancio.

Attualmente l’Albergo Diffuso conta circa 80 posti letto. L’obiettivo è quello di costruire ulteriori infrastrutture nei prossimi anni e di sviluppare ulteriormente il concetto, con nuove case e soluzioni digitali per far prosperare ulteriormente la regione. A tal fine è necessaria una politica che continui a sostenere tali iniziative.

«La NPR ha un grande impatto e continuerà ad averlo anche in futuro», afferma Zanini.

Maggiori informazioni sulla NPR e su come promuove le idee progettuali nelle regioni:

Responsabili NPR
Per saperne di più sull’Albergo Diffuso Monte Generoso
Per saperne di più sulla regione del Mendrisiotto e del Basso Ceresio
Guida pratica a uno sviluppo regionale di successo

Foto © Albergo Diffuso Monte Generoso

Offerta di mobilità porta a porta

Peter Jankovsky

In Valle Verzasca abitanti e turisti possono usufruire di una nuova offerta di mobilità: mediante un’app possono prenotare una corsa con un minibus che garantisce il trasporto porta a porta. L’offerta è nata dal progetto pilota «Verzasca Mobile» lanciato nell’ottobre 2021 nell’ambito del masterplan «Verzasca 2030» e sostenuto dalla Fondazione Verzasca e dalla Nuova politica regionale (NPR).

Il progetto è inteso come offer- ta complementare a quella di Autopostale. Si rivolge in primis alla popolazione locale e si focalizza sulle fasce orarie marginali. Il servizio, assicurato da due veicoli elettrici, non è pensato solo per trasporti porta a porta o verso le fermate ferroviarie del Piano di Magadino, ma include anche i negozi di alimentari o le filiali della Posta, i centri sportivi e gli eventi pubblici.

© regiosuisse

Per prenotare una corsa basta scaricare l’app sul cellulare. Una volta creato l’account, l’utente inserisce la destinazione e la data del trasporto. L’app confronta la richiesta con altre prenotazioni, propone un orario e indica la posizione del minibus che effettuerà il trasporto. Non resta che confermare la prenotazione e pagare la corsa sempre tramite l’app.

L’app è piuttosto sollecitata e il numero di utenti è in crescita. Se il progetto continuerà a riscontrare successo, Autopostale SA prevede di implementarlo anche in altre regioni. Il progetto Verzasca diventerà così un progetto pilota per altre regioni periferiche della Svizzera.

verzasca.ch/it/verzasca-mobile

regiosuisse.ch/it/banca-dati-dei-progetti

La versione integrale in tedesco.

Altri articoli

Mobilità turistica per una destinazione sostenibile

Pirmin Schilliger

Per la regione Engadina-Samnaun-Val Monastero la mobilità sostenibile rappresenta un importante fattore di attrattività oltre che una caratteristica distintiva. Non a caso negli ultimi anni la regione ha lanciato una serie di iniziative innovative e progetti pilota che, a seconda dell’obiettivo perseguito, beneficiano del sostegno della NPR, di Interreg o di Innotour. Il vero salto di qualità per l’accessibilità della regione è stata l’apertura della galleria del Vereina della Ferrovia retica nel 1999. Da allora, l’organizzazione incaricata della promozione turistica Tourismus Engadin Scuol Samnaun Val Müstair AG (TESSVM) e quella competente per lo sviluppo regionale Regiun Engiadina Bassa / Val Müstair (EBVM) si adoperano, insieme ai comuni, per migliorare anche le offerte di mobilità regionali. L’ultima iniziativa in questo senso risale al 2022, con il lancio di una carta ospiti che consente di fruire gratuitamente dei trasporti pubblici regionali. La versione PLUS della carta include anche tratte transfrontaliere verso l’Italia, per esempio per raggiungere Malles Venosta (Alto Adige) attraverso il passo di Resia o il passo del Forno, oppure verso l’Austria in direzione di Nauders e Landeck (Tirolo). Da oltre dieci anni la regione garantisce inoltre ai turisti il trasporto dei bagagli sull’«ultimo chilometro», ossia tra la stazione ferroviaria e l’albergo o l’appartamento di vacanza.

