L’idea dell’Ecoparc de Daval è nata a Sierre una ventina di anni fa. Di cosa si tratta? Di una zona industriale grande come 30 campi di calcio che vuole sfruttare le opportunità offerte dall’economia circolare per svilupparsi in modo sostenibile. Per ora il sito conta solo una dozzina di aziende, non certo per mancanza di interesse, ma per i criteri molto severi che si devono soddisfare per entrare a far parte di questa comunità: condizioni di lavoro eque e sostenibili, capacità di guardare oltre il proprio orticello e volontà di cercare sinergie con i vicini. A proposito di orto, un criterio prevede che si coltivi una zona verde sulla propria particella.
L’uso dell’energia solare è vivamente raccomandato. E per incrementare l’efficienza a lungo termine, i rifiuti devono essere una fonte di energia per le altre aziende. Le aziende presenti nell’Ecoparc de Daval beneficiano di un sistema di gestione dei rifiuti, di un servizio postale e di una consulenza per i propri stabili.
Possono condividere sistemi di logistica e sicurezza, mense e asili nido. Certo è che il prefisso «eco» di Ecoparc non sta solo per «ecologico», ma anche per «economico». L’Eldorado, infatti, non arriva per grazia ricevuta, ma è il risultato di un lungo percorso e di un intenso lavoro di coordinamento. Contattare le aziende vicine, fare conoscenza e discutere di sinergie richiede tempo, un investimento che molte aziende non osano fare, a causa di una prospettiva di breve termine, ma che viene più che ripagato a lungo termine. Ne sono convinti l’esperto Benoît Charrière, responsabile Comunità delle conoscenze di regiosuisse e Stéphane Revey, responsabile della promozione economica a Sierre.
sierre.ch/fr/ecoparc-daval-2042.html
La versione integrale in tedesco.
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