Car pooling, una forma alternativa di mobilità per le regioni

Patricia Michaud

Il progetto Melinda (Mobility Ecosystem for Low-carbon and INnovative moDal shift in the Alps Interreg Alpine Space) – lanciato nel 2018 e conclusosi nel 2021 nel quadro di Interreg Alpine Space, il programma di sostegno alle regioni alpine – puntava a sfruttare al meglio il potenziale di rilevazione e analisi dei dati per favorire lo sviluppo di una mobilità maggiormente sostenibile e rispettosa dell’ambiente nelle città e nelle aree rurali. Per la Svizzera, la responsabilità è stata affidata alla Scuola universitaria professionale di Lucerna (HSLU), che ha condotto due progetti pilota, diretti da Timo Ohnmacht e focalizzati sul covetturaggio. Il loro obiettivo era di testare modelli di trasporto che migliorassero l’accessibilità delle aree rurali riducendo al tempo stesso la dipendenza della popolazione locale dal traffico individuale motorizzato.

In tale contesto è stata sviluppata l’offerta Taxito tra Coira e Maladers (GR): cartelli posizionati in punti strategici segnalano le fermate presso le quali gli automobilisti possono far salire i passeggeri che in precedenza hanno annunciato, con un SMS, il loro interesse a condividere un determinato tragitto. Dal canto suo, HitchHike, che esiste già dal 2011, ha lanciato nel parco naturale di Thal (SO) una prima piattaforma pubblica di covetturaggio, che permette alle persone che percorrono regolarmente tratte simili di entrare in contatto tra loro.

Timo Ohnmacht spiega che la parte svizzera del programma mirava a creare alternative all’equazione «vita sociale nelle aree rurali = veicolo privato». Finora, il numero di utilizzatori delle offerte Taxito e HitchHike si è rivelato di gran lunga insufficiente per ridurre in modo significativo le emissioni di CO2. Per il responsabile MELINDA presso la HSLU, non basta infatti introdurre nuovi strumenti e informare la popolazione, ma servono anche misure di governance e regole che limitino l’attrattiva dei veicoli privati. Le due offerte di covetturaggio registrano tuttavia un’adesione crescente. Taxito è ora presente in sei regioni per un totale di 38 fermate, mentre lo scorso anno HitchHike ha esteso la sua offerta all’Europa con sayhi.eu.

alpine-space.eu/project/melinda

regiosuisse.ch/it/banca-dati-dei-progetti

taxito.ch

hitchhike.ch

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Verso appalti pubblici circolari

Pirmin Schilliger

Il Centro di competenza per gli appalti pubblici circolari è stato creato nella primavera del 2020 e da aprile 2022 opera in qualità di organizzazione autonoma con il nome di Prozirkula. In particolare promuove e sostiene la transizione dell’economia verso modelli di produzione e di consumo circolari e provvede affinché i criteri dell’economia circolare vengano considerati già nei bandi di gara.

I servizi di Prozirkula includono tra l’altro la consulenza, la competenza, l’informazione, la formazione continua, il trasferimento di conoscenze e la messa in rete e sono destinati sia alle aziende pubbliche che a quelle private. La direttrice del centro Antonia Stalder spiega che, con un volume di acquisti complessivo di circa 40 miliardi di franchi, il settore pubblico è il principale attore sul mercato degli appalti e, di conseguenza, può dare la necessaria accelerazione alla transizione verso l’economia circolare.

Prozirkula © regiosuisse

Con la revisione del 2021, la legge federale sugli appalti pubblici (LAPub) obbliga i decisori a tenere maggiormente conto dei criteri di sostenibilità, in particolare di quelli dell’economia circolare. Due anni fa, subito dopo la sua creazione, Prozirkula ha lanciato un progetto pilota che ha spianato la strada a molte altre iniziative. Nel 2021, grazie alle linee guida per il riutilizzo di mobili, l’Ufficio dell’ambiente e dell’energia (AUE) di Basilea Città ha per esempio riutilizzato i vecchi mobili nel nuovo edificio inaugurato in centro. L’edificio stesso è una costruzione ibrida in cemento e legno con una facciata fotovoltaica conforme agli standard Minergie-A Eco e rispecchia ampiamente i principi dell’economia circolare. Prozirkula ha aiutato inoltre le Aziende industriali di Basilea (IWB) a integrare questi principi anche nella gara di appalto per la realizzazione di colonnine di ricarica elettrica.