© regiosuisse

Tra le principali offerte rivolte al turismo estivo nella Bassa Engadina figura una rete di oltre 2300 chilometri di percorsi per mountainbike e sentieri pedestri. In coordinamento con il progetto cantonale «graubünden bike», sostenuto dalla NPR, la regione sta sviluppando ulteriori offerte per mountainbike e percorsi di trail sulla base di un masterplan denominato TRAI(L)S VALS. Un altro progetto si focalizza invece sulle infrastrutture per le bici elettriche, in particolare sulla realizzazione di una rete di stazioni di ricarica.

Gli sforzi per rendere più sostenibile la mobilità stanno dando i loro frutti. Oggi circa un quarto degli ospiti raggiunge la Bassa Engadina con i trasporti pubblici. Si tratta di un risultato incoraggiante, ma il vero obiettivo è ancora lontano.
Per questa ragione, le due organizzazioni TESSVM e EBVM hanno dichiarato la mobilità sostenibile compito strategico permanente.

engadin.com/de/gaestekarte

egiosuisse.ch/it/banca-dati-dei-progetti

regiunebvm.ch

La versione integrale in tedesco.

Altri articoli

Più lento, più leggero, più locale

Jana Avanzini

Negli scorsi anni non è sempre stato facile viaggiare. L’evoluzione prima e dopo la pandemia mostra però che in Svizzera si tende a intraprendere viaggi sempre più lunghi e sempre meno sostenibili. Una tendenza che l’Accademia della mobilità del Tcs ha voluto contrastare lanciando il progetto «bleib hier» (resta qui), sostenuto anche dall’Ufficio di coordinamento per la mobilità sostenibile (como). Il progetto promuove una mobilità più lenta, più leggera e più locale e propone diverse offerte: vacanze a casa, microavventure nella regione e possibilità di campeggio con bici cargo. Il campeggio con bici cargo è la proposta che ha riscontrato maggiore successo.

Una gita in camper, un viaggio in autobus in Ungheria per far visita ai parenti, una giornata di sci o un viaggio in aereo in Irlanda: sono gli spostamenti che facciamo nel tempo libero a rappresentare la fetta più consistente del traffico totale in Svizzera e non tanto quelli quotidiani per andare al lavoro. Nel settore della mobilità, l’aereo è il mezzo di trasporto più inquinante, responsabile di ben il 18 % delle emissioni totali di gas serra in Svizzera. I viaggi a scopo di vacanza (escluso il traffico del tempo libero quotidiano) rappresentano il 55 % del totale delle distanze percorse nel tempo libero. Una percentuale in costante aumento.

Rispetto alla mobilità pendolare che è contraddistinta da tragitti sempre identici, quella ricreativa è estremamente diversificata, spontanea, e dipende molto dall’attività che si intende praticare o alla quale si vuole partecipare. È quindi molto difficile sviluppare strategie e pianificazioni per rendere sostenibile il traffico del tempo libero. C’è però una costante: la mobilità del tempo libero è dominata dal traffico individuale motorizzato, utilizzato praticamente per tutte le attività. La buona notizia è che si stanno delineando nuove tendenze nel comportamento di viaggio: gli svizzeri scelgono sempre più spesso di trascorrere le vacanze in Svizzera o nei Paesi confinanti.

© regiosuisse

Progetto «bleib hier»

Alla luce di queste considerazioni e degli sviluppi osse- rvati, l’Accademia della mobilità, una filiale del Tcs di Berna, ha lanciato nel 2020 il progetto «bleib hier» («resta qui») con l’obiettivo di sviluppare entro tre anni (fase pilota) modelli commerciali sostenibili per la mobilità del tempo libero. La domanda che i promotori si sono posti era come promuovere un approccio più frugale e più sostenibile, ma comunque arricchente, alla mobilità e al consumo nel tempo libero. Il motto del progetto era «più lento, più leggero, più locale».

Il primo elemento del motto si riferisce alla necessità di rallentare e promuovere la mobilità lenta come forma di viaggio a basso consumo di risorse. Si aggiungono poi gli altri due aspetti: quello del viaggiare più leggeri riducendo i materiali e consumando in modo più frugale, e quello del viaggiare locale focalizzato su brevi distanze e offerte regionali. Jonas Schmid, responsabile del progetto, dichiara che per essere interessanti le attività del tempo libero non devono per forza implicare lunghe distanze e alti consumi.

Vacanze a casa e campeggio con bici cargo

Il progetto è iniziato nel 2020 con una serie di interviste a esperti e inchieste sul comportamento della popolazione svizzera nel tempo libero. In base ai risultati sono state sviluppate tre offerte principali: vacanze a casa (Homelidays), microavventure di prossimità e campeggio alternativo nella regione. L’offerta Homelidays è stata abbandonata durante la fase pilota per mancanza di domanda.

L’attenzione si è quindi concentrata sulle microavventure con bici cargo elettriche (carvelo) e su possibilità di campeggio alternativo nella regione. Il progetto ha puntato tutto sulla ciclomobilità elettrica (bici e bici cargo): l’offerta comprendeva tour in bici cargo elettrica attraverso la Svizzera, offerte per vacanze in famiglia con pernottamento, campeggio con bici cargo e microavventure con bici elettriche. In collaborazione con alcuni negozi della città di Berna sono state approntate bici cargo «a tema», come per esempio con stand up paddle gonfiabile, con attrezzatura da campeggio, con tutto il necessario per una grigliata o con rimorchio. Sono state testate almeno una dozzina di offerte.

In collaborazione con il campeggio Eymatt di Berna sono state proposte anche bici cargo elettriche con microcaravan con attrezzatura da campeggio e consigli di itinerario e pernottamento. Secondo Jonas Schmid, l’offerta di campeggio con bici cargo elettriche è stata senza dubbio il maggiore successo del progetto.

Emanuel Freudiger, TCS

Bilancio

Dopo la conclusione del progetto, nell’autunno 2022, è stato stilato un bilancio in base ai risultati e alle esperienze maturate. Ad eccezione dell’offerta di campeggio e di alcune offerte con bici cargo prenotabili per attività ricreative, durante la fase pilota non è stato possibile sviluppare nuovi modelli commerciali. Di positivo c’è però che l’offerta di campeggio con bici cargo è stata accolta molto bene. Questa iniziativa verrà estesa e ulteriormente sviluppata nei campeggi tcs di tutta la Svizzera.

La fase pilota si è svolta in piena pandemia. Secondo Jonas Schmid la situazione particolare ha avuto un enorme impatto sul progetto. «Da un lato ci offriva dei vantaggi, dall’altro però imponeva enormi restrizioni», racconta. A causa delle limitazioni imposte dalla pandemia le persone hanno dovuto ripiegare sulle offerte regionali, ma allo stesso tempo la concorrenza è aumentata in modo massiccio. Inoltre, era difficile promuovere il progetto nei media perché l’informazione era tutta focalizzata sui temi legati alla pandemia. Finita la crisi, la bilancia è tornata a pendere dall’altra parte: «Non appena è stato possibile viaggiare e volare senza restrizioni, la gente ha ripreso a farlo».

Emanuel Freudiger, TCS

Interessante per le città

A mo’ di insegnamento per progetti futuri, Schmid sottolinea quanto sia centrale la comunicazione: «Senza una presenza mediatica e senza piattaforme per diffondere le offerte, è estremamente difficile far decollare un progetto». È importante anche un intenso lavoro di messa in rete tra offerte turistiche e fornitori di mobilità attiva condivisa, per esempio tra offerte locali per il tempo libero e servizi di bici e monopattini elettrici condivisi, già ampiamente utilizzati nelle città.