prozirkula.ch

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Tra agricoltura e start-up

Patricia Michaud

Star’Terre, una struttura nata da un’iniziativa intercantonale di Vaud, Ginevra, Friburgo e Vallese sostiene quattro progetti innovativi permettendo loro in particolare di attingere alle competenze settoriali di professionisti, accedere a una base di conoscenze e a strumenti specifici e appoggiarsi alla solida rete di attori all’intersezione tra agricoltura, imprenditoria, innovazione, formazione e ricerca, settori in cui Star’Terre si posiziona attivamente. Local Impact nasce dalla piattaforma digitale friburghese «Cuisinons notre région».

L’Ortie è un progetto di orticoltura biointensiva condivisa nel Cantone di Ginevra mentre Lupi Food riguarda lo sviluppo di una nuova filiera di produzione di proteine vegetali a base di lupini svizzeri. Il quarto progetto, lanciato dall’associazione Au-Potager che conta già tre antenne nel Canton Vaud, mette a disposizione orti «chiavi in mano» per praticare l’agricoltura contrattuale, intesa come nuovo modo di consumo alimentare. Il nome Star’Terre la dice lunga sulla missione e gli obiettivi di questa struttura, che vuole fungere da anello di congiunzione tra il mondo delle startup e quello dell’agricoltura.

Magali Estève, membro del gruppo di coordinamento, spiega che Star’Terre punta a far convergere gli ecosistemi agricolo, alimentare, dell’innovazione e dell’imprenditoria verso la tematica centrale del consumo locale. La dimensione locale si riferisce al territorio della «metropoli del Lemano» che comprende i Cantoni di Vaud, Ginevra, Friburgo e Vallese. Creata nel marzo 2020, Star’Terre è la continuazione di un progetto intercantonale realizzato tra il 2017 e il 2019 nell’ambito del programma pilota Aree d’intervento economia sviluppato dalla SECO.
Il suo modello, che mette l’accento sui circuiti corti e sul ritorno di valore aggiunto per la regione, suscita già l’interesse di altre regioni della Svizzera.

starterre.ch

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«Il futuro è circolare»

Pirmin Schilliger & Urs Steiger

Come si può integrare la circolarità nell’economia regionale e nella società? Come si può promuoverla in modo mirato? Secondo Tobias Stucki, professore di economia e codirettore dell’Istituto per il business sostenibile della SUP di economia di Berna, la transizione circolare presuppone un ripensamento – e se del caso una riorganizzazione – delle catene di approvvigionamento globali. Il problema maggiore non è tanto la logistica, quanto i prodotti stessi. La questione fondamentale è decidere quali materiali e quali sostanze utilizzare.

Tobias Stucki © regiosuisse

Secondo Antonia Stalder, direttrice di Prozirkula, si dovrebbe limitare la circolazione globale delle merci: in futuro ricondizioneremo, ripareremo e condivideremo molti più prodotti e apparecchi sia su scala regionale che locale. Per quanto sia da tempo un tema di discussione, la transizione dall’economia lineare a quella circolare si trova tuttora allo stato embrionale.

Antonia Stalder © regiosuisse

Marie-Amélie Dupraz-Ardiot, sustainability manager nonché responsabile per il Canton Friburgo della strategia per lo sviluppo sostenibile e l’economia circolare, è convinta che la circolarità diventerà un elemento fondamentale dell’economia perché è un importante fattore di abbattimento dei costi, di competitività e di resilienza e aiuta in particolare le regioni a rafforzare la loro capacità di resistenza economica. Le attuali condizioni quadro normative, per esempio la revisione della legge federale sugli acquisti pubblici, offrono già un certo margine di manovra per promuovere l’economia circolare. A livello internazionale, però, l’UE è molto più avanti e ha già adottato basi normative vincolanti.

Marie-Amélie Dupraz-Ardiot © regiosuisse

Marie-Amélie Dupraz-Ardiot spera che la revisione della legge sulla protezione dell’ambiente darà presto lo slancio necessario anche in Svizzera. Sottolinea inoltre che occorre avviare un’ampia campagna di formazione e aggiunge che per implementare con successo l’economia circolare servono persone capaci che dispongano delle conoscenze e delle competenze necessarie. La conclusione unanime è che a tutti i livelli c’è tuttora un forte bisogno di formazione teorica e pratica, consulenza e sviluppo.

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