«Ci siamo impegnati a fondo per creare partenariati con gli operatori turistici», spiega Schmid. Le organizzazioni di marketing turistico sono poco interessate a promuovere offerte locali destinate alla popolazione residente. «Devono generare pernottamenti, mentre per noi sono interessanti i piccoli partner locali, come quelli di Berna che offrono bici cargo per il tempo libero». L’elemento centrale del progetto «bleib hier» è la prossimità tra utenti e offerta. Anche la cooperazione diretta con le città è particolarmente interessante: «Le città vogliono essere e rimanere attrattive non solo per i residenti ma anche per i turisti. E poi, le offerte come quelle del nostro progetto sono interessanti per le città perché permettono loro di raggiungere gli obiettivi climatici». Un aspetto che diventerà sempre più importante nei prossimi anni.

bleibhier.ch

Altri articoli

Verzasca 2030

Nel  numero  17 di «regioS» (dicembre 2019) è stato presentato il master- plan «Verzasca 2030» sviluppato nel quadro di un processo partecipativo.

Primi progetti realizzati

In Valle Verzasca ha preso il via nel 2019 la realizzazione dei progetti previsti dal masterplan «Verzasca 2030». Oltre all’organizzazione di un servizio di minibus, sono stati portati a termine il progetto «Vera Verzasca», volto a promuovere la commercializzazione di prodotti alimentari e artigianali locali, e il progetto «Albergo diffuso» a Corippo. La struttura ricettiva decentrata, che dispone di una reception e di 25 letti distribuiti in cinque case storiche restaurate, ha aperto i battenti a maggio 2022. A Brione è inoltre imminente l’inizio dei lavori di costruzione del nuovo campeggio alpino: sessanta piazzole, una zona wellness e bungalow per i clienti più esigenti. Per quanto riguarda infine il progetto di maggiore entità, l’edificazione di un centro sportivo multifunzionale a Sonogno, è in corso la definizione del business plan e il cantiere dovrebbe aprire nel 2024.

«Il futuro è circolare»

Pirmin Schilliger & Urs Steiger

Come si può integrare la circolarità nell’economia regionale e nella società? Come si può promuoverla in modo mirato? Secondo Tobias Stucki, professore di economia e codirettore dell’Istituto per il business sostenibile della SUP di economia di Berna, la transizione circolare presuppone un ripensamento – e se del caso una riorganizzazione – delle catene di approvvigionamento globali. Il problema maggiore non è tanto la logistica, quanto i prodotti stessi. La questione fondamentale è decidere quali materiali e quali sostanze utilizzare.

Tobias Stucki © regiosuisse

Secondo Antonia Stalder, direttrice di Prozirkula, si dovrebbe limitare la circolazione globale delle merci: in futuro ricondizioneremo, ripareremo e condivideremo molti più prodotti e apparecchi sia su scala regionale che locale. Per quanto sia da tempo un tema di discussione, la transizione dall’economia lineare a quella circolare si trova tuttora allo stato embrionale.

Antonia Stalder © regiosuisse

Marie-Amélie Dupraz-Ardiot, sustainability manager nonché responsabile per il Canton Friburgo della strategia per lo sviluppo sostenibile e l’economia circolare, è convinta che la circolarità diventerà un elemento fondamentale dell’economia perché è un importante fattore di abbattimento dei costi, di competitività e di resilienza e aiuta in particolare le regioni a rafforzare la loro capacità di resistenza economica. Le attuali condizioni quadro normative, per esempio la revisione della legge federale sugli acquisti pubblici, offrono già un certo margine di manovra per promuovere l’economia circolare. A livello internazionale, però, l’UE è molto più avanti e ha già adottato basi normative vincolanti.

Marie-Amélie Dupraz-Ardiot © regiosuisse

Marie-Amélie Dupraz-Ardiot spera che la revisione della legge sulla protezione dell’ambiente darà presto lo slancio necessario anche in Svizzera. Sottolinea inoltre che occorre avviare un’ampia campagna di formazione e aggiunge che per implementare con successo l’economia circolare servono persone capaci che dispongano delle conoscenze e delle competenze necessarie. La conclusione unanime è che a tutti i livelli c’è tuttora un forte bisogno di formazione teorica e pratica, consulenza e sviluppo.

La versione integrale in tedesco.

La versione integrale in francese.

Altri articoli

Un villaggio come albergo

Peter Jankovsky

Reception centralizzata e camere sparse in un intero villaggio: questo è il concetto di «albergo diffuso» nato in Italia negli anni Settanta dopo il terribile terremoto del Friuli. L’idea è quella di riutilizzare abitazioni abbandonate ma in buono stato, contribuendo quindi a rivitalizzare i villaggi. Oggi il modello è interessante soprattutto per le regioni periferiche dove i villaggi rischiano di spopolarsi ed essere abbandonati. In Italia esistono attualmente circa 150 alberghi decentrati che occupano edifici storici ristrutturati con gusto. L’offerta soddisfa l’esigenza di autenticità di molti ospiti e permette loro di vivere fianco a fianco con la gente del posto fruendo al contempo di servizi alberghieri.

Vacanze a Corippo (TI) © regiosuisse

La pandemia di coronavirus ha favorito e favorisce lo sviluppo di questa proposta alberghiera. Gli ospiti apprezzano le piccole abitazioni o camere dotate di angolo cottura sparse in un centro abitato: si sentono più liberi e al tempo stesso maggiormente protetti dal rischio d’infezione. Il concetto di «albergo diffuso» ha preso piede anche in Svizzera. Nel 2017 è stato aperto un albergo di questo tipo, cofinanziato dalla NPR, nel centro storico della cittadina giurassiana di Porrentruy; dal mese di aprile 2021, il suo tasso di occupazione risulta particolarmente elevato e la durata di permanenza degli ospiti è aumentata. Due altri alberghi diffusi si stanno sviluppando in Ticino. La struttura di Scudellate, nella Valle di Muggio, funziona già a titolo sperimentale dalla fine del mese di giugno 2021 e suscita un notevole interesse turistico. L’altro albergo si trova in Val Verzasca, a Corippo, un tempo il più piccolo Comune svizzero; aprirà le sue porte nella primavera del 2022 e ha già ricevuto un premio quale iniziativa particolarmente innovativa. 

albergodiffuso.com

alberghidiffusi.it

corippoalbergodiffuso.ch

fondazionecorippo.ch/de/albergo-diffuso

albergodiffuso.ch

regiosuisse.ch/npr

La versione integrale in francese.

Altri articoli

Itinerari di trekking nella Vallemaggia

Peter Jankovsky

La Vallemaggia vanta un grande potenziale di sviluppo regionale a vocazione paesaggistica del quale possono beneficiare non solo gli ospiti ma anche la popolazione locale. Nella realizzazione di progetti di sviluppo, gli attori si orientano al progetto paesaggio comprensoriale (PPC) che include una settantina di idee progettuali in ambito infrastrutturale e paesaggistico, attualmente in corso di realizzazione.

L’Alta Vallemaggia ha allestito un proprio piano di sviluppo locale (masterplan). Nei primi quattro anni sono previsti investimenti per 25 milioni di franchi, volti a finanziare una ventina di progetti turistici e infrastrutturali. Alcuni di questi – incluso lo stesso masterplan – sono sostenuti dalle risorse stanziate nell’ambito della Nuova politica regionale (NPR). La realizzazione del masterplan creerà lavoro anche per le piccole imprese regionali.

© regiosuisse

Il progetto faro del masterplan è la creazione della Via Alta Vallemaggia, un itinerario di trekking lungo 200 km che partendo dalle colline sul Lago Maggiore (Cimetta), risale per creste e pendii su entrambi i versanti della valle e in due varianti fino all’area alpina ai piedi del ghiacciaio del Basòdino.

Il progetto è in fase di attuazione. L’itinerario segue i sentieri esistenti, che sono stati risistemati o a tratti costruiti ex novo. Attualmente sono in corso i lavori di ristrutturazione e ampliamento della quindicina di capanne alpine presenti sul percorso. L’offerta di trekking ha riscontrato ampio successo già l’estate scorsa: la frequentazione delle capanne è stata alta, anche se bisogna considerare che l’offerta di posti letto era limitata a causa delle misure anti Covid-19. Quest’estate non è escluso che i pernottamenti in capanna raddoppieranno, toccando quota 1500. L’inaugurazione ufficiale della Via Alta è in programma il prossimo 24 luglio.

invallemaggia.ch/it/progetti

viaaltavallemaggia.ch

regiosuisse.ch/npr-it

La versione integrale in tedesco è consultabile qui.

Altri articoli